capitolo 27

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«È complicato.» inizia sedendosi sul divano. Giocherella con un lembo della maglia e poi torna a fissare i suoi occhi nei miei.

«La conosco da un po'. È un'amica di mia madre.» spiega.

Annuisco mentre la mia curiosità aumenta.

Prendo posto sullo stesso divano, mantenendomi distante.

«Pensavo fosse più giovane...» mi lascio scappare pensieroso.

«Non dimostra i suoi quarantadue anni, infatti.» replica.

Oh, cavolo.

«Non ti seguo.» ammetto accigliato.

Sospira. «Mesi fa, ho fatto con colloquio per entrare a lavorare nella sua azienda. Mio padre era così orgoglioso e mia madre sprizza gioia da tutti i fori. Ma purtroppo, non sono stato accettato. Poi, un giorno, Victoria si è presentata davanti casa mia e beh, mi ha detto che se volevo il lavoro saremmo potuti scendere ad un compromesso. E io semplicemente ho accettato, non avevo altra scelta. Oggi è venuta ad avvisarmi. Sono stato assunto.» si stringe nelle spalle.

«Victoria? È così che si chiama?»

«Già» annuisce.

«E lei che ruolo ha nell'azienda?» domando confuso.

«La gestisce.»

Ah.

È nervoso, lo capisco dalla sua postura rigida e dalle gambe che non riescono a stare ferme.

«Era necessario venire qui? Non le bastava una chiamata?» non posso nascondere il mio tono irritato. Chi si crede di essere questa troietta? Stringo i pugni.

Sospira. «Preferiva darmi la buona notizia di persona.» la giustifica. Come se potesse giustificare. C'è qualcosa sotto. Capisco che non vuole parlarne, lo vedo dalla sua espressione che lo fa apparire chiaramente a disagio, ma non rimanderò ancora.

«Quale sarebbe il compromesso?» indago infastidito.

Si lascia andare sul divano, poggia la schiena stancamente sullo schienale e tiene lo sguardo basso. «Harry...»

«Parla.»

«Penso dovremmo finirla qui..è tutto così difficile.»

Il mio cuore smette di battere per un attimo. Cosa dice? Sbatto le palpebre. «No...» mormoro.

Porta nervosamente le mani nei capelli. Fissa il pavimento.

«Abbiamo sbagliato Haz, di nuovo. Non c'è nessuna possibilità che tra noi possa funzionare.» replica serio. Dannatamente serio.

Resto in silenzio per diversi minuti. «Smettila subito.» mi avvicino al suo corpo. «Non dire più una cosa del genere, io voglio stare con te.» Sono disperato. Il mondo potrebbe crollarmi addosso da un momento all'altro. Ed è l'ultima cosa che voglio. Voglio fare l'amore con Louis, perdonarlo altre mille volte e avere i soliti incubi per poi svegliarmi tra le sue braccia.

Prende un respiro profondo e mi osserva.

Poggio una mano sul suo braccio. Sobbalza.

«Non lasciarmi, ti prego. Tu stai scappando, Non è vero? Cosa ti spaventa? Lou parlane con me ti prego, risolveremo tutto insieme, ti starò accanto ma ti prego, non lasciarmi di nuovo io non-»

«Non rendere tutto più difficile.» mi prega.

Scuoto la testa mentre gli occhi iniziano a riempirsi di gocce di dolore. Il dolore che ormai fa parte della mia vita.

«Ma io...non puoi. Io non posso crederci...tu non puoi abbandonarmi, non dopo essere tornato di nuovo, non posso-»

«Per favore.» il suo tono è distrutto. Ma non quanto me.

her brother » l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora