L'abbandono

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Prologo

C'era una volta (così narra la storia), in una cittadina sperduta tra le Alpi Marittime, un commesso viaggiatore abbastanza alto, dalla chioma nero corvino e gli occhi azzurri, in molti lo ammiravano per il temperamento calmo ed equilibrato. Il suo nome era Giuseppe Icardi.

Era solito spostarsi spesso. Un giorno questi decise di ampliare il suo "mercato". La sera stette con sua moglie, Simona, una donna nella media dai capelli rossi e gli occhi color nocciola evidentemente tristi per l'imminente partenza del marito. La mattina seguente si alzò di buon ora e si avviò verso sud.

Stette via per tre anni e durante la sua assenza la moglie, con l'aiuto del garzone del pizzicagnolo, rimase incinta.

Tre anni dopo

Quando tornò a casa chiese chi fosse quel bambino - che tra l'altro gli era molto somigliante - e lei di rimando gli disse che quello era loro figlio, concepito con il fuoco della loro ultima notte di passione prima di lasciarla sola.

Lui ci credette e vissero felici, tutti insieme, fino a quando il fanciullo compì il suo tredicesimo compleanno.

In quell'occasione mentre stava giocando nel giardino di casa - uno spazio enorme, pieno di alberi di ogni genere - cadde da un ramo. Nulla di grave, sia chiaro, ma tramite quel taglio sul sopracciglio sinistro che sembrò non avere intenzione di rimarginarsi, scoprì l'esistenza di una rara malattia ereditaria che impedisce al sangue di raggrumirsi in breve tempo, fu così che l'uomo scoprì l'infame realtà: Raul non era suo figlio.

Da allora ebbe un solo pensiero. Sua moglie lo aveva tradito sia carnalmente che in qualsiasi altro senso e il bambino che crebbe come suo, non lo era.

Cominciò a pensare sul da farsi e infine, dopo un mesetto, ordì il suo piano. Propose al giovine un viaggio d'affari con lui, dopo di che avrebbero passato un po' di tempo insieme per consolidare il loro rapporto.

Il ragazzino accettò di buon grado e andò a dormire presto visto che sarebbero partiti di buon'ora l'indomani.

Il giorno seguente dopo aver fatto tutti i preparativi, fecero colazione, si lavarono, si vestirono e dopo aver salutato la moglie e madre si misero in viaggio.

Arrivati sul posto - un paesino ligure di poche anime, circondato dal verde e poco distante dal mare - incontrarono l'uomo più ricco e in vista del luogo.

Passarono una giornata all'insegna del divertimento, tra sagre e fiere. Di sera il riccone organizzò una festa per i due nuovi arrivati.

Durante il banchetto parlarono molto tra loro e l'uomo scoprì l'identità del benestante: era nientemeno il giovane garzone del pizzicagnolo, che dopo la notte infuocata passata con la moglie del commesso viaggiatore, sposò un'ereditiera canadese. Insieme si trasferirono in Liguria e comprarono molte proprietà e stabilimenti per incrementare la loro economia e diventare ancora più ricchi.

Senza saperlo erano finiti in casa di quello che era il padre biologico di Raul. A fine serata fecero accordi per incrementare le sue vendite.

Il giorno seguente, Giuseppe andò al mercato con suo figlio e si diedero a pazze spese. Poi l'uomo venne pervaso da un senso di rabbia e in preda a quel raptus, semplicemente si voltò in giro per assicurarsi che nessuno lo guardasse, sfilò piano il giacchetto dalle spalle del ragazzo, lo spinse facendolo cadere e cominciò a correre per non farsi trovare.

Sì, lasciò il piccolo lì e se ne andò, lo abbandonò in mezzo al mercato, in un posto che non conosceva affatto e si avviò verso casa come se nulla fosse accaduto.

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