CAPITOLO 83

803 58 8
                                    

DISCLAIMER: ho deciso di fare un time jump, chiaramente riassumendo i mesi passati- a questo punto della storia siamo all'1 Aprile 1996. Mi scuso in anticipo, so che questo capitolo sarà parecchio noioso e, infatti, ci ho messo un sacco di tempo a trovare la voglia di scriverlo. Purtroppo, era necessario per il time jump ma prometto che dal prossimo inizierà la vera azione! Buona lettura!

Erano, ormai, passati diversi mesi dalla Caccia di Hosgmeade.

Alice si allenava sempre più spesso, seguita da Silente, Remus ed Harry, e si sentiva sempre più frustrata. La visione del Molliccio la tormentava costantemente, impressa nel suo cervello come da un ferro rovente. Anche solo il pensiero di ciò che sarebbe potuta diventare la faceva piombare in uno stato di isteria.

Ebbe un episodio particolarmente brutto quando Silente decise di far assistere chi era a conoscenza dei suoi poteri a uno degli allenamenti — come diceva il preside, era importante che sapessero e fossero preparati.

Tuttavia, non appena fu tutto finito, Alice scappò nel suo dormitorio e si rifiutò di vedere chiunque fino alla sera del giorno dopo: non Remus, non Harry, non Fred.
Non voleva sapere cosa pensavano del fuoco e dei suoi occhi rossi e furenti, dei terremoti e della terra che si spaccava o dei fulmini, che poteva scagliare a suo piacimento.
E quando avrebbe iniziato a sollevare i Mangiamorte in aria per scaraventarli da qualche parte? Alice si chiedeva cosa avrebbero pensato, allora.
Specialmente, non voleva sapere cosa pensava Fred. Era certa dei suoi sentimenti per lei, ovviamente. Ma non riusciva a sopportare il pensiero che forse avrebbe potuto spaventare anche lui. E guai, se qualcuno le avesse detto che era assolutamente impossibile. Non voleva le parole di conforto, non aveva intenzione di sopportare le bugie che si raccontavano tutti. Se anche solo un'altra persona avesse cercato di convincerla che non era pericolosa e che era assolutamente impossibile che potesse fare male a qualcuno, sarebbe esplosa.

Ma, quando si dimenticava dei propri poteri e della guerra, era felice.
Andava spesso negli alloggi di suo padre per ricevere un po' di conforto, specialmente quando i pensieri la tormentavano, e a volte si sfogava con lui: Remus non cercava di consolarla, ma la teneva stretta e la ascoltava, ogni volta. Era incredibile come, solo con la sua presenza, suo padre riuscisse a farla stare meglio.
Qualche volta, Sirius riusciva a raggiungere il resto della famiglia e cercava di passare più tempo possibile in loro compagnia, ma gli incontri dell'Ordine erano sempre più frequenti. Specialmente perché si pensava che Voldemort avrebbe colpito da un momento all'altro. E, a quel punto, per Alice sarebbe arrivato il momento di intervenire. Ma lei non voleva pensarci, nella maniera più assoluta. Nonostante gli sbalzi di umore, gli attacchi di panico, gli incubi e un'ansia opprimente, cercava di godersi ogni giornata tranquilla e felice. Anche quelle noiose. Soprattutto quelle noiose — tuttavia, cercava comunque di tenersi occupata.
Draco la aveva aiutata parecchio, durante quel periodo. Sapeva perfettamente che qualcosa non andava e il Molliccio che aveva visto il giorno della Caccia ne era la prova. Ma conosceva Alice: sapeva quando non aveva intenzione di parlare. Così, si godevano la presenza l'uno dell'altro, facendo qualsiasi altra cosa. Studiavano, scherzavano, uscivano, giocavano a carte, andavano alle feste, stavano in silenzio... qualunque cosa.

Inoltre, aveva finalmente convinto il resto del gruppo! Draco, ormai, era ben integrato. Lui ed Hermione costringevano spesso il gruppo a studiare, specialmente Harry, Ron e i Gemelli, che non ne avevano la minima voglia. Draco si era rivelato più che intelligente, sconvolgendo così le aspettative di quasi tutti, tranne Alice e Fred — non perché sembrasse stupido, ma solo per pregiudizio. A proposito di Fred, lui e Draco avevano legato stranamente molto, uscendo anche senza Alice e scherzando spesso.
Durante una serata, nella Sala Comune dei Grifondoro, avevano bevuto qualche pinta di troppo e si erano messi a cantare e a ballare. L'unico problema era la stazza di Fred — il doppio di Draco in larghezza e almeno quindici centimetri più alto — che con una spallata accidentale lo aveva fatto volare dall'altra parte del divano.
Ci erano voluti due giorni di smorfie imbronciate ed imprecazioni, prima che Draco accettasse le sue scuse.
Draco non aveva legato solo con Fred ma anche con Hermione, a cui aveva chiesto scusa per tutti gli insulti degli anni prima, George e Harry. Ron e Ginny, seppur civili, rimanevano diffidenti.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora