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La buona notizia era che Izuku non era morto. La cattiva era che il coma proseguiva. I ragazzi di questo ne soffrivano e non poco; ormai nel dormitorio a nessuno rideva più e nessuno accennava a un leggero sorriso.

«Uffa...» disse Uraraka mescolando di continuo il suo cibo. «Non ho fame.»

«Uraraka devi mangiare! Non ti puoi trascurare così! Midoriya non ne sarebbe contento!» disse lida.

Tutti lo guardavano triste. «Forse quel nome non dovevi dirlo... cra.»

«Già.. ma è pur sempre con noi. Non importa dove, è con noi.»

«Bakubro...» abbassò il volto. «Non è una buona notizia il fatto che abbia respirato?»

«Già kiribro. Menomale. Avevamo tutti così tanta paura... tu che pensi Bakugou?»

Li guardò e sospirò. «Smettetela.»

I due si guardarono. «Senti bro, abbiamo bisogno tutti di sfogarci. Che ne dici se usciamo? Una serata tra amici, che te ne pare?»

Li guardò di nuovo. «Siete seri?»

«Sappiamo che non ne hai voglia, ma sappiamo anche che hai bisogno di sfogarti. Tutti qua ne hanno bisogno, non sorride più nessuno...»

«Come potrebbero.»

Kaminari abbassò lo sguardo. «Lui era l'unico che rideva anche per una sciocchezza... e ora nessuno fa manco più quello.»

Kirishima lo guardò triste per poi rivolgersi a Katsuki. «Allora? Vieni con noi?»

Il biondo sbuffò irritato, ma i due non si sarebbero aspettati quella risposta. «Va bene.»

Così quella sera uscirono.

skip time

Erano al bar, c'era quasi tutta la classe. Ma nessuno rideva, neanche per un Mineta schiaffeggiato da due ragazze. Nessuno se la prendeva con nessuno. Katsuki non se la prendeva con nessuno.

«Mi può portare una birra?»

Il biondo era seduto al bar e guardava con tono triste il bancone. Arrivò quasi subito la birra ordinata e la iniziò a bere. «Bakubro, tutto bene?»

«Si, ora sparisci capelli di merda.»

«Oiii bakugou! Immagino che non ti stia divertendo...»

«Da cosa lo deduci? Dalla mia voglia di andarmene o dalla birra che ho in mano?»

Il rosso e il biondo si guardarono per parlare allo stesso tempo. «Touché.»

Katsuki sbuffò. «Idioti.»

I due lasciarono Katsuki solo e andarono dagli altri. «Come sta?» chiese Mina.

«Da quello che vedo, uno schifo.»

«Non sta urlando neanche più a nessuno e questo ci preoccupa. Bakugou e gli insulti sono una cosa unica. È come dire il sole e la luna.»

«Kamibro. La luna e il sole non sono una cosa unica. Lo sai no?»

«Si, ma sono entrambe stelle. No?»

Fecero tutti un sorriso. «Giusto, giusto.»

Katsuki era ancora al bar. Ormai aveva bevuto una birra e voleva di più. Voleva ordinare un drink, ma non sapeva scegliere. «Mi dia un Negroni.»

Lo bevve così in fretta che pochi minuti dopo ne ordinò un altro accompagnato da un Bloody Mary. Era ubriaco.

«Ragazzo... non credi di esagerare? Potresti star peggio di come stai ora.»

«Se una persona alla quale tieni è in ospedale per colpa tua, te ne fotti se esageri. Ed è quello che sto facendo.»

«Lo sai che non si risolvono così i problemi? Affogandoli nei drink?»

Il biondo sbuffò. «Non ne ne frega un cazzo. E ora mi dia un Martiri.»

«Dovrei essere felice di ciò, ma non credi che bastino i drink che ti ho dato?»

«Lei è un barista. Io il cliente. Mi dia quello che le ho chiesto!! Adesso!»

«Si calmi ragazzo o la faccio buttare fuori da qua.»

Il biondo stava per rispondere, ma qualcuno lo fece al posto suo. «Mi scusi! Il nostro amico è fatto così, ma ora lo portiamo via stia tranquillo.»

Katsuki si alzò, si diresse verso la porta e uscì. Voleva solo andare ai dormitori: e così fece. Dietro di lui c'era Kirishima. Appena entrati si diresse verso il bagno: aprì il rubinetto, si sciacquò il viso e si guardò allo specchio. Aveva delle leggere occhiaie.

Non dormiva ormai da una settimana e quando andava a trovare Izuku dormiva poco e niente. Quella sera sarebbe dovuto andare dal verde, ma non sapeva se avrebbe fatto in tempo. Era ubriaco, ma voleva andare lo stesso da Izuku. Chiuse così il rubinetto, diede un pugno allo specchio e uscì da quel bagno.

«Bakubro, che hai fatto alla mano?»

«Fatti i cazzi tuoi una buona volta. Ho solo dato un pugno allo specchio.»

«Solo?! Ma ti rendi conto che-»

«Mi rendo conto che a quest'ora non dovrei essere qua.» e uscì.

Kirishima seguì Katsuki. Non sapeva dove fosse diretto, a quell'ora poi. Aveva in mano una bottiglia di birra e camminava in mezzo alla strada. Quando si fermò, il rosso lo guardò un po' per poi voltare il viso. Quello che si trovò davanti era un grande edificio con una scritta sola: ospedale.

My Healing || bakudekuWhere stories live. Discover now