Un'ala a fianco a te

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Un'ala a fianco a te

Quel giorno la scuola di danza era davvero molto affollata. La maestra era impegnata con le allieve più piccole che le stavano attorno facendosi agghindare i capelli da fiocchetti e stelline.

A fine lezioni sarebbero arrivati alcuni genitori ad assistere.

La ragazzina in fondo all'aula però sembrava agitata e turbata all'idea. Se ne stava tutta in disparte timidamente seduta nell'angolino con le ginocchia al petto con il faccino triste.

Senza nessuno con cui parlare e imbarazzata dal suo stesso imbarazzo soffermó il suo sguardo triste ai rami dell'albero fuori da una delle finestre dell'aula dal parquet luminoso per il sole calante della sera di settembre.

Una delle ragazze più grandi del corso, anch'essa in disparte, notó la graziosa ragazzina, poco più che bambina, là sola e preoccupata all'angolo.

Sembrava nessuno si preoccupasse di lei. Così, smossa da un'enorme senso di protezione e dolcezza affrontó la sua timidezza e si avvicinò alla bambina.

"Ehi ciao.. Sto aiutando la maestra Lisa a mettere gli accessori nei capelli, tu cosa preferisci?" le chiese la ragazza dal viso sincero, porgendole una bustina in plastica trasparente con mollette di svariate forme e colori.

La bambina la guardò con timidezza e timore, come se non le fosse concesso parlare con nessuno.

La ragazza, intenerita si inginocchiò accanto a lei leggiadramente, ignorando totalmente il frastuono delle bambine attorno e ritentando l'approccio.

Sapeva cosa volesse dire sentirsi in disparte, senza che nessuno si curi di come faccia sentire.

"Hai dei bellissimi capelli color miele.. Secondo me questa farfalla violetto ti starebbe benissimo!

Comunque mi chiamo Ginevra, Ginny è più semplice".

La bambina si sbloccó leggermente e distese le gambe fasciate dalle collant spesse bianche.

Le sorrise.

"Ciao.. Mi piace molto la farfalla, a dire il vero io amo le farfalle e amo il viola.

Come facevi a saperlo?

Comunque piacere.. Io mi chiamo Dorothy" rispose titubante e impacciata la bambina.

Gin le sorrise teneramente e con delicatezza le appuntó la molletta a forma di farfalla color lilla glitterata su un ciuffo color miele.

"Ecco fatto Dorothy. Ti sta benissimo.

Mi ispiravi una farfalla lilla.. Delicata e unica."

Le due si sorrisero.

"Ok stelline! Venite tutte qui! Oggi le più grandi ci aiuteranno durante la lezione. Iniziamo dal solito riscaldamento e verso fine lezione mostriamo alle vostre mamme e papà cosa stiamo iniziando a preparare per il saggio finale, d'accordo?

Nina.. Fai la brava e vai a metterti al tuo posto!

D'accordo, iniziamo! " La giovane insegnante urlò con la sua solita energia in modo giocoso alle presenti seguita dai cori bianchi delle bambine felici e saltellanti che a seguito urlavano" siiii". La maestra era davvero molto amata e stimata da grandi e piccine.

Una delle ragazze, finito il discorso della maestra, accese lo stereo da cui partì una canzone pop e vivace che fece da base per il riscaldamento iniziale che durò venti minuti, dopodiché la maestra Lisa ordinò alle bambine di scegliersi una ragazza più grande da cui farsi seguire alla sbarra.

Era un esercizio per testare la preparazione delle più grandi e allo stesso tempo creare un senso di cooperazione oltre che un aiuto maggiore per lei che da sola doveva gestire classi intere di bambine.

Dorothy si accarezzava nervosamente il braccio lucido per il tessuto del body rosa con lo sguardo verso il pavimento tenendosi sempre in disparte rispetto al resto delle coetanee.

Ginevra notó di nuovo la ragazzina tre file in fondo alla sua e nonostante due bambine saltellavano davanti a lei in cerca della sua attezione, andò da lei.

"Ti seguirò io se per te va bene" affermò con pacatezza.

Dorothy annuì piano.

Iniziarono gli esercizi faticosi alla sbarra e Dorothy sembrava impacciata nonostante fosse minuta e leggera, ma Ginny con tranquillità le posizionava gli arti nel modo corretto, con voce tenue e rassicurante mettendo sempre più a suo agio la bambina che piano piano si sciolse e imparò gli esercizi.

Durante gli esercizi alla sbarra non era permesso parlare per non rovinare la concentrazione e serietà dell'allenamento, ma Dorothy sentiva il fprte bisogno di parlare alla nuova conoscente che era stata così gentile con lei come nessuno prima.

Poi arrivò il momento che aveva temuto per tutta l'ora: i genitori iniziarono a comparire dal corridoio che rasentava il parquet rialzato dove si faceva lezione e alcuni genitori con le. Braccia incrociate controllavano le prestazioni delle bambine.

Dorothy iniziò nervosamente a guardarsi attorno verso il corridoio in cui apparivano sempre più genitori curiosi. Il suo volto divenne sempre più preoccupato.

Ginevra lo notó e cercò di rassicurarla.

"Non ti preoccupare, fai come se non ci fossero pensa a goderti il balletto e non guardarli"

Dorothy non riusciva a smettere di controllare impaurita.

"Sai, anche a me mettono ansia.. Però cerco di isolarmi nella passione che ci metto, allora diventa più semplice"

La nuova canzone iniziò seguita dai passi delle allieve che scandivano il ritmo.

Dorothy si agitó vedendo una donna adulta spazientita guardarla dalla sedia in corridoio.

Così inizió a sbagliare i passi verso la fine e a sentire la pressione di quello sguardo su di lei.

Ginevra cercava di farle vedere i passi giusti, ma notó che Dorothy tratteneva le lacrime.

"Ehi.. Stai andando benissimo.. Lo imparerai, tranquilla!" disse mentre faceva una piroetta.

A fine canzone la maestra si congratuló con le allieve facendo il saluto finale come ad ogni lezione, salutò i genitori e si avvió alla sua scrivania per prendere le iscrizioni e i pagamenti, aiutata dalle sue assistenti alunne adolescenti dell'età di Ginevra.

Dorothy si avvicinó alla donna che la guardava spazientita.

"Dai forza Dorothy muoviti, ho la macchina parcheggiata in doppia fila."

Dorothy annuì veloce e corse nello spogliatoio a cambiarsi.

Ginevra notó la scena e capì perché la bambina fosse così sotto pressione, così con il borsone da danza in spalla decise di andare a salutarla prima di andarsene.

"Ehi Dorothy sei stata molto brava! Andrai sempre meglio!"

Dorothy, intenta ad infinilarsi i jeans rosa con le stampe di Hello Kitty sulle tasche, con quasi le lacrime agli occhi si avvinghió in un abbraccio alla più grande e rimase così per qualche secondo. Ginevra sorpresa ricambió con calore quell'abbraccio e si chiese quanto ne avesse bisogno quella bambina.

Dorothy sembrava non volersi staccare, così lo fece Ginevra con delicatezza.

"Ci vediamo giovedì prossimo, ok? "

" Si!!.. Grazie per essere stata così carina con me...vuoi essere mia amica? "

Ginevra venne scossa completamente da quella richiesta e la trovò così adorabile ma preoccupabilmente fragile e decise che l'avrebbe avuta sotto la sua ala di lì in poi.

Si trattenne dal commuoversi.

" Certo. Certo che sono tua amica Dorothy! Stammi bene piccola, a giovedì".

Così dicendo la grande la salutò con una carezza alla testa e salì i gradini dello spoiatoio ed uscì dalla palestra da sola.




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