16 - Così vicini, così lontani

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La piccola capsula di salvataggio ammarò con dolcezza nel placido oceano, a poche centinaia di metri dall'isolotto vivente al quale era attraccato il Bolide

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La piccola capsula di salvataggio ammarò con dolcezza nel placido oceano, a poche centinaia di metri dall'isolotto vivente al quale era attraccato il Bolide.

«Non ci posso credere, Smogghel, ce l'abbiamo fatta! È tutto merito tuo!» esclamò Roy, euforico.

«Ricordati di dirlo ai deoliani, se mai volessero riconsegnarmi al Dignitario Supremo degli Emirati di Kwxygrtklst per rispedirmi in esilio!» fece l'alieno, con una punta di orgoglio per aver condotto il ragazzo alla salvezza e una di preoccupazione per il futuro che lo attendeva.

«Tranquillo, i deoliani ti accoglieranno con gli onori che meriti» sorrise Roy, «intanto però, cominciamo a uscire da qui, che ne dici?»

«Giusto» rispose Smogghel, scorrendo il piccolo pannello di controllo della scialuppa alla ricerca del comando di apertura del portellone.

«Dunque, dovrebbe essere questo...» ipotizzò, sfiorando un'icona lampeggiante sul display incassato nel sedile.

I due furono investiti da un potente spruzzo nebulizzato di una sostanza dall'acre odore di varechina, sprigionatosi da minuscoli fori disseminati sulle pareti della navicella.

«Maledizione! Spegni quell'affare!» esclamò Roy, tossendo e riparandosi la faccia con le mani nel vano tentativo di proteggersi dalle venefiche esalazioni.

«Scusa, scusa! Deve essere la sostanza di decontaminazione, adesso il getto dovrebbe cessare!» disse mortificato Smogghel.

«Prima che soffochi, per favore!»

«Ecco!» fece l'altro, sicuro, «l'ho trovato!»

Stavolta il coriaceo alieno azionò il comando giusto e il soffitto della capsula si spalancò, accogliendo la pacifica invasione della luce del sole e lasciando disperdere le esalazioni della sostanza sterilizzante che stava soffocando Roy.

«Grazie...» sospirò il ragazzo, riempiendosi i polmoni di aria fresca, «Per nostra fortuna le procedure di partenza e di atterraggio erano totalmente automatizzate...»

«Che vuoi dire?» fece Smogghel, un po' risentito per il repentino calo di fiducia nei suoi confronti.

Roy sorrise all'amico senza rispondere, si limitò a dargli una pacca sulla spalla e poi si tirò su dalla propria postazione, aggrappandosi alle maniglie sotto il bordo dell'ampia apertura superiore della capsula. Si issò a fatica, a causa del ginocchio dolente, fino a mettersi in piedi sul sedile, sporgendo col busto all'esterno per dare un'occhiata intorno.

L'emozione che lo travolse, catturandolo in un caldo e forte abbraccio e togliendogli benevolmente il fiato, fu la stessa condivisa dai naufraghi in attesa sull'isolotto poco distante.

«NONNO, STEPHANIE, WENDI!» si sgolò, sbracciandosi fin quasi a perdere l'equilibrio pur di salutare l'equipaggio del Bolide.

«ROY! SIII!» Moses passò dalla disperazione all'euforia assoluta, alzando le mani al cielo e proiettando Wendi in un gioioso e liberatorio volo, per poi riaccoglierla tra le braccia, in un festoso girotondo di esultanza.

Roy Rocket - La vera storia - Vol. 1Where stories live. Discover now