Day 9

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||HICKEY||
d o m e n i c a

I sensi di Ethan vennero risvegliati da un lieve mormorio e da un ritmico rumorino metallico.

Quando aprì gli occhi, la prima immagine che gli si parò davanti fu Dominc che guidava con una mano sul volante e l'altra che sosteneva la sua testa, col gomito piegato ed appoggiato sul finestrino aperto.

Il ragazzo canticchiava sottovoce la parole di una canzone udibile appena alla radio, tenendo il ritmo sul volante con le dita anellate.

I due anelli argentei che portava quella sera contrastavano con la pelle ambrata sul dorso delle sue dita affusolate. Per un attimo Ethan si chiese se quelle mani fossero poi tanto più grandi delle sue e si sorprese quando si accorse di star cogliendo così tanti trascurabili dettagli.

Il profilo del ragazzo dai capelli mogano risplendeva di tanto in tanto illuminato dai fari di qualche auto di passaggio, o dai lampioni accesi che superavano lungo la strada buia di quella notte. I suoi occhi verdi luccicavano, mentre le sue labbra si muovevano appena per far slittare fuori le parole.

"You call the shots babe,
I just wanna be yours.."

In quel momento il ragazzo sostituì la mano destra sul volante e l'allungò verso la radio, alzano il volume di un paio di tacche e lasciando fluire nell'abitacolo i bassi della canzone, prima inaudibili. Ritraendosi, posò per un attimo lo sguardo su Ethan, rannicchiato sul sedile del passeggero con una sua felpa posata addosso a mo' di coperta e si sorprese nel trovare i suoi occhi scuri che già lo scrutavano.

"Hey, hippie. Ben tornato tra i vivi. Come ti senti?"

Ethan realizzò solo in quell'istante di essersi soffermato sulla sua figura fin troppo a lungo. Sbatté le palpebre un paio di volte per ricollegare il cervello e si rese conto di sentirsi uno straccio.

Il ragazzo allungò le gambe e si mosse in modo da poter stare seduto dritto sul sedile, ma i giramenti di testa lo spinsero presto a posare la tempia contro il finestrino chiuso, in cerca del fresco notturno.

"Ethan, se devi vomitare dimmelo. Così fermo la macchina." Si intromise Dominic mentre l'altro ragazzo cercava di riordinare i pensieri.

Che ore erano?

Il castano, in risposta al più grande, scosse solo una mano aperta nella sua direzione per declinare l'offerta e riaprì gli occhi per dare uno sguardo fuori.

Contrariamente alle sue aspettative, riconobbe la via. I due ragazzi non si trovavano troppo lontani dalla casa del più piccolo e per il momento, viaggiavano in quella direzione.

"Che ore sono? Dove sono tutti? Clode?" Chiese Ethan con voce rauca ed un bruciore alla gola che si manifestò non appena terminò di porre il terzo grado a Dominic.

"È l'una passata, ci ho messo un sacco a capire dove abiti con te in queste condizioni." Ethan decise di lanciare uno sguardo verso il ragazzo al volante e lo trovò con un sorriso appena accennato in volto, intento a spostare di tanto in tanto lo sguardo dalla strada ad Ethan. "Gli altri sono alla festa, compreso Clode. Forse dovresti dare un'occhiata al cellulare, suonava di continuo." Il sorriso del più grande si allargò gentilmente, in un'espressione quasi premurosa, quando incontrò lo sguardo del più piccolo.

Kiss whoever you wantWhere stories live. Discover now