Capitolo 26

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BACIA LA PIOGGIA

⎯ Eveline

«Che ci fai qui… mamma?!».
Lei mi viene incontro e mi abbraccia.
«Sono contenta di vederti, Eve», dice, «sono venuta perché non ti fai vedere da due mesi, ieri non eri in radio, il tuo telefono era staccato e ho pensato che ti fosse successo qualcosa, piccola mia…»
«No, mamma, sto bene. Abbiamo bucato e siamo rimasti ad Innsville, abbiamo passato la notte lì e non avevo portato il caricabatteria per il telefono.»
«Come è andato il corso?» chiede mia madre, mentre cerco il cellulare nella borsa per metterlo a caricare.

«Accidenti, il suo portafogli!» esclamo, trovando nella borsa il portafogli che Alex mi aveva affidato stamattina.
«Mamma, posso prendere la tua auto? Devo portare questo al ragazzo che l’ha dimenticato» le domando.
«Dove devi andare?»
«A Mellport», dico prendendo le sue chiavi. «Torno subito.»
«Tesoro, stai attenta sulla strada!» dice lei, mentre richiudo la porta alle mie spalle.

Entro in macchina e stringo il portafogli tra le mani. Sorrido.
Ho una scusa per rivederlo, sono contenta.
Metto in moto e parto alla volta di Mellport. Percorro la strada, in radio mi tiene compagnia la voce di Alicia Keys che canta “Underdog”, accompagnata da quel dolce giro di chitarra e mi sento la protagonista di un film, che guida per fare una sorpresa alla sua persona speciale.

Do un’occhiata al portafogli sul sedile passeggero e mi torna in mente il suo viso stamattina, al risveglio, bellissimo e vicinissimo al mio. Poi l'immagine di Alex che tira un pugno in piena faccia a Patterson e io che resto lì, incredula: nessuno aveva mai fatto una cosa simile per me, prima d’ora.

Un brivido mi percorre la schiena e sorrido, dando gas e macinando miglia a tutta velocità.  
Ecco, questo è un altro di quei momenti. Quelli in cui senti di essere esattamente dove vorresti essere… che faccia farà quando mi vedrà? Ne sarà felice?

L’oceano si apre davanti a me e imbocco la strada della sua grande villa. Fermo la macchina, prendo il portafogli, faccio un grande respiro e scendo.
Cammino nel vialetto e, arrivata davanti alla porta, suono il campanello.
Quando la porta si apre, resto letteralmente pietrificata.
È lei, Meghan.

«Ciao, c’è Alexander?» chiedo con un filo di voce, stringendo così forte il portafogli da graffiarlo con le unghie.
«No, è uscito un attimo», risponde lei con un irritante sorriso stampato sulla faccia, «puoi dire a me, se vuoi…».
Resto un attimo in silenzio.

«Tu… tu sei la ragazza della festa… la stagista, mi ricordo di te» aggiunge lei.
«Alexander ha dimenticato questo nella mia borsa…» dico allungandole il portafogli.
«Oh, il solito sbadato!» commenta lei afferrandolo. «Eri in viaggio con lui e con gli altri?» mi chiede.

È appoggiata con una mano alla porta di ingresso ed ha l’altra mano sul fianco. Ha quel fare da “donna di casa”, sicura e fedele.
Più la guardo, più sento gli occhi farsi lucidi.
«Ehm… scusa, vado di fretta, devo scappare» dico e vado via di corsa.
Entro in macchina, parto e la vista mi si appanna mentre sento le lacrime scendere lungo il viso.
Cosa ho appena visto?



Apro la porta del mio appartamento, lascio le chiavi dell'auto a mia madre e senza dire una parola mi lascio cadere sul divano.
«Eve, stai piangendo? Che diavolo è successo?» chiede lei, sedendosi accanto a me.
«Lo sai che cosa odio più di tutto, mamma? Le bugie. Le bugie dette, senza che nessuno ti abbia chiesto niente, quelle gratuite. Perché la gente crede di poterti prendere in giro e fare come gli pare? Perché?»

«Eve, chi ti ha mentito?»
«Maledetto Chester!» urlo in un impeto di rabbia.
«Chester? È lui il bugiardo? Era qui poco fa…»
«Chester chi?» chiedo, sgranando gli occhi intrisi di lacrime.
«Eh, Chester chi… perché ce n’è più di uno?» chiede lei, cercando di nascondere che le viene da ridere.

Bitter LoveTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon