EPILOGO

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La polizia, capitanata dall'incapace ma volenteroso commissario Wallet, decise di informare le autorità degli stati limitrofi delle intenzioni di Gloria e Karenina Jushet. Non avrebbero mai trovato nulla, nonostante mesi e mesi di ricerche a menadito in ogni zona considerata appetibile per le due. Una pattuglia fu inviata a perquisire la villa, ma anche in quel caso i risultati furono scarsi. Oltre ai corpi di quella triste vicenda, quello di Oleg e quello di Joe, senza dimenticare quelli delle vittime degli anni precedenti ormai in stato di decomposizione, gli agenti non trovarono nulla di nulla, se non un'abitazione curata nei minimi dettagli e tenuta come un gioiello da Gloria e Karenina. Le due avevano così tanto amato quel posto e quella prospettiva di vita che il tempo non sembrava aver avuto effetto sulla villa. Quadri, pavimenti, tavoli: tutto era tirato a lucido, perfettamente in ordine, contrariamente alle zone in cui venivano portati i prigionieri e in cui era tenuto Oleg.

Con l'arrivo dell'autunno Phil e Margareth solidificarono il loro rapporto e decisero, dopo una relazione sentimentale passionale durata solo un'estate, di iniziare una convivenza senza impegno. Chissà che dall'unione di due anime colpite non uscisse qualcosa di buono. Phil era ancora toccato dal tradimento della donna che fino a pochi mesi prima considerava come l'unica e la migliore della sua vita; Margareth era impaurita e segnata da un matrimonio che l'aveva messa a dura prova sia sotto il profilo psicologico che fisico. Phil aveva trovato in Margareth una donna di sani principi, simpatica e aperta al dialogo. Margareth aveva trovato in Phil un uomo capace di ascoltarla, di amarla e di farla sentire speciale. Ed entrambi avevano trovato in Noah un valido alleato per la relazione.

Noah visitava Phil e Margareth almeno una volta a settimana raggiungendoli a casa di Phil per pranzare con loro. Inventava spesso scuse ai suoi genitori con l'appoggio di alcuni compagni di classe e sosteneva che le lezioni, in alcuni specifici giorni della settimana, si prorogassero per qualche ora per dar spazio a progetti ricreativi.

«Vi ho sempre visti insieme» diceva a pranzo, mentre ingollava bocconi di cibo grossi come pugni. «Fin dal primo momento in cui Gloria pensò che tu fossi un pedofilo che mi aveva rapito, Phil».

E giù di risate, risate amare, ma che in fondo univano i tre dopo quella grande avventura che avevano vissuto.

Il sindaco della città, Bernard Grossers, fu finalmente non rieletto. Alle elezioni cittadine fu premiata l'avanzata del suo principale opponente, Luke Greensouth, un uomo giovane e dalle idee rivoluzionarie che riuscì ad essere eletto per un piano di sviluppo cittadino all'avanguardia e di successo. Grossers provò ad assicurarsi voti decisivi corrompendo qui e lì autorità e gruppi politici, ma le sue strategie trovarono un iceberg che le fece impattare. Dopo quanto accaduto a Villa Jushet, Margareth aveva lasciato il corpo di polizia e aveva potuto parlare apertamente del suo rapporto con Joe, il figlio del sindaco. Le interviste di Margareth avevano fruttato alla donna molto denaro, perché non solo facevano chiarezza su quanto accaduto all'interno della villa e permettevano a tv nazionali di riportare i fatti con cura, offrivano anche un'immagine chiara e delineata di Joe Grossers e di Bernard Grossers, due uomini violenti, rudi, che non meritavano attenzione.

«Bernard Grossers non ha mai rimproverato suo figlio per le percosse a cui mi sottoponeva» aveva detto Margareth in ogni intervista. «Mio marito mi picchiava e quando sono andato a parlarne con il sindaco lui mi ha riso in faccia dicendo che una brava moglie non viene picchiata dal marito. Inoltre, siccome ora sono libera da qualsiasi vincolo, posso anche dirle da dove proviene l'influenza politica di Grossers».

