Day 12.5 | parte uno

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||TOUCH ME PT.2||
m e r c o l e d ì

Una fastidiosa sensazione di prurito all'altezza del naso iniziò lentamente a risvegliare i sensi di Ethan dall'intorpidimento del sonno. Non importava quanto il ragazzo tentasse di scacciare la sensazione e tornarsene a dormire, imperterrita si rinnovava ogni volta, trascinandolo sempre più fuori dalla sua piccola bolla di comfort donatagli dal calore del sonno. Inutile dire che, in men che non si dica, il crescente fastidio lo spinse ad aprire gli occhi in cerca della fonte di un risveglio tanto pietoso.

La prima immagine carpita dal suo sguardo fu quella del volto di Dominic che giaceva sul cuscino a pochi centimetri dal suo. Nel sonno la sua espressione era leggermente corrucciata, le sopracciglia appena increspate sopra il naso e le labbra socchiuse. I suoi capelli si aprivano a ciocche disordinate sul cuscino in diverse direzioni e fino al volto di Ethan, dove un ciuffo aveva finito per solleticargli il naso.

Sorpreso dalla vicinanza e cercando di eliminare la causa del proprio sconforto, Ethan si allontanò silenziosamente, abbastanza perché il respiro del ragazzo non si infrangesse più sul suo volto. Però non fece nemmeno in tempo a pensare di distogliere lo sguardo, che i suoi occhi avevano già preso a vagare sulla figura del più grande.

Dominic dormiva rivolto al materasso con una mano infilata sotto il cuscino proprio davanti al suo volto e le lenzuola tirate su fino alle spalle, quasi ad inghiottirlo. Ethan, ora decisamente più sveglio, non poté far altro che rivolgere lo sguardo al soffitto e sospirare portandosi le mani al volto quando la sua mente gli ripropose gli avvenimenti della sera prima.

Purtroppo o per fortuna, non riuscì neanche a formulare un pensiero che qualcuno entro nella stanza spalancando la porta. Ethan sussultò, tirandosi a sedere nel terrore di poter essere appena stato scoperto da uno dei genitori di Dominic.

La figura bassina appena apparsa iniziò sgridare un certo signorino sottolineando quanto fosse tardi, mentre alzava alcuni vestiti che si trovavano ai piedi della scrivania per posarveli sopra. La robusta donna di mezz'età si interruppe bruscamente tra un rimprovero e un altro solo quando, voltatasi verso il letto, si rese conto della presenza di ben due ragazzi; uno in più rispetto a quanto si aspettasse.

Senza dire niente, Ethan la guardò mentre ripercorreva i propri passi fino all'esterno della camera, chiudendosi la porta alle spalle. Solo in quel momento il cervello di Ethan riprese a funzionare, spingendolo ad alzarsi dal letto, con guance ed orecchie praticamente in fiamme, per recuperare le proprie scarpe.

Il suo istinto gli suggeriva di lasciare quella casa il più velocemente possibile e, con un po' di fortuna, senza svegliare l'altro ragazzo. Aveva già raggiunto il suo limite d'imbarazzo giornaliero e non aveva intenzione di rischiare di rincarare la dose in nessun modo. In più, se Dominic si fosse svegliato avrebbe probabilmente voluto parlare della sera prima e quella era una conversazione che Ethan non se la sentiva di intraprendere già di prima mattina.

Così, una volta infilate le scarpe e controllato l'orario sulla sveglia del più grande, Ethan lanciò un ultimo sguardo verso il letto sfatto su cui Dominic dormiva ancora indisturbato. Grazie a quale miracolo? Ethan non avrebbe saputo dirlo. L'unica cosa di cui era certo era che doveva sbrigarsi a lasciare quella casa se voleva fare in tempo a passare da casa per prepararsi e andare a scuola, visto lo già spaventoso ritardo di quaranta minuti sulle lezioni.

Difatti, cercando di non far rumore, Ethan aprì la porta ed uscì in corridoio, sperando di non incontrare nessun altro abitante di quella casa nel suo percorso fino al bagno da cui era entrato la sera precedente. Fortunatamente, riuscì nel suo intento e rendendosi conto un attimo troppo tardi della cosa, pedalò verso casa senza cellulare ed indossando una felpa fin troppo larga per essere sua.

Kiss whoever you wantWhere stories live. Discover now