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Yamaguchi's Pov

Continuavo a fissare un punto indefinito del muro davanti a me,ero in classe.
C'era talmente tanta roba nella mia testa che il mondo fuori lo sentivo appena,appariva come un'ombra evanescente,e me ne accorsi definitamente quando mi resi conto di non aver assimilato nulla delle lezioni fatte quel giorno,avrei dovuto assolutamente recuperare da solo o in caso contrario sarebbe stato un bel guaio.

Erano passati un po' di giorni dal mio arrivo in quella nuova scuola e stranamente tutto sembrava andare nel verso giusto. Dopo tanto tempo iniziavo ad assaporare il significato di "normalità" e "tranquillità", possibile che per cambiare la propria vita bastasse così poco?

È proprio vero però,tutto passa. Non sai quando,non sai dove, non sai come,ma tutto passa.

Ogni volta si ricomincia. Anche quando credi che non sarà possibile. Si ricomincia,tutte le volte. Ogni volta. Dopo essersi schiantati nel fondo,o anche solo dopo averlo sfiorato,si risale sempre su,anche se per un breve periodo. Perchè è così,tutto cambia,tutto il male passa. Volevo urlarlo al me stesso di tanti anni fa,lo volevo davvero,volevo dirgli di non arrendersi e di non scoraggiarsi.
E no,non ero ancora forte,per quello ci sarebbe stata ancora molta strada da fare,ma trovai fosse un cambiamento immenso non dover più temere di uscire dalla propria classe e dirigersi nei corridoi tremando per la paura di incontrare qualcuno che non avrebbe fatto altro che procurarmi livi,graffi e tagli,che puntualmente si trasformavano in cicatrici. Persi il conto di tutte quelle che acquistai sul mio corpo,mi chiedevo ancora il perché io non avessi fatto mai nulla,ma non riuscí a trovare una risposta,non ci ero ancora arrivato.

Avevo iniziato a frequentare gli allenamenti del club di pallavolo. Volevo già bene a tutti i miei compagni di squadra. Scoprì esserci con me anche Tsukishima, e sorrisi nel realizzare di trovarlo ovunque. Eravamo una bella squadra,si instaurò in poco tempo un legame molto solido, ma ovviamente le litigate non mancavano mai.

Una persona in particolare mi colpì non poco:un ragazzino dai capelli rossi,del primo anno,Hinata,che ricopriva il ruolo di centrale. Non aveva un'altezza adatta ad un giocatore di pallavolo, era piuttosto basso,ma mi raccontò che niente lo fermò e che iniziò a praticarla lo stesso. Sognava di diventare il "piccolo gigante",voleva arrivare alle nazionali. I suoi salti erano strepitosi,credevo non fosse possibile raggiungere una tale elevazione,sembrava quasi surreale. Non aveva ancora molta tecnica,lo affermavano anche i senpai,era inesperto e si percepiva,ma aveva del potenziale e questo lo capirono tutti.

Oltre a lui,era presente un vero e proprio prodigio: Kageyama,meglio noto da alcuni come "Il Re del campo",soprannome che però lui non sopportava minimamente,non saprei dire bene il perché. Era un genio assoluto e aveva un grandissimo talento,doveva solo imparare a collaborare di più.

Davanti a tutti loro,mi sentivo inutile e insignificante. Non ero bravo,non avevo talento,della pallavolo conoscevo solo i fondamentali. Uno come me difficilmente avrebbe aiutato la squadra,lo sapevo,ma nonostante questo mi rifugiai nell'idea che prima o poi sarei migliorato anche io, dopotutto non tutti abbiamo la fortuna di essere prodigi in qualcosa,ma la pallavolo a me piaceva e mi sarei sicuramente impegnato, perché avere fretta?

...

Le lezioni erano terminate e mi stavo dirigendo all'entrata della scuola,avevo chiesto a T/n di fare un giro prima di tornare a casa e decidemmo insieme di aspettarci lì.

-"T/n! Scusa per il ritardo,non sapevo di trovarti già qui."- dissi vedendola immobile con lo sguardo rivolto chissà dove.

-"Nessun problema,davvero! Sono io che sono in anticipo,oggi abbiamo finito qualche minuto prima così ho deciso di iniziare ad aspettare. Allora? Com'è andata la giornata?"-

𝑩𝒓𝒖𝒊𝒔𝒆𝒔/Yamaguchi Tadashi×readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora