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Yamaguchi's Pov

L'ennesima spinta.

L'ennesimo calcio.

L'ennesimo schiaffo.

L'ennesimo insulto.

Le mie mani tremavano,il mio respiro era irregolare. Successe di nuovo e anche quella volta rimasi in silenzio,non piansi,non mi lamentai,non mi opposi...non ne avevo la forza, probabilmente non ne avevo mai avuta.

Perché?

Perché proprio a me?

Sono io...quello debole?

Continuavo a ripetere queste parole nella mia testa seduto sul gradino dell'entrata della mia scuola media,era finalmente finita quell'orrenda giornata e come ogni giorno,un gruppo di ragazzini si era avvicinato a me per "divertirsi",per poi correre via non appena si resero conto del richiamo da parte dei loro genitori che erano ormai arrivati e pronti per riportarli a casa. A me invece non rimanevano altro che brutti lividi sulle ginocchia e sulle braccia.

Era questa la mia quotidianità da due anni a questa parte, ciononostante non mi sia mai realmente sentito parte di un gruppo,passando intere giornate da solo. Ero come un contenitore su cui gli altri bambini riversavano tutte le loro frustrazioni. Non potevo farci nulla,agli occhi degli altri ero solo e unicamente io quello sbagliato,quello fuori luogo e strano che chiunque avrebbe preferito evitare,la persona migliore su cui scaricare la propria rabbia. Il mio corpo era ormai sempre stracolmo di lividi e ferite che mi procuravano gli altri, non riuscivo più a trovare scuse per giustificare tutte queste brutte macchie sul mio corpo ai miei genitori, così era da un po' di settimane che usavo la scusa della "caduta in bici",dato che per recarmi a scuola usavo sempre quella.

...

-"Mamma! Papà! Sono a casa!"- dissi con un tono di voce abbastanza alto per assicurarmi di essere sentito.

Poco dopo mi apprestai a chiudere la porta e,mentre finivo di girare la chiave nella serratura, sentì dei passi arrivare dalla cucina.

-"Eccoti,sei arrivato finalmente. Tuo padre ha molto lavoro da sbrigare e non tornerà prima di qualche giorno,desiderava tanto salutarti ma purtroppo non ha potuto.Mi ha detto di dirti di chiamarlo più tardi,ma ora vai a cambiarti che è pronta la cena."- disse mia madre mentre mi scompigliava i capelli,per poi darmi un bacio in testa e dirigersi nuovamente in cucina.

Salì velocemente al piano di sopra,anche se un po' barcollante per via dei lividi sulle ginocchia,ma avevo troppa fame e lí per lí non ci pensai. Mi cambiai velocemente e,dopo essermi lavato le mani,scesi finalmente in cucina per cenare.

-"Allora? Com'è?"- chiese mia madre ridacchiando, indicando il piatto di ramen che finì in pochissimi secondi. Le sorrisi,sapeva benissimo che adoravo quel piatto quasi quanto le patatine fritte,e lo confermava l'averlo finito in pochissimo tempo.

-"Credo che il mio piatto vuoto parli da sé."- le dissi appoggiando una mano dietro la testa, ridacchiando appena.

Mi alzai velocemente da tavola ma per via di quel brusco movimento traballai per qualche secondo, le mie gambe non erano nelle migliori condizioni ma per fortuna non caddi. Sperai che mia madre non se ne fosse accorta,ma mentre stavo per mettere un piede fuori dall'uscio della cucina,mi chiamò.

"-Tadashi? Tutto bene? Ti sei per caso fatto male oggi a scuola? Vieni qui,fammi vedere."- disse con un tono che catalogai come abbastanza preoccupato.

𝑩𝒓𝒖𝒊𝒔𝒆𝒔/Yamaguchi Tadashi×readerWhere stories live. Discover now