Capitolo 23

38 2 0
                                    

Festa di compleanno pt2

Halsey POV

Digito le cifre sul mio cellulare per chiamare un mio collega di lavoro al quale ho dato la copia delle chiavi del negozio, ma la risata di Kaito mi ferma. Alzo lo sguardo e lo guardo per capire cosa c'è di così divertente in questa situazione.

La sua schiena ancora appoggiata alla porta e sorride, nota il mio sguardo su di lui e finge di tossire per fermare la sua risata

<<Mi spieghi perché cazzo ridi?>> gli chiedo

Si guarda intorno per poi guardare di nuovo me e sulle sue labbra riappare un sorriso

<<Ho visto un porno iniziare così>> dice e scoppia di nuovo a ridere

Mi giro e afferro il primo scatolo pieno di scarpe e provo a buttarglielo contro, ma corre via

Lo seguo e vedo che si è seduto su un divanetto che abbiamo messo io e i miei colleghi qui di nascosto, quando uno di noi ha sonno viene qui a dormire, spesso quella che dorme sono io. Lo faccio solo nell'ora di spacco però. Giuro.

<<Ci dormo là sopra>> gli dico buttandogli una scarpa presa dalla scatola

<<Hey!>> urla fingendo di essersi fatto male

Si alza per sedersi a terra con la schiena alla parete del corridoio in cui siamo, mi siedo anche io davanti a lui

<<Non trattarmi come fossi un'altra Clio>> gli dico con tono ironico e lo vedo sorridere

<<Non sei così stupida allora>> mi dice

<<Credi io non avessi capito cosa avete fatto mentre eravate da soli?>>

Resta in silenzio e butta la sua testa dietro fino a toccare il muro. Sembra esausto.

Ricordo di non aver chiamato più il mio collega e prendo il telefono velocemente. Aspetto qualche secondo prima che lui risponda.

<<Hey, per caso potresti ritornare al negozio? Sono bloccata nel deposito. Grazie mille.>> stacco la chiamata e tiro un sospiro di sollievo

Guardo Kaito e noto il suo essere impassibile, nonostante abbia sentito la conversazione.

<<Come stai?>> chiedo con un tono un po' intimorito, non so se faccio bene a chiederglielo e se la sua reazione a questa domanda sarà positiva

<<Hai presente un pianeta orfano?>> sembrano passati secoli prima di ricevere questa risposta, l'imbarazzo mi stava uccidendo

<<Un pianeta che non ha i genitori?>> la mia risposta lo fa ridere e mi guarda come fossi stupida

<<Pianeta orfano o anche pianeta interstellare, vengono chiamati così quei pianeti che vagano da soli nel nulla cosmico o possono anche vagare tra tanti pianeti, stelle, asteroidi e qualsiasi altra cosa ci sia nello spazio, ma non si legano mai. Non si fermano mai per qualcosa che incontrano nel loro percorso, restano da soli, forse per scelta, forse perché non possono, forse perché ciò che li circonda non gli permette di legarsi. Niente e nessuno li emoziona, se vogliamo renderlo più filosofico.>> finisce il suo discorso guardandomi e sorrido

<<Cosa c'è di positivo?>> chiede notando la mia espressione

<<Nulla, ma almeno mi sento capita da qualcuno. Ciò significa che non sono sola e nemmeno tu. Se siamo due pianeti che vagano da soli, forse siamo simili, facciamo lo stesso percorso. Insieme.>>

<<No, siamo molto diversi>> risponde secco, come volesse spegnermi e ci è riuscito

<<Sarà, ma posso capire il tuo dolore>> resto sul mio discorso cercando di consolarlo e non farmi respingere dai muri che crea con i suoi modi bruschi

RoommatesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora