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T/n's Pov

Il cielo era cosparso da leggere nuvole bianche mentre ardeva di un intenso arancione che lentamente si mischiava ad un viola più vivido.
Ero davanti alla finestra a godermi quei deboli raggi che riscaldavano la mia pelle,mentre un leggero vento cullava i miei capelli. Passarono due giorni dalla mia prima fisioterapia con Yamaguchi e ancora non riuscivo a credere a ciò che il medico quel giorno mi disse. Nonostante fossero passati ormai diversi anni dal giorno dell'incidente non riuscivo ancora a realizzare il tutto,non credevo che un giorno sarei realmente riuscita a raggiungere dei risultati,iniziando anche a vedere in un modo più limpido il mio futuro e il mio presente.

Osservavo una foto posta sulla mia libreria,mentre ne sfioravo lentamente con le dita la cornice,come a voler rivivere in qualche modo quel ricordo impresso su carta che nessuno mi avrebbe ridato indietro. Quell'immagine raffigurava me e mia madre.Entrambe eravamo stese sulla neve e ricoperte dai suoi minuscoli e gelidi fiocchi mentre timidi raggi di sole illuminavano i nostri occhi e un sorriso era dipinto sul nostro volto. Non avevo mai fatto particolarmente caso a quella foto in passato, questo perché capita di non riconoscere il valore di un momento finché quest'ultimo non diventa solo un lontano ricordo. A distanza di anni, infatti,non desideravo nient'altro se non rivivere, anche se per un solo istante, quel momento che prima mi sembrava comune e senza particolare valore,se non uno come un altro. Volevo riabbracciare mia madre,rivederla,sorridere con lei e dirle quanto le volevo bene,ma purtroppo tutto questo non era possibile,non più.
Mi sentì il cuore stringere in una morsa quando ripensando a mia madre,mi venne in mente ciò che mi disse in un momento particolarmente buio della mia vita e che avevo rimosso per chissà quale motivo dalla mia mente fino ad allora.

"Sii forte, perché il vero dramma della vita è perdere sé stessi."

Queste parole rieccheggiavano nella mia mente e quasi sembravano perforarmi l'anima e ogni singola parte del corpo.
Realizzai solamente in quel momento di non esser stata abbastanza forte e di essermi persa innumerevoli volte prima di incontrare Yamaguchi.
Da quando persi il controllo delle mie gambe e il mio più grande sogno la mia vita cambiò drasticamente:tutto ciò che per me era essenziale si sgretolò davanti ai miei occhi,senza darmi modo di accettare gradualmente la cosa.

Ogni singola persona che conoscevo si allontanò immediatamente da me,forse perché tutti iniziarono a considerarmi nient'altro che un peso,una ragazzina con una condizione al di fuori dall'ordinario.

Nessuno si preoccupò di accertarsi della mia salute,e più volte ci pensavo,più arrivavo alla conclusione che per la maggior parte della gente sarebbe stato meglio se non avessi mai più riaperto gli occhi.

Avevo marchiato nella mia memoria ogni singolo sguardo,sguardi in cui non leggevo altro se non ribrezzo, così taglienti da imprimermi una paura tale da farmi abbassare la testa ogni qual volta che attraversavo la strada o osservavo qualcosa,come se tutto quello accaduto nel tempo fosse da me desiderato,come se io fossi sbagliata e perennemente di troppo.

Per quanto mi sforzassi e cercassi di convincermi del contrario,la realtà era solo una: per loro non avevo più alcun valore,e se bastò così poco per allontanarli da me, probabilmente,non ne avevo mai avuto.
Perciò,non avevo il pieno diritto di definirmi forte,non lo ero...andavo avanti semplicemente perché davanti a me non vedevo alternative se non un'unica strada da percorrere,che altro non era se non quella della speranza.Avevo ormai toccato il fondo,fino a quando,a tirarmi fuori da quell'immenso oceano in cui ormai stavo sprofondando ci fu la mano di Yamaguchi,il primo in assoluto a rivolgermi la parola,il primo ad avere il coraggio di scavalcare l'apparenza, l'unico a non soffermarsi sulla mia sedia a rotelle,ma sul mio cuore e sulla mia persona.

𝑩𝒓𝒖𝒊𝒔𝒆𝒔/Yamaguchi Tadashi×readerWhere stories live. Discover now