CAPITOLO 43 [In revisione]

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Fred aveva rimesso a letto Alice, dopo la discussione. Lei era calata nel silenzio e stava sdraiata, con un'espressione assente.
Fred la guardava, sofferente ed esausto: "Io..." sussurrò, "Io vado a prenderti un bicchiere d'acqua."
Poi si era alzato ed era uscito dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle. Quando arrivò in cucina, ad aspettarlo c'era Molly, con uno sguardo pieno di comprensione nel volto.
Fred si precipitò tra le braccia di sua madre e la strinse forte, piangendo debolmente.
"Figlio mio..." mormorava Molly, accarezzandogli la schiena, "Si sistemerà tutto."
Fred scosse la testa, sconsolato: "Non ne sono sicuro, mamma" singhiozzò, triste, "L'avete sentita tutti, prima. A volte sembra che non voglia nemmeno..."
"Vivere?" concluse Molly, triste, "Tesoro, la nostra Alice ha subito tante perdite e non ha ancora avuto il tempo di guarire... Può essere che tu debba essere forte per entrambi."
"E se non ce la faccio?" sussurrò Fred, "E se non riuscissi a fare abbastanza?"
Molly lo guardò negli occhi, seria: "Tu sei innamorato Frederick" gli ricordò, "Ma la vita delle persone non può e non deve essere una tua responsabilità."
Fred annuì piano e abbracciò di nuovo sua madre, lasciando che lo cullasse nella sua stretta calda e rassicurante.

Alice era ancora sdraiata e fissava il soffitto mentre contava a mente, pur di non pensare a nulla. Era arrivata a 3972.
Sentì la porta che si apriva e a malapena spostò lo sguardo.
"Alice" disse George, entrando, "Possiamo parlare?"
Alice interruppe il suo conto, controvoglia, e annuì mentre si tirava a sedere.
"Io ti voglio bene" disse serio, mentre si sedeva sul letto, "Per questo devo dirti questa cosa."
Alice lo guardò, in attesa.
"Mio fratello ti ama" cominciò George, "I miei genitori ti amano, io, Ron e Ginny ti amiamo e consideriamo una sorella."
Alice fece una smorfia di dolore, mentre resisteva alla tentazione di scappare di corsa e di tapparsi le orecchie.
"E io sono arrabbiato con te," sbottò lui, secco.
Alice lo guardò negli occhi, sorpresa.
"Non guardarmi così" esclamò George, furioso, "Sono arrabbiato con te perché tu non hai diritto di dire che vuoi morire, tu..."
Alice si tirò le ginocchia al petto, mentre una fitta si faceva strada verso il suo cuore.
"Tu fai parte di questa famiglia!" le ricordò, accusatorio, "E non puoi arrenderti così! Non puoi chiedere a noi di arrenderci- perché, se lo fai, spezzerai il cuore a tutti."
Ad Alice scese una lacrima silenziosa e mentre George si alzava per andarsene, Alice gli prese una mano: "Georgie..." sussurrò, "Ho paura."
A lui si intenerì lo sguardo e si sedette di nuovo di fianco a lei.
"Ho paura che tutto finisca, ho paura che qualcuno di voi sia in pericolo per colpa mia, o che a qualcuno di voi capiti qualcosa di brutto come a Cedric" disse tutto d'un fiato, con la voce rotta, "Non penso che ce la farei..."
"Le cose brutte capitano, Ally" disse George, piano e dolcemente, "Per questo dobbiamo goderci quello che abbiamo a pieno."
Alice lo guardò negli occhi, mentre quelle parole la colpivano come uno schiaffo.
Abbracciò forte George e lui la strinse, accarezzandole affettuosamente la schiena.
"Ally, posso chiederti una cosa?" sussurrò.
Lei annuì: "Qualsiasi cosa," disse piano.
"Parla con Freddie" la pregò, "Sta molto male."
Alice lo guardò, sentendosi malissimo, e fece sì con la testa.
Poi, George le fece un piccolo sorriso e si alzò, uscendo dalla porta.
Alice era ormai sicura che Fred non fosse a prenderle un bicchiere d'acqua, così si alzò in piedi e andò in salotto, raccogliendo il minimo di coraggio ed energia che le rimanevano.
Scese le scale lentamente, esitando. Fred era sul divano con Molly, appoggiato sulle sue cosce con la testa.
"Fred..." disse piano, vergognandosi, "Possiamo parlare?"
Fred si rizzò a sedere e si asciugò frettolosamente le guance. Molly fece un piccolo sorriso, stringendo le labbra, e si alzò, passandole di fianco.
Le accarezzò i capelli: "Vi lascio un pochino da soli," disse a bassa voce, poi tornò in camera sua.
Alice si avvicinò lentamente a Fred, guardando in basso, poi si sedette sul divano, dalla parte opposta: "Volevo solo dirti che mi dispiace..." mormorò pianissimo, "Mi dispiace tanto di aver detto quelle cose e anche solo di averle pensate."
Fred rimase in silenzio, ascoltandola.
"Mi rendo conto che ti ho ferito- che ho ferito tutti voi" continuò Alice, piantandosi le unghie nei palmi per mantenere il controllo, "E qualcuno mi ha detto che dovrei godermi di più ciò che ho, e quel qualcuno ha ragione."
Fred appoggiò i gomiti alle ginocchia e si coprì il viso, pensando: "Ho..." mormorò, "Ho costantemente paura di vederti scivolare via."
Alice deglutì, cercando di mandare giù il nodo che aveva in gola: "Lo so..." ammise, con la voce rotta, "Ti chiedo scusa."
Fred la guardò negli occhi, rossi e pieni di lacrime: "Mi uccide che tu pensi questo di te stessa, che pensi di... mi fa davvero male" disse, ferito e sofferente, "Mi fa arrabbiare che ti dimentichi quanto staremmo tutti male se tu non ci fossi."
Alice incassò, rimanendo in silenzio. Non c'era maniera di ribattere: Fred aveva ragione.
"Non sei qui perché è capitato, sei qui perché ti abbiamo voluta con noi" esclamò frustrato, strofinandosi il viso con forza: "Voglio che tu la smetta di agire come se nessuno ti amasse, come se a nessuno importasse se ci sei o no."
Alice abbassò lo sguardo: "Scusami..." ripeté piano, "Hai ragione- hai ragione su tutto."
Fred la guardò, triste: "Ti perdono..." disse piano.
Ad Alice salirono le lacrime agli occhi: "Mi perdoni, ma?" chiese, cercando di controllare la voce.
"Sono comunque arrabbiato, hai detto delle cose e..." sussurrò, "E ho bisogno di pensare."
Alice sentì una fitta al petto, come se le avessero tirato una coltellata: "O-okay..." mormorò, irrigidendosi e stringendosi i fianchi con le braccia.
"Dormo con George, stanotte" disse a bassa voce, alzandosi, "Buonanotte."
E poi salì le scale, mentre Alice si copriva il viso, cercando di non scoppiare in lacrime.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora