Day 12

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||TOUCH ME PT.1||
m e r c o l e d ì

Dominic ricadde sul suo letto, atterrando miracolosamente in piedi. Rientrare dal lucernario era sempre un parto, soprattutto visto il suo stato di non propria lucidità quando normalmente decideva di tentare l'impresa. Probabilmente però, collidere col suo letto poteva considerarsi il male minore in quella situazione. Un giorno di quelli sarebbe scivolato giù dal tetto ancora prima di raggiungere il lucernario, se lo sentiva. Forse era giunto il momento di decidersi a trovare un altro posto in cui fumare. Sempre se i suoi genitori non avessero deciso di tagliare la testa al toro sbattendolo fuori di casa una volta per tutte.

Dominic prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi. Dopotutto l'erba serviva quello, a calmarlo e staccare il cervello da tutti i suoi problemi. Sarebbe stato controproducente se non avesse fatto altro che aumentare le sue paranoie.

Non ebbe però nemmeno il tempo di buttare fuori l'aria, che si ritrovò trascinato di colpo contro il materasso, con la testa che penzolava dal bordo del letto e dolori in diverse parti del corpo. Poi una risata attirò la sua attenzione ed alzando la testa trovò Ethan che giaceva tra le sue gambe e sul suo petto.

"Scusa, pessimo atterraggio." Si giustificò il ragazzo non appena riuscì a smettere di ridere, allungandosi poi sopra il più grande per afferragli la nuca con entrambe le mani e connettere nuovamente le loro labbra.

Dominic riuscì a riconnettersi alla realtà e ricordare ciò che stava accadendo quella sera. Ricambiò il bacio chiudendo gli occhi e portando a sua volta una mano alla nuca di Ethan, spingendoselo ancora di più contro. Il ragazzo sembrò quasi sciogliersi sulle sue labbra e Dominic lasciò che esplorasse la sua bocca come desiderava, senza imporsi su di lui in alcun modo.

Le cose procedevano in quel modo ormai da qualche minuto. Dopo l'improvviso primo bacio del castano, Dominic aveva messo da parte ogni cosa. La preoccupazione e la pena che stava provando per il castano, il senso di impotenza davanti alle sue parole e persino quei pensieri invasivi sulla propria situazione che da qualche giorno lo perseguitavano, avevano finito per diventare rumore di fondo.

I due erano rimasti sul tetto per ancora qualche tempo, dandosi appena il tempo di alternare le proprie labbra agli sbuffi di fumo, finché la pelle sulle goti e le braccia di entrambi non si era fatta gelida e accarezzando un braccio del castano per scaldarlo, Dominic aveva proposto di rientrare.

Fu solo quando dopo una manciata di secondi nella posizione attuale il collo di Dominic cominciò a dolere, che il ragazzo si separò dal più giovane lasciando ricadere il collo all'indietro contro il bordo del materasso con un gemito di sconforto. La risata di Ethan risuonò ancora una volta per la stanza, questa volta più breve ma altrettanto dolce alle orecchie di Dominic.

Osservando il panorama inverso della sua camera da letto, il più grande non poté fare a meno di chiedersi cosa stessero facendo. Ethan dopotutto aveva negato più volte d'essere attratto dai ragazzi e nemmeno una ventina di minuti prima sembrava così vulnerabile e ferito. Per non parlare di quanto fosse evidente che al castano bastasse qualche tiro per sballarsi. Nella testa di Dominic vigeva un casino tale che ormai riusciva a malapena a distinguere un pensiero dall'altro, ma comunque ogni qual volta che le labbra del castano si accostavano alle sue per qualche motivo non riusciva a tirarsi indietro. Dominic si sentiva patetico, davvero patetico; tutte le volte po' di più.

"Hey Dom, tu hai idea del perché quando le persone che amiamo svaniscono sembrano apparire ovunque posiamo lo sguardo?" La domanda lo sorprese, spingendolo a rialzare la testa. Ethan riposava adagiato a braccia incrociate sul suo petto e con la testa appoggiata su di esse, le gambe rannicchiate ancora nello spazio tra le sue. Sembrava tranquillo, ma le sue parole dipingevano un'altra realtà.

Kiss whoever you wantWhere stories live. Discover now