Day 11.5

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||SMOKE A JOINT PT.2||
m a r t e d ì

"Dom.. Dom!" Alzò la voce Ethan per attirare l'attenzione del più grande, troppo impegnato ad arrampicarsi sulla parete esterna del garage per considerarlo.

"Ethan, chiudi la bocca. Se i miei ci beccano è finita." Rispose a bassa voce Dominic, voltandosi nella sua direzione una volta raggiunta la cima e allungando una mano verso il basso. "Dai, muoviti." Lo incoraggiò poi.

Ethan intanto lo guardava dal basso, domandandosi se valesse la pena di rischiare il proprio osso del collo per poter parlare con Dominic.

"Allora? Ti sbrighi o vuoi che ti lasci qui fuori?" Lo incitò il più grande, muovendo la mano per indicargli di afferrarla. Ethan guardò il bidone del sudicio su cui sarebbe dovuto salire e la distanza tra esso e il tettuccio su cui stava accucciato Dominic, cercando di calcolare quanto male avrebbe potuto farsi cadendo da una tale altezza. Per non parlare dell'umiliazione che ne avrebbe conseguito..

"Perché non possiamo semplicemente usare la porta? É casa tua." Domandò allora il castano, questa volta con un tono di voce abbastanza basso da combaciare con quello di Dominic. Il ragazzo sbuffò ed Ethan alzò lo sguardo giusto in tempo per vederlo ritirare la mano, appoggiando poi entrambe le braccia sulle ginocchia.

"Sono in punizione, Hippie. Non dovrei essere nemmeno uscito di casa. I miei credono che sia nella mia stanza." Spiegò il più grande, indicando poi una finestra aperta alla sua sinistra. "Entrando da qui finiamo nel bagno del piano di sopra. Da lì a camera mia è un attimo." Disse, tornando a rivolgere lo sguardo verso Ethan. "Allora, che fai? Ti muovi o torni a casa con quella tua bici scassata?" Chiese in fine, allungando nuovamente la mano.

Ethan volse lo sguardo a sinistra, dove la sua bicicletta sostava contro il muro del garage di Dominic nascosta dai bidoni della differenziata. Poi rivolse lo sguardo verso il più grande e buttando fuori tutta la sua insicurezza in uno sbuffo, prese ad arrampicarsi sul bidone del vetro, sperando che non si ribaltasse. Una volta in piedi, afferrò con una mano quella dell'altro ragazzo, mentre con l'altra si aggrappava alla sporgenza al suo fianco. Spingendo con le gambe contro il muro e prendendo in prestito un po' della forza di Dominic, riuscì anche lui a raggiungere il tetto, completamente incolume.

Ethan si passò silenziosamente le mani sui pantaloni, ripulendosi dal residuo polveroso bianco lasciato dalla parete, mentre Dominic iniziava ad introdursi in casa tramite la finestra. Pochi secondi più tardi, si ritrovarono entrambi nella stanza dalle mattonelle bluastre, cercando di non far rumore mentre ascoltavano il silenzio della casa. Quando Dominic si convinse d'essere fuori pericolo abbastanza da poter uscire in corridoio, fece un cenno al più basso, che ubbidientemente lo seguì fuori dalla porta e verso la sua camera da letto. Tra Dominic che tirava fuori la chiave per aprire la porta e l'istante in cui la richiuse alle loro spalle, non passarono più di trenta secondi.

In quell'attimo, entrambi i ragazzi ripresero a respirare normalmente, sollevati dal fatto di non essere stati beccati. Poi il più grande si diresse verso il proprio letto, togliendosi le scarpe prima di salirvici in piedi sopra e allungarsi verso il lucernario.

"Quindi hippie, di che volevi parlarmi?" Chiese il ragazzo senza guardarlo, mentre spalancava il più possibile la finestra, lasciando entrare l'aria fredda che fino a poco prima li aveva avvolti entrambi.

Ethan si spostò da contro la porta, cercando di evitare d'essere sentito dai genitori di Dominic e iniziò a dirigersi verso l'altro ragazzo, ora seduto a gambe incrociate sul letto sfatto, mentre ragionava su cosa effettivamente avrebbe potuto dirgli. Ora che ci pensava, era uscito di corsa di casa mosso dal senso di colpa e dall'istinto, senza un piano concreto sul da farsi o su cosa avrebbe dovuto dirgli e adesso che se lo ritrovava effettivamente davanti, non ne aveva la minima idea. Forse aveva solo bisogno di vederlo per capire se fosse adirato con lui, o forse aveva solo bisogno di vedere coi suoi occhi che stesse bene. Comunque per qualche ragione, al momento, col più grande lì davanti a sé, gli mancavano le parole per esprimere tutto ciò.

Kiss whoever you wantDove le storie prendono vita. Scoprilo ora