7 - Amici e nemici

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Durante il viaggio sul batiscafo che lo stava portando in salvo, Edward era riuscito a medicarsi e a tamponare le ferite, occupandosi prima di quelle da arma da fuoco, alla fronte e al braccio sinistro, e poi di quelle al braccio destro, azzannato...

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Durante il viaggio sul batiscafo che lo stava portando in salvo, Edward era riuscito a medicarsi e a tamponare le ferite, occupandosi prima di quelle da arma da fuoco, alla fronte e al braccio sinistro, e poi di quelle al braccio destro, azzannato da Tex.

La forza estranea che lo controllava, e che talvolta gli parlava nella testa, aveva fornito in qualche modo al suo organismo una capacità rigeneratrice fuori dal comune. Il dolore era cessato e l'uomo poteva già muovere le braccia senza grossi problemi. Si rilassò, in attesa di istruzioni. La sua mente, in assenza della voce che gli dettava gli ordini, era completamente sgombra da ogni pensiero ed emozione, come se tutti i ricordi e le sensazioni fossero stati messi da parte o cancellati, proprio come avviene ai dati quando si ripulisce la memoria di un computer.

Ora il batiscafo era fermo nelle profondità dell'oceano in paziente attesa, secondo i comandi ricevuti. Gettando uno sguardo dall'oblò anteriore, Edward notò una grande ombra che si avvicinava veloce, confusa nell'oscurità degli abissi. Ben presto si delineò il profilo di un veicolo che ricordava vagamente una manta, anche se di proporzioni gigantesche. Il sottomarino, avanzando agile ed elegante nelle profondità marine, si fermò esattamente sopra al piccolo natante, a pochissimi metri di distanza. Un largo portello sì aprì nel suo ventre e il batiscafo fu inghiottito nelle sue viscere, riemergendo in un'ampia vasca all'interno di un oscuro hangar.

Edward ormeggiò senza difficoltà, aprì il portello e saltò sul bordo della vasca, incamminandosi in direzione delle due figure in divisa che lo aspettavano di fronte all'apertura che dava accesso alle altre sezioni della nave. Aveva l'impressione di non essere mai stato in quel luogo, ma si muoveva comunque sicuro, ben sapendo ciò che doveva fare.

L'aspetto delle creature che lo attendevano non lo turbò affatto, sebbene si trattasse di due inquietanti esseri dalla pelle grigia, con profondi e grandi occhi neri che spiccavano su visi privi di tratti somatici di rilievo.

Gli alieni non dissero una parola; si limitarono ad aprire la porta alle loro spalle e ad accompagnare l'uomo lungo un tortuoso corridoio le cui pareti color antracite erano di tanto in tanto interrotte da larghe feritoie oltre le quali si intravedevano intrichi di cavi, tubi e strani meccanismi luminescenti in movimento. I loro passi rimbombavano sul freddo pavimento metallico, sovrastando il ronzio di sottofondo proveniente dalle apparecchiature della nave.

I due si fermarono davanti a un'altra porta, la aprirono e fecero cenno a Edward di proseguire. L'uomo avanzò senza esitazioni attraverso una barriera di luce verde abbagliante, aldilà della quale un'apertura a diaframma si schiuse automaticamente al suo passaggio.

Si trovò così in un'ampia sala circolare, costellata da svariati oblò lungo il perimetro e sorretta da una grande colonna centrale, tempestata da congegni e dispositivi di vario genere.

«Eccoti, finalmente!» lo accolse un alieno dall'aspetto imponente, che indossava un abito più elegante ed elaborato rispetto alle scarne divise attillate dei due che lo avevano accompagnato.

Roy Rocket - La vera storia - Vol. 1Where stories live. Discover now