The Son of Rage And Love

80 2 0
                                    


Con le cuffie Marshall alle orecchie e il passo spedito Dylan raggiunse la casa di Thom.

Una piccola casetta indipendente azzurrina con il prato falciato e i fiori che adornavano la facciata.

Thomas, figlio unico, viveva con i suoi genitori che per come la vedeva Dylan avrebbe voluto fossero i suoi.

Sempre pazienti, calmi e giovanili. Adoravano il figlio e lo supportavano in ogni sua scelta.

Il padre, grande appassionato di musica dagli anni settanta, aveva trasmesso questa passione al figlio e a Dylan, che fin da quando erano piccoli trascorrevano gran parte delle giornate a casa loro, avendo Dylan una situazione familiare instabile.

La madre, invece, era una donna estremamente serafica e affettuosa, che comprendeva sempre bene gli adolescenti e i loro sbalzi umorali, avendoci a che fare quotidianamente come insegnante alle superiori.

Molto spesso Dylan si trovava a sognare di essere stato adottato da loro.

Invece si trovava in una famiglia sfasciata, in cui andarsene era vista come la scorciatoia più fattibile.

Pensò riferendosi al suo odiato padre, che anni prima li aveva abbandonati, per seguire il suo sogno di diventare Rockstar, raccontandosi di fare il padre perché ogni tanto mandava qualche cartolina o perché li andava a trovare per pavoneggiarsi di qualche suo successo.

E le poche volte che c'era riusciva ad essere fastidioso, arrogante, inopportuno e a dire esattamente le cose che lo avrebbero mandato su tutte le furie.

E la madre? La madre era un'inetta che aveva accettato tutto il male che il padre, con il suo egoismo aveva loro causato, pensando fosse la cosa giusta per la famiglia, senza curarsi del dolore che aveva portato ai figli.

Thomas comparve dall'uscio nel suo solito look da skater boy, tutto tranquillo e felice per la serata che avrebbe passato insieme.

"Ehi Bro! Come butta?" chiese Thom sorridente, scendendo giù dai gradini verso l'amico.

"Mah.. Come sempre. Na merda." replicò Dylan roteando gli occhi scocciato.

"Daaaai Dy non fare così! Sta sera ci si diverte, ok? Cerca di lasciarti andare!!"

"Si.. Come no, lo faccio solo per te."

Thom gli diede una pacca sulla spalla felice e insieme si avviarono alla fermata del bus diretti al locale.

*

"Oh.. Sono così stanca.. Ho mal di testa.. Abbi pazienza, puoi sistemare tu qua da brava? Grazie. Vado a coricarmi sul divano."

"Si certo mamma, stai tranquilla" rispose docilmente Ginevra alla madre, rimanendo dunque sola in cucina con se stessa e i piatti da sistemare e lavare.

Mentre riempiva la lavatrice provó a interrogarsi sulle possibili domande che avrebbe trovato l'indomani nella verifica.

Si sentì pervadere da un forte senso di angoscia e irrequietezza, così si mosse nel sistemare e salutando affettuosamente la madre sdraiata sul divano con la tv accesa, si diresse nella sua camera chiudendosela alle spalle.

Passò a fianco alla sua libreria, con i suoi romanzi preferiti come il linguaggio dei fiori di Vanessa Diffenbaugh, alcuni romanzi di Agatha Christie o Sherlock Holmes, Cime tempestose e tutte le sue coppe per premi di ballo poggiate sui ripiani ordinati e maniacalmente puliti.

A fianco alla libreria in legno chiaro campeggiavano appese in serie le sue scarpette da ballo, da quando era piccolina alle ultime, dalle scarpette alle punte un po usurate sul collo per via dell'uso smodato che ne faceva.

CAOS AT SCHOOL Where stories live. Discover now