Capitolo 13

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UN NUOVO PROGETTO

Nota dell'autrice: Ho pensato di provare a cambiare l'impaginazione del testo, in modo tale da agevolarvi lettura 📖 e commenti 💬
Spero sia per voi cosa gradita 🤗
N. B. il numero di parole è lo stesso dei capitoli che avete letto finora, potrebbe sembrare più lungo solo per il nuovo metodo di scrittura.
Pronti...? iniziamo! 🤩

Cammino spedita tra i vialetti del mio College. Ieri, con una telefonata, mi hanno avvisato che è pronto il diploma del Master e che posso ritirarlo.

Nelle cuffie ci sono i Florence & The Machine a farmi compagnia con "Dogs days are over", un pezzo che mi trasmette la giusta carica per incominciare la giornata.

È strano essere di nuovo qui, non sembra passato un solo giorno dall'ultima volta che ci sono stata.
Il Master in Editoria, a cui ho partecipato, si teneva in una sede distaccata, in un altro quartiere di Brightintown, quindi non tornavo al College dal giorno della mia laurea.
Trovo l'ufficio certificati ed entro.

«Buongiorno, sono qui per ritirare il diploma», dico alla donna seduta alla scrivania.
«Il suo nome, prego?»
«Eveline Valentine, ho completato un Master in Editoria», spiego all'addetta.
«Ecco a lei, Miss Valentine, occorre solo un'ultima firma qui, attesta il ritiro».
Firmo, ringrazio e vado via.

Fisso il diploma soddisfatta di me e di questo nuovo risultato. Per un attimo mi tornano alla mente le parole di Big Chester: "Quando finirai il Master, non sparire, eh?".
Una fitta di nostalgia mi contorce lo stomaco.

Mi manca tanto la casa editrice, avere un lavoro, degli orari. Mi manca fare quello che amo: lavorare sfogliando pagine di libri.
E mi manca... scaccio via quel pensiero.

Mentre percorro il vialetto che porta alla sala in cui frequentavo il corso di scrittura creativa, sento una voce familiare e nell'aria quello sconvolgente, inebriante e fortissimo profumo che non potrei mai dimenticare.

«Ricorda: i personaggi devono essere ben caratterizzati, sennò la storia non può funzionare...»
«Grazie professore».

Mi nascondo dietro una colonna del portico per non farmi vedere.

Cammina veloce con quella sua borsa da lavoro di pelle color testa di moro, la camicia di lino sbottonata al collo e si ravviva all'indietro il ciuffo di capelli corvini.
Quanto mi è mancato vedere quel gesto...

In un attimo, posso sentire di nuovo il rumore della pioggia battente sulle finestre della biblioteca, quella luce fioca dell'unica lampada accesa, e noi siamo di nuovo insieme...

«Mi cercava, professor Ruiz?» chiedo, percorrendo il corridoio della biblioteca.
«Sì... stamattina sei andata via e non hai visto il voto del tuo compito...» dice, porgendomi il mio scritto.
«A+? Mi ha dato una A+?» commento incredula, prendendo il mio compito tra le mani. «Perché?» gli domando.
«E' un compito eccellente Eveline, non so perché tu faccia così tanta fatica a crederci...» dice guardandomi dritta negli occhi.

Ha quei meravigliosi occhi a mandorla color cioccolato fondente...

«E' che io mi sono iscritta a questo corso solo per curiosità, voglio dire... non avrei mai immaginato di ottenere questi risultati. Penso sia tutto merito suo, professor Ruiz...»
«Il compito è tuo, Miss Valentine» risponde strizzandomi l'occhio.

Riesco a sentire la mia tensione nello stargli così vicina... devo andare via di qui.

«Bene, allora io vado...» dico, restituendogli il foglio.
«Eveline...» mi ferma ed io torno indietro verso di lui, come ipnotizzata.

Bitter LoveWhere stories live. Discover now