Il mio più grande amore

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Genere: Fantastico, drammatico, avventura (target: 12-14 anni)

Range di parole: 2000-3500 parole

Data di scadenza: 5 febbraio 2021

Prologo:

Quanto sto per raccontarvi mi è successo all'età di quattordici anni; all'epoca ero un solitario e la mia situazione familiare non era delle migliori.

Avrei voluto scappare per non restare nell'incubo che era la mia vita, ma poi arrivò lei e tutto cambiò; la mia vita trovò un senso.

Con lei mi sentivo bene, dimenticavo tutti i miei problemi, mi sentivo apprezzato e amato per quello che ero e mai giudicato.

Ancora oggi mi ricordo le sue risate mentre giocavamo insieme e vivevamo le nostre avventure. Ma poi un giorno...

20 Ottobre 2005


Qui ha inizio la mia storia, la mia seconda vita, il cambiamento che cercavo, come dicevo prima ero un tipo solitario ma non per scelta; i miei compagni di scuola mi reputavano strano quindi nessuno voleva stare con me. Ah dimenticavo, io sono Carlo Rapetti, ho quattordici anni e vado in seconda media ad Imperia, città con un'anima antica e una più moderna, dove è bello perdersi tra i vicoli del Parasio, antico quartiere medievale. I borghi dell'entroterra, dove l'olio viene prodotto con i metodi antichi, i frantoi artigianali bellissimi a vedersi. Nei paesini che punteggiano la costa, dove passa una delle piste ciclabili più lunghe del Mediterraneo, si respira ancora l'aria dei borghi dei pescatori e qui ha avuto inizio tutto.

Prima ero un bambino vivace, scherzavo con tutti, avevo sempre il sorriso sulle labbra e avevo tanti amici poi due anni fa l'evento più traumatico che potesse accadermi è avvenuto, la mia povera mamma dopo un anno e mezzo di malattia e sofferenze non ce l'ha più fatta e ci ha lasciati.

Io, mia sorella più piccola e mio padre abbiamo reagito a modo nostro: io mi sono chiuso in me stesso per non dargli preoccupazioni. Mia sorella ha continuato ad essere ottimista in fondo aveva solo sei anni, era naturale che le manchi ma essendo piccola è come se riuscisse ad andare avanti meglio di noi. Pà invece ha giocato a fare il forte, come sempre, ma poi la notte lo sentivo piangere davanti alla foto della mamma che abbiamo messo all'entrata. Avrei voluto dirgli "papà io ci sono, puoi contare su di me, non c'è bisogno che ti nascondi", ma non ci sono mai riuscito. Almeno lui ha il suo lavoro a distrarlo la mattina io invece non ho nessuno e così poco per volta mi sono ritrovato nella situazione in cui vi ho descritto prima.

Come dicevo il 20 Ottobre 2005 in un normalissimo e noioso giorno di scuola come tanti, il preside bussa alla porta dell'aula e fa entrare lei, la ragazza più stravagante che abbia mai visto. Avete mai visto una persona presentarsi a scuola ad ottobre con un mini top con l'ombelico da fuori e un pantalone che non arriva neanche alla caviglia? Ebbene sì è proprio così che l'ho conosciuta.

《Lei è Ilaria, ragazzi e starà con noi per l'intero anno scolastico, ora si presenterà, siete pregati di stare in silenzio》

《Grazie signor preside, beh che dire mi chiamo Ilaria, mi sono trasferita qui dopo due anni passati a Londra, sono una giramondo grazie al lavoro di mia madre e mio padre ed eccoci qui a passare almeno un anno insieme》

Da come era vestita e dalla presentazione che ha fatto di sé ho capito che presto avrei avuto un'amica mentre gli altri no. Appena ha visto il mio banco è venuta a sedersi vicino a me e mi ha sorriso. Sotto gli sguardi giudicanti e ilari degli altri dieci stupidi componenti della mia classe ci siamo lanciati la prima occhiata d'intesa. I suoi occhi, che visione quegli occhioni grandi, color marrone scuro che ti lasciavano entrare nel suo grande mondo interiore, mi ci sarei perso ore intere. Quello che voi chiamereste un colpo di fulmine insomma.

Raccolta di OS creativeWhere stories live. Discover now