13 - Arrivi e partenze

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«No, maledizione!»

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«No, maledizione!»

Scampato all'orrore del mortale torneo di Kantogea, Roy non aveva desiderato altro che sprofondare nelle morbide poltrone del confortevole abitacolo creato dal dispositivo, per rilassarsi qualche minuto prima di affrontare ancora una volta l'ignoto. L'esclamazione di rabbia e delusione gli era quindi salita dal profondo della gola in modo del tutto naturale, quando invece si era ritrovato al cospetto del misterioso pagliaccio autodefinitosi il Guardiano dei Destini Cosmici.

«Ancora tu! Perché diavolo ci hai fatto venire qui, adesso?»

«Lieto di rivederti, Roy» rispose imperturbabile la creatura, con un sorriso sornione.

«Io no, per niente. Mi dai sui nervi, sai?»

«Come, scusa?» replicò la creatura, amareggiata da quell'affermazione.

«Quasi avrei preferito rimanere su Kantogea, piuttosto che rivederti!» affermò perentorio il ragazzo.

«Addirittura! Non ci posso credere... Perché tutto questo astio nei miei confronti?» chiese il clown, avanzando a passo lento sul marmo bicolore del pavimento della grande piramide rovesciata.

«Perché i pagliacci non mi piacciono, lo sai» rispose categorico Roy, puntando il dito verso il Guardiano, «ma soprattutto non mi piace essere portato qui contro la mia volontà solo per il tuo divertimento!»

«Scusa... chi è questo tizio?» intervenne Smogghel, disorientato.

«Ciao, Smogghel» fece il pagliaccio, cogliendo la palla al balzo per non dover replicare a Roy, «io per quelli della tua specie credo di essere conosciuto come lo Scrutatore del Divenire Universale.»

«Scusa» fece Smogghel, grattandosi il capo con aria perplessa, «ma non l'ho mai sentito.»

«Ah...» una mezza smorfia di delusione comparve sul volto dell'essere, «comunque, tra le altre cose, vi ho intercettati perché ci tenevo moltissimo a farvi i miei complimenti. Su Kantogea siete riusciti a sopravvivere grazie a un eccezionale spirito di collaborazione e al senso di fiducia che si è instaurato tra voi. Si tratta di una merce rara, anche in un Universo così vario e sconfinato; non dovete dimenticarlo mai!»

«Bene, grazie, gentilissimo. Adesso possiamo andare?» fece Roy, secco.

«Perché sei così scorbutico?» chiese il clown, accigliato.

«Perché mi sembra che tu ti stia divertendo alle nostre spalle! Ci spii di nascosto senza far nulla per aiutarci davvero, e poi non so chi diavolo c'è dietro a quella stupida maschera!»

«Te l'ho detto, è meglio che tu non veda le mie vere sembianze.»

«Perché, potrei spaventarmi forse?»

«Senti, Roy... Io voglio aiutarti, davvero!»

«Come no! Se proprio vuoi aiutarmi, visto che puoi trasportarmi ovunque a tuo piacimento, perché non mi rimandi a casa?»

Roy Rocket - La vera storia - Vol. 1Where stories live. Discover now