Un giro sottacqua

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Prologo

Il parco sommerso di Baia nel Golfo di Napoli
Baia, Napoli 1990

«Venite, andiamo a vedere cosa si dice nel mondo di sopra» disse il perfido Roccomarak, nuotando con le mani palmidi fuori della città, da secoli inabissata.

Un gruppo di suoi simili lo seguirono fino in superficie e si nascosero sulla scalinata del castello così da tenere d'occhio la spiaggia di Baia, la quale è una piccola lingua di sabbia dorata, posizionata all'ombra dell'omonimo Castello.

«Guardate quante prede ci sono, andiamo a prenderne qualcuna!» Ordinò ai suoi compagni con un sorrisino diabolico e facendo muovere le branchie laterali al collo, che gli permettevano di respirare sottacqua, si rituffò facendo segno ai suoi amici di seguirlo.

Gli altri si immersero, in gruppo raggiunsero e cominciarono a toccare i piedi e le caviglie dei malcapitati che cominciarono a scalciare impauriti e cercarono disperatamente di raggiungere la riva. Roccomarak afferrò la caviglia di due ragazzi e li bloccò cominciando a portarli sotto lentamente. Così fecero anche gli altri non lasciandone in superficie nemmeno uno.

Invano i poveretti cercarono di liberarsi dalla presa per risalire e riempire i polmoni d'aria, la stretta era troppo forte. La loro agonia durò pochi intensi secondi, durante i quali si videro la morte davanti agli occhi. Appena ebbe la certezza del loro sonno eterno Roccomarak diede il suo primo morso a uno dei ragazzi da lui catturati, continuando a cibarsene strada facendo...

Oggi
Villa Ferretti, centro studi dell'Università Federico II dedicato all’Archeologia Subacquea, seminario sulle città sommerse d'Italia, a cura di Andrea Fattori.

«Vi è mai capitato di sentirvi toccare sottacqua? Magari avete chiesto ai vostri amici se sono stati loro e ricevendo risposta negativa, per paura o per fiducia vi autoconvincete che vi siete sbagliati o che si tratta solo di un'impressione e continuate tranquilli a fare il bagno e non ci fate più caso. Ma se non fossimo soli e sul fondale si nascondesse qualcosa?» Comincia il suo seminario sulle città sommerse d'Italia, il giovane archeologo Andrea Fattori.

La maggior parte dei suoi ascoltatori lo guardano perplessi e alcuni con un espressione mista di paura e curiosità.

«Come saprete, il comune di Baia custodisce i resti dell’antica città.
La città sommersa fa parte del contesto dei Campi Flegrei, situata in una zona d’origine vulcanica caratterizzata dal fenomeno del bradisismo. Detto fenomeno consiste in un innalzamento o abbassamento del livello del suolo molto veloce rispetto ai tempi geologici. Il parco sommerso si trova sottacqua proprio perché negli ultimi 2000 anni, il fenomeno ha causato un inabissamento della costa di 6 - 8 metri che pare essersi verificato in due fasi: tra il III ed il V secolo d.C., ancora in epoca tardo imperiale, che fu seguita da una più consistente invasione marina qualche secolo dopo. Baia fu in gran parte sommersa dal mare verso il VII - VIII secolo d.C.» Continua lo studioso cercando segni di interazione dai suoi interlocutori.

«Saprebbe darci qualche altra informazione storica sul sito? Ad esempio quando è stata istituita? Se ci sono aree protette. Altri cenni storici importanti, sa fa parte della mia tesi e vorrei fare un lavoro approfondito e accurato» risponde un ragazzone biondo, ben piazzato e con un paio di bicipiti da far crepare d'invidia John Cena.

«Certamente, nessun problema. Allora ti posso dire che il parco sommerso è un'area marina protetta localizzata sulle coste della città metropolitana di Napoli a nord del Golfo di Napoli. È anche definito "la Pompei sommersa", poiché ha una struttura simile a quella della città romana.
È stata istituita nel 2002 con decreto congiunto del ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e di quello per i beni e le attività culturali.
Le due aree protette, inserite a terra nel più vasto contesto del parco dei Campi Flegrei di competenza della Regione Campania, si propongono appunto la tutela e lo studio dei reperti archeologici sommersi in tali aree congiuntamente alla salvaguardia degli ecosistemi marini e costieri» risponde l'esperto in archeologia mentre sta già meditando su come mandare avanti il seminario.

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