Capitolo 5: "IT'S FOR YOUR OWN GOOD"

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Nel sogno Theo si trovava in quella specie di "ambulatorio" infernale dove i Dottori del Terrore erano soliti torturare e trasformare le loro vittime.

Stava osservando il tutto dall'esterno e, quello che vide, lo lasciò letteralmente senza fiato.

Vide sé stesso, vide sé stesso disteso, imbavagliato e legato sul fatidico lettino dove i Dottori "operavano", se così si può dire, le loro malcapitate esche. Sembrava essere solo.

E poi, d'improvviso, sentì qualcosa muoversi dietro di lui; si voltò e, finalmente, li vide.

Erano loro, gli stessi pazzi mascherati per i quali aveva rubato il cuore alla sua povera sorella. Gli stessi individui folli per cui aveva tradito il branco di Scott.

Subito, Theo sfoderò gli artigli pronto ad attaccare; ma i Dottori lo oltrepassarono senza neanche degnarlo di uno sguardo, come se lui non fosse realmente presente in quella stanza.

Le figure mascherate si diressero verso il suo alter-ego onirico, ed iniziarono a tirar fuori alcuni di quei loro truci strumenti, assicurandosi prima che la chimera fosse saldamente immobilizzata, senza alcuna possibilità di fuga. Si posizionarono in cerchio intorno alla barella sulla quale il Theo del sogno era bloccato; a vederla da fuori, la scena non prometteva nulla di buono.

I Dottori stavano sollevando in aria un utensile simile ad un sinistro trapano, quando una voce femminile parlò e disse: "Ma guarda un po' chi si rivede".

A Theo si gelò il sangue nelle vene: era la voce di Tara.

Com'era possibile?

"Allora fratellino, come te la passi? Com'è vivere dopo aver strappato il cuore alla propria sorella? Scommetto che un lurido verme come te non prova neanche un po' di rimpianto dopo aver mutilato un membro della sua famiglia", proseguì la ragazza.

Theo iniziò a sudare freddo; come faceva Tara ad essere lì? E soprattutto, cosa ci faceva con i Dottori del Terrore?

Sua sorella proseguì il discorso dicendo: "Ad ogni modo, adesso non ha più importanza cosa provi. Ti sei comportato male, caro Theo, molto male. Ed è giunto il momento che io mi prenda la mia vendetta. Sai Theo, la notte in cui tu mi squarciasti il petto in due per rubarmi il cuore, i Dottori del Terrore ti stavano sorvegliando; una volta che tu compisti la tua lurida impresa, loro vennero in mio soccorso. Ero moribonda Theo, ovviamente tutto merito tuo, ma loro, in modi che non oso rivelarti, mi salvarono. E da lì ebbe inizio la mia collaborazione con i Dottori; mi informarono sui loro piani, mi raccontarono del branco di chimere che stavi mettendo su, mi dissero che ti stavi ingraziando Scott McCall e i suoi amici, da bravo doppiogiochista quale sei sempre stato. E da quel momento in poi, presi io il comando. Chi l'avrebbe mai detto, eh? Sfortunatamente, le cose non andarono come avevo progettato; ma adesso non ha più importanza; come vedi, io e i miei amichetti siamo tornati. Il nostro obiettivo ora però non ha più niente a che vedere col branco di Scott McCall; no, puntiamo molto più in alto. Abbiamo in serbo sorprese che tu e i tuoi compagni non potete neanche immaginare nei vostri incubi più strazianti. Ma, per adesso, Beacon Hills non rientra nei nostri interessi. Ti starai chiedendo, fratellino, come mai io mi stia dilungando tanto. Ebbene sarò più sintetica e schematica; non ho certo intenzione di spiegarti ciò che io e i Dottori abbiamo progettato. Ma, ovviamente, non ti avrei condotto fin qui se tu non facessi parte in un qualche modo del nostro piano. Sai Theo, quando i Dottori mi salvarono, fecero di me un nuovo tipo di chimera, più potente, più cattiva, più spietata; ma, sfortunatamente, c'è qualcosa che mi impedisce di raggiungere il mio livello massimo di potere. Qualcosa che tu ti sei preso e che adesso rivoglio indietro".

Theo si sentiva la testa appesantita dalle mille domande che avrebbe voluto fare. Quello era solo un sogno, non era così? Gli sembrava di impazzire; stava guardando sé stesso intrappolato su un lettino, circondato dai Dottori del Terrore, con sua sorella improvvisamente risorta che voleva ucciderlo per riavere indietro il suo cuore.

"Vedi Theo, ho bisogno del mio cuore per poter essere davvero invincibile. E tu me lo ridarai, volente o nolente. Sì Theo, tu morirai. Domani ti converrà farti trovare nella foresta di Beacon, da solo, all'alba. Altrimenti, può darsi che il tuo caro ragazzo- com'è che si chiama? Liam vero?- e tutto il suo branco non arriverà vivo a dopodomani. Fidati di me Theo; se tu non ti presenterai, noi li uccideremo", disse Tara.

A quel punto, uno scenario orribile si aprì, come impiantato da qualcuno, nella mente della chimera; vide i Dottori del Terrore che rapivano Liam mentre si dimenava, si contorceva e implorava aiuto, vide il branco di Scott lottare contro quei folli mascherati e perdere. Theo iniziò ad urlare, urlò più forte che poteva, le lacrime che gli colavano dagli occhi.

"Bravo Theo, vedo che hai capito"- disse Tara- "sono sicura che domani non ci deluderai".

E fu così che la ragazza si voltò verso il fratello, quello reale. E, cosa ancora più inquietante, gli sorrise.

Theo si risvegliò di soprassalto, gli mancava il respiro; ci mise qualche minuto a riprendersi. Poi realizzò.

Quello che aveva appena visto non era stato solo un sogno. I Dottori del Terrore volevano davvero lui. Tara voleva lui. Volevano ucciderlo.

La chimera si alzò di scatto dal letto, corse in bagno; si sciacquò la faccia con dell'acqua gelida, e, quando vide l'immagine di sé in preda alla rabbia riflessa sopra il lavandino, tirò un pugno allo specchio mandandolo in frantumi, gocce di sangue che cadevano in terra dalla sua mano. Non aveva scelta; o lui o il branco del suo ragazzo.

Si vestì e, prima di scendere ed andarsene per sempre, si ricordò di Liam, della sera prima, delle bellissime emozioni che aveva provato con lui, dei meravigliosi occhi blu di Liam che lo guardavano devoto mentre facevano l'amore.

Una fitta dolorosa gli attraversò il cuore; stava davvero per finire tutto.

La chimera tornò indietro, guardò il beta ancora addormentato; dio, non sarebbe stato affatto facile abbandonarlo di nuovo. Si chinò, gli diede un bacio sulle labbra e sussurrò: "Ti amo piccolo beta. Mi dispiace."

E così scese in cucina, prese un foglietto e scrisse una lettera per Liam, cercando di spiegargli che se ne sarebbe andato per il suo bene, che non sarebbe tornato, ma che lo avrebbe amato per sempre.

Si diede un'ultima occhiata in giro. Un sacco di ricordi gli affiorarono nella mente; Liam che cercava di soffocarlo con un cuscino solo perché aveva insultato il suo personaggio preferito di un film; il beta che, deciso a dimostrargli di essere più bravo di lui in cucina, aveva bruciato le crepes facendo scattare l'allarme antincendio; gli occhi del giovane lupo che lo fissavano dolci mentre faceva finta di essere ancora addormentato.

Ma doveva andarsene, non aveva alternative; uscì dalla porta, ricacciando indietro le lacrime che chiedevano soltanto di uscire dai suoi occhi. Non avrebbe pianto. La tristezza lo rendeva debole e "umano".

Theo si incamminò lungo la strada principale della città, diretto verso la foresta di Beacon Hills, il freddo gelido del primo mattino che gli graffiava il viso.

La chimera si stava dirigendo dritta fra le braccia della morte.

Non senza di te // ThiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora