CAPITOLO 3

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La mattina seguente, Alice si svegliò con il canto dei galli, sbadigliando serenamente. Si voltò sull'altro fianco e trovò gli occhi assonnati di Ginny, che la guardavano.

"Buongiorno!" disse Alice, più rilassata che mai.

Ginny si fece scappare un lamento debole, ma poi le rispose con un sorriso. "Buongiorno anche a te," mormorò con la voce impastata dal sonno.

Alice si sollevò sui gomiti, sbadigliando nuovo. "Perciò..." esitò, un tremolio agitato che le attraversava la voce, "Immagino che oggi sia il mio primo giorno di scuola."

Ginny annuì, entusiasta. "Andrai benissimo!" la rassicurò, "E poi passeremo un sacco di tempo assieme."

Alice le scoccò il più magnifico dei sorrisi.

"Non pensavo che sarei stata così fortunata con le amiche" pensò, sentendosi colma di gratitudine, "E poi al primo colpo."

Si alzò dal letto con un balzo, presa da un'improvvisa scossa di energia, e scelse gli abiti che avrebbe indossato per l'occasione: dei pantaloncini in tartan beige, che le si stringevano sulla vita, e un maglioncino bianco e morbido. Li indossò velocemente, si pettinò i capelli e fece le valige, poi provò a smontare il letto ma Ginny la fermò con un gesto.

"Non smontarlo, tanto passerai le vacanze di Natale da noi," le ricordò

"Oh" fece Alice, fermando i propri movimenti a mezz'aria, "Giusto."

Non aveva pianificato di dire nient'altro, in realtà, ma le parole le uscirono dalla bocca come una cascata traboccante.

"Non capisco se sono felice" bisbigliò, fissandosi le mani, "O se mi ricordi semplicemente che mio padre non riesce nemmeno a guardarmi..."

Alice apprezzò profondamente Ginny in quel momento. Non disse niente ma le strinse le mani e le rivolse uno sguardo espressivo che, in qualche modo, la fece sentire accettata, guardata e capita. Alice si trovò a sostenere il suo sguardo per qualche minuto e, improvvisamente, strinse la sua amica in un abbraccio.

"Alice?" disse Ginny dopo un po', accarezzandole la schiena con un sorriso, "Dovresti presentarti in divisa."

"Oh" rispose l'altra, imbarazzata, "Mio padre non l'ha comprata perché tanto studiavo da casa- me la invierà tra poco con un gufo."

"Ah" fece Ginny e poi si voltò dall'altra parte, alzando le sopracciglia, "Credo sia pronta la colazione."

Alice annuì, grata per le capacità di Ginny nel cambiare argomento, e la seguì fino alla sala da pranzo.

Quando entrò in cucina, Alice venne avvolta da un profumo delizioso di uova strapazzate e pancetta e si guardò attorno, assaporando l'atmosfera armoniosa e casalinga. Molly si stava destreggiando ai fornelli, canticchiando sottovoce, mentre Arthur ed i gemelli erano già seduti e scherzavano tra loro.

"Buongiorno," disse timidamente Alice, avvicinandosi al tavolo.

"Buongiorno cara!" le rispose Molly, sorridendo- improvvisamente, come se si fosse ricordata di qualcosa, la donna cambiò espressione. Girandosi verso le scale, prese un respiro profondo, poi iniziò a gridare: "Ronald Weasley, sbrigati o andrai ad Hogwarts a piedi!"

Ad Alice scappò un sorriso, mentre Ron appariva da in cima alle scale, borbottando un "miseriaccia" soffocato.

"Alice, mia cara" esclamò Arthur, indicando una sedia, "Vieni, accomodati!"

Quando Alice si sedette al fianco di Ginny, rivolgendo un ringraziamento silenzioso ad Arthur, i gemelli le diedero il buongiorno allegramente. Fred, tuttavia, le rivolse un sorriso particolare, diverso, anche se Alice non sapeva spiegarsi in che modo. Forse furbo? Forse ammiccante? Non ne aveva idea, ma le provocava una strana sensazione allo stomaco.

"Allora, biondina" la stuzzicò, girando lentamente il cucchiaio nella sua tazza di tè, "Hai trovato qualche risposta alle tue domande?"

Alice gli lanciò un'occhiata eloquente e si versò il caffè con calma, prendendosi il tempo di rispondere. "Non saprei, Freddie" lo prese in giro con un mezzo sorriso, guardandolo negli occhi, "Forse mi servono delle lezioni, dopotutto."

Le labbra di Fred si incurvarono in un ghigno divertito e, invece, le sopracciglia di Ginny schizzarono in alto in un moto di ilarità, mentre la ragazza scoppiava in una risata.

"Non credo che Fred sia la persona più adatta per le lezioni, Alice," la mise in guardia, scuotendo la testa.

"E perché no, Ginny?" lo difese George con un sorriso, dandole di gomito.

"Ma che lezioni?" chiese Ron, ancora mezzo addormentato.

"Oh, nulla di che" rise Alice, scrollando le spalle, "Forse, alla fine, non ne ho poi così tanto bisogno."

"Non sono d'accordo," obiettò Fred con un occhiolino, schiarendosi la voce.

Alice si limitò a sorridere e a scuotere la testa. Quel Fred la divertiva parecchio. Come se non bastasse, era incredibilmente bello.

"D'accordo..." borbottò Arthur, facendo scorrere lo sguardo da Alice ai suoi figli, "Lasciatela mangiare, ragazzi."

"Non c'è problema" lo rassicurò Alice, "Mi sto davvero divertendo!"

"Che anno frequenterai, Alice cara?" chiese Molly, interessata.

"Il sesto, ho sedici anni," rispose lei, addentando un toast.

"E com'è possibile che tu stia partendo dal sesto?" chiese Ron, che Molly fulminò con lo sguardo. "È che pensavo non fossi mai andata ad Hogwarts..." esitò, terrorizzato da sua madre.

"Ho studiato da casa. Un po' da sola, un po' mi hanno aiutata dei professori o mio fratello."

"Non è vietato fare magie fuori da Hogwarts?"

"Beh, per me hanno fatto un'eccezione."

"Non so quanto sia saggio fidarsi delle tue capacità negli incantesimi," la prese in giro Fred, mordicchiandosi un labbro.

Alice alzò un sopracciglio, con atteggiamento di sfida, e gli rivolse un sorriso beffardo. Gli puntò la bacchetta contro e ridacchiò, scuotendo la testa.

"Ma davvero?" mormorò, compiendo un movimento preciso col polso, "Aqua Eructo!"

Dalla bacchetta partì un piccolo e preciso getto d'acqua, che infradiciò la faccia di Fred, provocando le risate della famiglia.

Fred socchiuse gli occhi di colpo e annuì, sconfitto. "D'accordo" disse a bassa voce, passandosi una mano sul viso bagnato, "Me lo rimangio."

"Te lo sei meritato," commentò Ginny, facendo spallucce.

Alice porse un fazzoletto a Fred, drammaticamente, come se stesse rispondendo al gesto col cappello della sera prima.

"Forse posso darti lezioni io, Freddie."

Poco più tardi, la stazione di King's Cross era in fermento. I babbani brulicavano come formiche rumorose, afferrando le loro ventiquattr'ore ed i bagagli da viaggio, prima litigando e poi chiacchierando tra loro. Alice non aveva mai visto un babbano dal vivo e si stupì della somiglianza che avevano con loro. Insomma, li vedeva nei film- ma non era la stessa cosa.

Lei e la famiglia Weasley avanzarono velocemente, trascinando i carrelli colmi di valige verso il binario 9 e 3/4. Con un po' di esitazione, Alice si fermò davanti al muro tra il binario 9 ed il binario 10. Era arrivato il momento. Il momento di un nuovo inizio. Non si sentiva affatto pronta.

"Tutto bene cara?" chiese Molly, avvicinandosi e appoggiandole una mano sulla spalla.

"Cedric mi aveva raccontato che avrei dovuto attraversare il muro" spiegò, "Però..."

"Non farà male" la rassicurò Molly, sorridendo, "Andrai benissimo, promesso."

Alice guardò con enorme gratitudine la donna di fronte a lei e, suo malgrado, pensò allo sguardo assente di sua madre. Scosse impercettibilmente la testa, scacciando l'immagine. Non importava, in quel momento- era ora di cominciare un nuovo capitolo della sua vita.

"Grazie," mormorò.

Poi prese la rincorsa e attraversò il muro.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora