The Kid Is Alright.

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Quel mattino Dylan si svegliò notevolmente di malumore. 

Le fitte che gli diedero i suoi pensieri alla testa erano diventate insostenibili tanto da non farlo dormire la notte. 

Rimaneva sveglio a fissare il soffitto in penombra, a chiedersi dove avesse sbagliato. 

Come può una persona essere il tuo tutto, il tuo mondo, la tua luce per poi svanire nell'ombra? Per poi lasciarti cadere, spezzarti senza apparente ragione? 

Cercando i vestiti del giorno prima tra il mucchio di magliette, fogli, sketch e penne buttate per terra, Dylan trovò la scatola di antidepressivi che gli aveva prescritto lo psichiatra. 

Aveva procrastinato e addirittura ignorato l'idea di prenderli davvero, pensando fossero solo modi per inibirti, bloccarti e controllarti. 

E lui voleva essere se stesso, esprimere le proprie emozione e la propria sofferenza, ma il prezzo era diventato troppo caro. Così stacco una pillola dalla confezione e la ingoió. 

In cucina trovò Ginevra, sovrappensiero mentre preparava il caffè. 

"Ehi.." la salutò senza entusiasmo. 

"Buongiorno.. Ti ho fatto il caffè" 

"Grazie. 

Ti stai frequentando con il rosso?" chiese, sorseggiando dal suo caffè. 

Ginevra venne colta di sorpresa. 

"Cosa? Ah… Beh, più o meno.. C'è un interesse.. 

Ma perché ti devo raccontare le mie cose?! Tu non mi racconti mai niente!" 

Concluse distaccata Ginevra, addentando una fetta di pane e marmellata. 

"Ok, ok scusa! Scusa se mi interesso a te!" brontoló Dylan 

Ginevra lo guardò abbozzando un sorriso. 

"Beh.. Grazie. Si, ci frequentiamo credo." 

Dylan strappó un pezzo di pane alle noci e lo addentó. 

"Beh, spero solo non sia un coglione e ti tratti bene o gli spacco le gambe." avvertì la sorella. 

Lei lo guardò divertita dal suo brusco ed estremo modo di dimostrare protezione. 

"Mi sembra eccessivo Dy.. È un bravo ragazzo. Bizzarro, ma bravo." 

"Sarà.." rispose lui poco convinto. 

"Oggi vieni a scuola vero?" chiese Gin armeggiando con la sua cartella, quasi pronta ad uscire. 

"Dovrei?" rispose ironico, poi, notando lo sguardo di disapprovazione della sorella aggiunse " sisi vengo, tranquilla.". 

                                *

Thom, uscendo in ritardo quella mattina da camera sua si affrettò a infilarsi il pranzo al sacco che suo padre gli aveva amorevolmente preparato prima di andare a lavoro. 

"Tesoro! Hai fatto colazione?" spuntò in cucina la madre ancora in vestaglia. 

"No mamma, sono in ritardo.. Non mi è suonata la sveglia.." rispose frettoloso ma mantenendo la sua gentilezza verso la madre. 

"Tieni i soldi, almeno comprati qualcosa mentre vai. Ti amo tesoro, buona giornata" lo salutò con un bacio sulla fronte, guardando il ragazzo correre fuori dalla porta. 

Tirò su il colletto della sua giacca in jeans imbottita sentendo il freddo pungente andargli contro. 

Riuscì a prendere il solito pullman al pelo, correndogli dietro. 

Salì ancora ansimante, addocchiando un posto libero dal finestrino, si sedette. 

Infiló le cuffie alle orecchie, sparandosi 

" The kids aren't alright" degli Offspring e si perse nei suoi pensieri attraversando con lo sguardo la coltre di alberi sulla strada che lo separava dalla sua scuola. 

Inconsapevolmente il suo piede teneva il ritmo e le mani battevano ritmicamente sul tessuto in denim dei jeans all'altezza della coscia  immaginando di suonare la sua batteria. 

Una figura conosciuta gli si avvicinó di lato per sedersi e gli stava parlando. 

Thom spostò le cuffie dietro la testa e lo salutò. 

"Eri piuttosto preso da quella canzone, non volevo distrarti.. Ma ho visto il posto libero e mi chiedevo se potessi sedermi.." chiese il ragazzo. 

Era uno dei giocatori di football della scuola, uno di quelli popolari con la reputazione di essere dei totali stronzi. 

Ma con Thom era sempre stato gentile; si erano parlati appena due o tre volte in pullman, riconoscendosi come compagni di scuola. 

"Si.. È un pezzo che adoro, devo suonarlo con la mia band.." disse timidamente al ragazzo, e si sorprese di risultare così impacciato quando normalmente era molto socievole con tutti. 

Il ragazzo spostò lo sguardo curioso al display dell'ipod dell'altro. 

"Gli Offspring.. Ti si addicono.." disse scherzando. 

Thom sorrise con un espressione fintamente confusa. 

"Mi si addicono? In che senso? Ahah.." 

".. Scarpe Vans, jeans skinny, felpone e gli Offspring.. Tutto di te dice che sei uno Skater boy.. Passi le giornate con il tuo skate, ad ascoltare musica punk anni '90, a suonare con la tua band.. A pomiciare con le ragazze che ti trovano il ragazzo carino e gentile del gruppo.. Sbaglio? " il ragazzo lo fissò divertito negli occhi. 

Thom arrossì imbarazzato e gli rispose evitando il suo contatto visivo. 

" Uhm.. Quindi in breve mi stai dicendo che sono uno stereotipo?.. Comunque direi che hai azzeccato tutto a parte che non pomicio con le ragazze.. Non sono quel tipo.." svió tornando a guardare dal finestrino. 

L'altro ragazzo lo osservava curioso. 

"Non pomici in generale, o con le ragazze?" 

Thom si voltò turbato. 

"Ti piace mettere a disagio tutti o miri a qualcuno in particolare? Mi stai puntando come tua prossima vittima da bullo?" chiese fermo tra l'ironico e il serio. 

Il ragazzo, colto di sorpresa si affrettò a rispondere. 

"No.. Ehi.. Non sono un bullo. 

Scusami, non volevo apparire un coglione, ma temo di aver fallito. 

Ricominciamo da capo : Piacere, mi chiamo Mike. Tu?" 

Thom comprensivo gli porse la mano. 

"D'accordo Mike, ti credo. 

D'altronde come non sono il tuo stereotipo di Skater Boy, tu non sei il mio stereotipo di pompato bullo e stronzo. Giusto?" 

"È questa l'idea che avete voi sfigat.. Ehm voi altri di noi giocatori? Ahahh scherzo" 

Thom lo guardò con finto disappunto. 

Il loro viaggio verso la scuola terminò e i due scesero dividendosi per raggiungere i loro amici. 

"Allora ci si vede.. Skater boy!" lo salutò scherzando amichevolmente Mike. 

Thom ricambió. 

"Ciao Bullo! Non fare troppo lo stronzo" 

"Ci proverò!"

Thom lo guardò di sottecchi raggiungere i suoi amici fighetti e scomparire con loro all'interno dell'edificio. 

CAOS AT SCHOOL Where stories live. Discover now