E Margareth aveva sciolto un'enorme fune di spionaggio, corruzione, mafia, ricatti e reati vari che avevano visto Grossers protagonista per un trentennio. Dopo aver perso la fiducia dei cittadini, degli alleati e dell'opinione pubblica, Grossers fu incriminato per riciclaggio denaro e corruzione e gli fu data da scontare una pena non trattabile di cinque anni. Dopo un mese dall'elezione del sindaco Greensouth fu trasferito nel carcere di Volenhood, nello stato del Texas.

Il primo giorno d'inverno la neve arrivò a Cove Bay. Era strano, a Cove Bay non aveva nevicato per i cinquant'anni precedenti, e in quel momento piccoli e timidi fiocchi di neve sporcavano il selciato della casa in periferia di Phil e Margareth. I due, accomodati su una vecchia sedia a sdraio posta sul terrazzo a piano terra, erano accoccolati l'un l'altro. Lui seduto e lei raggomitolata su di lui, entrambi avvolti in una coperta.

«Che bella, la neve» disse lei.

«Così affascinante».

«Fammi capire, domani torni al policlinico?».

Phil annuì. «Sì, ma ho deciso di non operare più. Archie mi ha promesso un ruolo dirigenziale, lo affiancherò in ufficio».

Margareth sorrise e schioccò un bacio sulle labbra del suo compagno.

«Secondo me avresti dovuto continuare ad operare, comunque. Sei bravissimo».

«Preferisco non farlo più...non ero più me stesso, in sala operatoria. E non so come sarei accolto dal resto dell'equipe dopo le mie negligenze passate».

«Ecco, vedi, è questo il problema: noi siamo ancorati a ciò che il passato ha rappresentato per noi. A volte non guardiamo ciò che abbiamo davanti agli occhi e perdiamo di vista il presente».

«Quanto hai ragione...».

«Dovremmo imparare ad amarci di più».

«Sono d'accordo. Come farai con il lavoro? Hai rinunciato alla tua ambizione di essere un'agente di polizia?».

Margareth scosse la testa. «Il sindaco Greensouth ha detto che ripulirà la centrale e che mi assumerà da qui a poco. Ritornerò in pista, ma nel frattempo mi diverto a raccontare alla stampa le angherie subite in questi anni».

«Non posso crederci che ai tempi di oggi vi siano ancora differenze di carattere sessuali sul lavoro».

«Eppure è così».

Restarono in totale silenzio per qualche minuto, contemplando la traiettoria diagonale dei fiocchi di neve. Cadevano al suolo dissolvendosi sull'asfalto, accarezzando l'aria come il respiro intenso e delicato di un bambino.

«Ci pensi mai?» le domandò Phil.

«A cosa?».

«A Gloria. Chissà dov'è finita».

«Ci penso tutti i giorni, tesoro».

«A volte mi chiedo dove si trovi, cosa fa...a volte mi chiedo se sia ancora viva o se lei e Karenina...insomma, dopo ciò che è accaduto ad Oleg non so se possiedono la forza di andare avanti».

«Non lo so» ammise Margareth. «Ma nonostante ciò che ha fatto non sia perdonabile provo un'enorme pena per quella donna. Insomma, probabilmente non aveva voce in capitolo in famiglia, era succube delle decisioni scellerate di suo marito che aveva deciso di introdursi in un business illecito. Poi ha visto Lenin essere ucciso da Oleg e ha visto il corpo dell'altra sua figlia sapendo che suo marito l'aveva uccisa. E dopo anni di prigionia anche Oleg ci rimette la pelle. Insomma, ha avuto una vita orribile dopo quella festa di Halloween».

Phil annuì. «Un'assassina crudele, senza dubbio. Spinta dall'amore è diventata un mostro. Sembra un paradosso: come fa qualcosa di bello come l'amore a trasformarti in un'omicida?».

Margareth scosse la testa. «Non lo so, ma amore e odio sono così vicini che il confine è assai labile».

«Ovunque sia spero che abbia trovato un po' di pace» sentenziò Phil.

«Quella è essenziale» convenne Margareth, prima di tuffarsi ancora fra le braccia di lui.

E, con la neve a carezzar loro il viso, si sciolsero in un bacio caldo e appassionato. Andava tutto bene. Ed era la prima volta dopo molto tempo. 

Il Segreto di Villa JushetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora