CAPITOLO 56 [In revisione]

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DISCLAIMER: la canzone presente in questo capitolo NON è mia. È "Worst of you" di Maisie Peters. Ho modificato una parola solo per adattarla alla storia.
Buona lettura!

Alice, la mattina dopo, si svegliò esausta. Fece appena in tempo a farsi un bagno e a lavarsi i capelli, poi corse a fare colazione.
Arrivò in Sala Grande, affannata, e si guardò attorno, cercando dei capelli biondi. Scosse la testa, delusa, e raggiunse Harry.
"Hey!" lo salutò con un sorriso, "Come stai?"
"Bene, tu?" rispose lui, versandole del caffè nella tazza.
"Ho avuto una discussione con Fred, ieri sera" raccontò Alice, sospirando, "Non vuole che io combatta."
"È comprensibile," le disse Harry, alzando le sopracciglia.
"Lo so, lo so..." fece lei, prendendo un sorso di caffè, "È solo che a volte è come se non potessimo fare a meno di litigare, è estenuante."
Harry strinse le labbra e le passò una mano sulla schiena: "Hai detto agli Weasley di Remus?" le chiese, per cambiare argomento.
"No, l'atmosfera era diventata troppo pesante" spiegò Alice, "Glielo dirò quando torneranno e scriverò una lettera a Molly e Arthur."
"Stasera ti distrarrai un po'" la incoraggiò lui, "Lee ha organizzato una festa di Capodanno e possiamo andarci, se vuoi."
Alice ci pensò un po' su, incerta, ma poi annuì: "Sì, hai ragione" decise, "Ho bisogno di distrarmi."
Successivamente, si misero a parlare del più e del meno ed Alice vide Remus entrare nella Sala Grande. Gli riservò un sorriso largo e gli corse incontro, contenta, per poi rifugiarsi tra le sue braccia.
"Buongiorno!" mormorò Remus felice, stringendo Alice e piazzandole un bacio in mezzo ai capelli, "Com'è andata ieri sera?"
Alice scosse piano la testa: "Fred si è arrabbiato con me quando gli ho detto che ho intenzione di combattere, se sarà necessario" gli raccontò, stringendo le labbra, "E l'atmosfera è diventata pesante, quindi non ho detto loro che mi adotterai."
"Dagli un po' di tempo, è naturale che non voglia che tu sia in pericolo" cercò di convincerla lui, "Neanche a me va a genio l'idea,  ma è una scelta solo tua."
"Lo so, è che è frustrante..." si lamentò piano, "Mi ignora quando sceglie che stare con me è troppo, ma cerca di convincermi a non combattere perché ha paura per me."
Remus scosse la testa e alzò gli occhi al cielo: "È un idiota" constatò, "Ma, da neo-padre, penserò questo di qualsiasi ragazzo che ti metterà gli occhi addosso."
Alice rise leggermente e poi tornò seria, abbracciandolo di nuovo: "Odio i ragazzi..." mormorò, sconfitta.
Remus sorrise e scosse la testa: "Ti sentiresti meglio se ti dicessi che domani potremmo andare assieme al Ministero?" chiese, a bassa voce.
Alice gli rivolse un sorriso smagliante ed annuì con forza: "Certo!" esclamò, contenta.
Lui le sorrise e, assieme, raggiunsero Harry.
Remus tirò fuori una lettera dalla tasca e gliela mise davanti: "Sirius ti manda questa," disse con un'occhiolino.
Harry sorrise, stringendosi la lettera al petto: "Ottimo!" esclamò, "Cosa avete fatto ieri?"
L'uomo esitò per un momento, abbastanza da far sì che Alice e Harry nascondessero un ghigno: "Abbiamo parlato" disse, tagliando corto, "Serata tranquilla."
I due giovani non potettero fare a meno di esalare una risata soffocata e Remus sbottò, imbarazzato: "Ma si può sapere che ridete, voi due?"
"È colpa di Harry," disse subito Alice, scatenando le proteste di quest'ultimo.
"Hey, dai! Non è vero, sei tu che mi fai ridere ogni volta!" obbiettò, ridendo, poi guardò Remus, "È che... Sirius è una persona intensa."
"Sì, è molto intenso " concordò lui, "Quindi?"
"Io pensavo che tu stessi con Tonks," aggiunse Alice, cercando di non ridere.
"Tonks?!" esclamò Remus, sconvolto.
"Ecco, appunto" rise lei, scoppiando, "Ma poi Harry ha detto una cosa..."
Lui diventò rosso come una fenice e sventolò le mani con forza: "Okay, okay!" tagliò corto, mentre i due giovani si sbellicavano, "Basta così!"
"Non parlerò di questo con voi" aggiunse, imbarazzato, "Non se posso evitarlo."
Poi, dopo che Alice e Harry riuscirono a smettere di ridere, Remus li salutò e si allontanò verso il proprio studio, borbottando tra sé e sé.

Alice e Harry stettero assieme fino al primo pomeriggio, spostandosi dalla Sala Grande alla Sala Comune dei Grifondoro, e viceversa.
Lui lesse la lettera di Sirius parecchie volte e lei si mise a scrivere un'altra delle sue canzoni, sfogando i sentimenti negativi dopo la discussione con Fred.
"Dimmi se suona bene," chiese ad Harry, poi cominciò a cantare, con dolcezza.
"You got me right in the palm of your hand and you know it
Oh, it's what you do
So let me drown, I'll be there with the band, hit the sea bed
All I'd see is you
So give me your worst excuses, any reason to stay
Give me your lips, the taste of salt, I'll kiss them again
I'd rather you walk all over me than walk away
Give me the worst of you
'Cause I want you anyway"
Alice finì l'ultima strofa e sospirò.
"È molto bella" disse sincero Harry, poi fece una pausa, "Sono sicuro che ti ama, Alice."
"Spero di avere qualche risposta domani..." mormorò lei, "E poi, c'è anche Draco e gli voglio parlare."
"Posso farti una domanda?" chiese lui, "Perché tieni a Malfoy? Ti ha fatto male tante volte, non capisco perché torni da lui continuamente."
"Lui non è con me com'è con voi- ha smesso di tormentarvi quando gliel'ho chiesto" spiegò Alice, "C'è una connessione... io lo capisco e lui capisce me. Gli voglio bene, Harry."
"Immagino che tu gliene voglia..." concesse Harry, "Forse stasera sarà alla festa e potrai parlargli."
"E Fred?" chiese lei.
"Parlerai anche con lui quando arriveranno domani sera," la rassicurò.
Alice annuì, sentendosi un pochino rassicurata. Era esattamente ciò che avrebbe fatto.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Onde histórias criam vida. Descubra agora