CAPITOLO 4

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La famiglia Weasley ed Alice arrivarono in anticipo al binario e subito le voci della famiglia si sparpagliarono, salutando persone a destra e manca. Alice si sentì smarrita, non perché fosse timida ma perché si rese conto che non aveva nessuno con cui parlare. Di nuovo, la sensazione di inadeguatezza si fece strada in lei. Ma, dietro le sue spalle, sentì Ron ed una voce femminile gridare gioiosi ed una voce maschile, forse un po' più spenta, rispondere. Improvvisamente, le voci si abbassarono e seguì il silenzio.

"Sì..." un mormorio fu appena distinguibile, "È lei."

Alice percepì immediatamente i passi dietro le sue spalle ed una mano le toccò la spalla, sfiorandole i lunghi capelli biondi. La ragazza si voltò, sapendo già cosa aspettarsi.

"Harry Potter," disse tranquillamente, anche se cercava di tenere la voce ferma. Lo disse più a mo' di spiegazione che di saluto.

"Tu..." esitò lui, "Sei sua sorella."

Harry aveva un viso sconvolto, Alice lo notò immediatamente. Conosceva già la sua faccia, ma dai giornali è impossibile vedere i segni innegabili dell'insonnia, degli incubi che lo tengono sveglio, o il modo in cui si sistema ossessivamente i capelli per coprire la cicatrice. Alice provò una fitta allo stomaco.

"Sì, sono sua sorella" rispose a fatica mentre gli occhi le si facevano lucidi, "Sono Alice, piacere di conoscerti."

"Mi dispiace" mormorò Harry di getto, con la voce che si spezzava ed il respiro accelerato, "Lo sogno tutte le notti, io non..."

Alice non sapeva che dirgli e, francamente, vederlo travolto dal panico la stava facendo impazzire, quindi lo abbracciò. Harry ricambiò quasi istantaneamente, prima confuso e poi disperato, e Alice giurò di aver sentito il suo maglione bagnarsi, dove il viso di Harry era a contatto con la sua spalla.

"Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace," continuava a sussurrare.

Non le andava che Harry stesse male. Non quando Alice era perfettamente consapevole dell'opinione di suo fratello su di lui. Non quando conservava ancora le lettere dove Cedric ne parlava come un ragazzo ammirevole e coraggioso, un ragazzo leale che lo aveva informato dei draghi per aiutarlo. Non quando sapeva perfettamente chi fosse il responsabile.

"Non è colpa tua" bisbigliò Alice, "Io lo so chi è stato."

Harry si staccò da lei il giusto per guardarla negli occhi, mentre veniva travolto da qualcosa che non provava dall'anno prima: conforto, comprensione, condivisione del dolore.

Pochi attimi dopo, una giovane li raggiunse e appoggiò una mano alla spalla di Harry, porgendo l'altra ad Alice. "Hermione Granger, piacere di conoscerti," le disse con un sorriso educato.

"Alice Diggory" rispose Alice, incurvando leggermente le labbra, "Piacere tutto mio."

Il treno partì puntualissimo e, al suo interno, Alice godeva della compagnia di Harry, Ron ed Hermione- per così dire, visto che non li conosceva poi così bene.

"Uhm..." mormorò Alice, imbarazzata, "Che si dice?"

Ron, a bocca piena, fece un tentativo.

"Dofresti profare la rova del carrello!" biascicò a bocca piena, facendo scoppiare a ridere Alice ed Harry.

Hermione, invece, gli tirò una pacca con il giornale. "Ronald Weasley, ma la smetti mai di mangiare?" lo riprese, alzando gli occhi al cielo e rivolgendosi ad Alice, "Sono sicura che Ronald possa migliorare le sue capacità di accoglienza."

"Sei al sesto anno, giusto? E hai studiato da casa?" le chiese poco dopo, mentre Ron ed Harry bisticciavano su qualcosa.

"Sì" ammise Alice, "Probabilmente i miei voti non saranno un granché, ho imparato solo quello che mi interessava."

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Where stories live. Discover now