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Non so se definirlo un bene o un male,ma quei mesi passarono in fretta. Non andai da nessuna parte durante le vacanze estive,rimasi da solo a casa mentre i miei genitori erano fuori per svariate ragioni,ma a questo ormai ero abituato. Ogni tanto,quando un po' di coraggio veniva a farmi visita,mi prendevo il lusso di camminare nei pressi della mia prefettura,ma non appena in lontananza riconoscevo il volto di persone da cui sapevo di dover stare alla larga,ritornavo immediatamente a casa. So di poter essere delineato tranquillamente un codardo o una persona incapace di difendere sé stessa, ma la verità era che quelli spettri che mi perseguitavano da una vita non erano ancora spariti,aspettavano in silenzio un mio passo falso per divorarmi nuovamente del tutto,per farmi sprofondare ancora e ancora. Intorno a me, continuavo a vedere solo il ragazzino fragile e ancora coperto di lividi,il ragazzino di un tempo che non aveva ancora imparato ad esser forte. Per questo,quando mi capitava di incrociare il viso delle persone colpevoli del mio dolore,la mia mente si annebbiava e le mie gambe agivano da sole,non avevo nemmeno il tempo di accorgermene,che ero già scappato da loro,lontano da tutto e da tutti,nel più completo silenzio.

Continuai così per il resto dei giorni,fino a quando non iniziai a studiare per prepararmi all'incubo degli esami di ammissione,che fortunatamente passai senza troppi problemi.Potevo così definirmi pronto per entrare nella Karasuno e per la prima volta nella mia vita iniziai a sentirmi realmente fiero di me stesso per qualcosa,ero felice.

...

Quel giorno arrivò e mi svegliai piuttosto presto,la notte non riuscì minimamente a chiudere occhio per via delle varie emozioni e i vari pensieri che mi impedivano di addormentarmi,crollando per appena un'ora e mezza e svegliandomi alle quattro del mattino. Decisi di non rimanere in camera, consapevole del fatto che non sarei riuscito a riaddormentarmi,troppo attirato da quella debole luce che regalava ogni volta l'alba. Ho sempre amato la Primavera,trovavo fosse la stagione perfetta, una via di mezzo tra tutte le stagioni esistenti,per non parlare dei colori meravigliosi che dipingevano il paessaggio,rendendolo quasi... angelico.

Mi alzai dal letto sbadigliando e uscendo dalla porta guardai brevemente in direzione di un piccolo specchio situato nella mia camera,non potei fare a meno di scoppiare a ridere: i ciuffi dei miei capelli erano sparati in ogni direzione e sembrava avessi preso nel sonno una scossa elettrica o avessi lottato con chissà quale strana creatura.Inoltre, guardando la mia faccia, si poteva chiaramente percepire che le ore di sonno quel giorno erano state poche,quasi inesistenti. Mi stropicciai per qualche attimo gli occhi ancora divertito e la mia vista finalmente si stabilizzò,scesi al piano di sotto e mi preparai per fare colazione. Entrando in cucina notai un biglietto posto sul tavolo,sotto un centrotavola,forse per evitare che qualche soffio di vento lo facesse cadere a terra.

"Buongiorno e buon primo giorno di scuola! Ti ho già preparato qualcosa da mangiare e nel solito posto troverai il bento da portare a scuola. Ci vediamo questa sera,spero di non tornare tardi come mio solito,ma come ben sai, purtroppo non dipende da me.
Ti voglio bene-mamma." A quelle parole sorrisi,era stata davvero carina a prepararmi tutto e sicuramente non era necessario,mi chiedevo a che ora si fosse alzata per cucinare tutte quelle cose e un po' mi sentì in colpa,ma in fondo se lo aveva fatto voleva dire che a lei stava bene così,lo apprezzai tanto.Quel gesto mi riempí di gioia.

Feci colazione e in seguito mi preparai indossando infine la nuova uniforme. Era formata da un gakuran nero,una camicia con il colletto bianco,un maglione color crema e dei pantaloni neri. Mi piaceva molto, era semplice e allo stesso tempo elegante,la trovai anche notevolmente comoda.

Per finire di prepararmi ci misi poco più di quaranta minuti ed effettivamente mi accorsi che era ancora prestissimo,ma non sapendo come occupare il tempo decisi di uscire di casa e raggiungere la scuola a piedi,avrei fatto un giro più lungo e camminando avrei avuto l'occasione di svegliarmi maggiormente.
Forse dormire così poco non mi aiutò molto,mi accorsi durante il tragitto di non vedere nemmeno dove stavo mettendo i piedi,e più volte mi capitò di fermarmi in tempo prima di sbattere contro un palo della luce,nel peggiore dei casi avrei fatto il mio primo ingresso a scuola con la fronte nera,ma devo ammettere che non ero propriamente sicuro di voler fare una figura del genere.

𝑩𝒓𝒖𝒊𝒔𝒆𝒔/Yamaguchi Tadashi×readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora