Ahh~
È arrivato, finalmente.
L'unico giorno in cui mio padre cercherà di ritagliare qualche ora del suo tempo per dedicarsi a suo figlio. In fondo, è il mio compleanno e mi ha fatto la promessa di stare con me.
Io e mio padre non parliamo molto, ma non siamo in conflitto o qualcosa di simile, semplicemente egli parla solo di denaro, terre e molte altre cose noiose e non ancora nella mia portata che mio padre deve amministrare e supervisionare in quanto proprietario di esse, insomma, ha molto lavoro da fare. Sembrano cose veramente difficili e complesse, e pensare che un giorno toccherà a me...
Sospirando, scaccio via questi pensieri che albergano la mia mente e riprendo a guardarmi allo specchio per controllare che la mia veste sia a posto, come i capelli raccolti nella mia solita treccia.
Mio padre, Dio, mi ha fatto decidere il modo in cui avremmo investito il nostro tempo, per cui decisi di uscire e andare in qualche negozio di gioielli e pietre preziose. Come lui ben sa, ho sempre amato i gioielli e in generale ogni cosa che ai miei occhi brillava, da piccolo mi sembravano tutti diamanti, finché non imparai a distinguere quelle piccole gemme in base al colore. Attualmente il mio preferito è lo smeraldo, amo come riflette la luce del sole e come dà una sensazione di vitalità a chi sta indosso, per cui spesso mi diverto ad abbinare i miei vestiti con i gioielli di quel colore verde.
Saliamo sulla carrozza che ci porterà in città, c'è un silenzio disturbato solo dal rumore ovattato degli zoccoli dei cavalli che si affrettano a farsi strada tra i sentieri di campagna, cerco qualcosa di cui parlare con mio padre, non mi viene in mente molto, ma fortunatamente egli mi precede.
Prende con una mano la treccia bionda che si posava sulla mia spalla destra, per poi osservarla e giocarci con le dita per qualche secondo. Mi sorprende un po' questo suo gesto, facendomi sobbalzare, per poi ritornare alla mia postura iniziale seduta e composta.
-Ti sono cresciuti molto i capelli, figlio mio, sembri più una bambina, che un bambino.-
Un argomento piuttosto bizzarro, ma meglio del silenzio totale per tutto il tragitto.
-Mia madre mi ha detto che fa così perché prima che nascessi desiderava una femmina.-
-Con quel viso angelico che ti ritrovi, Giorno, direi che ha fatto metà e metà.-
Entrambi ridacchiamo alla battuta, e subito dopo mi rendo conto che saranno passati due o tre mesi dall'ultima volta che mi aveva chiamato con il mio nome. Come ho detto prima io e mio padre siamo sulla stessa lunghezza d'onda, ma non ci parliamo molto durante il giorno, forse a volte durante la cena, a volte nemmeno quello. Ciò nonostante entrambi ci vogliamo bene, per di più adoro passare momenti con lui, dato che vuol dire fuoriuscire da quella monotonia della quotidianità che mia madre, molto più severa lui, ama tanto.
Dopo aver rotto il ghiaccio iniziamo a parlare animatamente di diversi argomenti, soprattutto quello del regalo di compleanno che desidererei, finché non arriviamo alla meta: un negozio di medie dimensioni e piuttosto raffinato di pietre preziose.
Prendo la mano del mio genitore sentendola calda ed entriamo attraverso la grande porta frontale, quello che ci si para davanti è il sinonimo di paradiso del luccichio per me, ogni pietra che viene a contatto con il sole di questo caldo giorno primaverile che entra dalle vetrate produce delle luci difficili da guardare senza provare un po' di dolore agli occhi. Mi guardo intorno, e fortunatamente tutto è diviso per colori, poi per forme e grandezze, sono molto pignolo sull'argomento dell'ordine, per cui faccio sempre molta attenzione a questi dettagli.
Mio padre mi mette una mano sulla spalla per poi dirmi di scegliere quello che preferisco e di farglielo vedere, per poi comprarmelo se fosse stato quello che avrei voluto.
Cerco fin da subito la vetrina contenente gli smeraldi, per poi fiondarmi verso esse. Mentre osservo affascinato quelle piccole pietre verdi sento improvvisamente il campanello del negozio, segno che qualcuno è entrato. Sorpreso dal suono improvviso, alzo la testa per vedere chi è entrato così bruscamente. Proprio mentre sposto gli occhi verso quella figura noto che anche lui mi sta osservando, per cui distolgo lo sguardo. Non lo sento dire niente per due o tre secondi, per poi andare direttamente dal proprietario del negozio, in quel momento alla cassa.
-Ho finito tutte le commissioni che mi ha assegnato signore!-
Il negoziante fa un sorriso, per poi iniziare a parlare.
-I soldi che ti do ora te li meriti tutti, ben fatto Bruno. A proposito, dov'è finito quel combinaguai di tuo fratello?-
-Oh, Guido? Beh, ha detto di essere stanco, quindi ha rallentato un po' il passo, dovrebbe arrivare tra poco, eppure quando gira per interi pomeriggi tra le strade napoletane guai a dire di non farcela, non riuscirò mai a capire quel bambino.-
La porta si apre di nuovo, provocando di nuovo quel suono acuto della campanella.
-Eccomi! Hey, Bruno, potevi aspettarmi 5 minuti eh?-
Vedo un bambino che avrà avuto più o meno la mia età, ansimante e con gocce di sudore che scendevano dalle tempie a causa della corsa. Non ci faccio molto caso e riprendo ad ammirare quei gioielli, ancora indeciso su cosa comprare.
Spazio autrice
Finalmente l'ho scritta ahahahah
Non avevo proprio idea di come iniziare, poi ho avuto una mini illuminazione ed eccomi qui.
Penso che il prossimo capitolo uscirà entro una o due settimane, intanto godetevi questo primo capitolo ^^
Non so proprio che scrivere lolol
Ah già, mentre pensavo ad un possibile inizio parlavo con me stessa in bagno davanti allo specchio alla sera, e niente mia mamma mi ha sentito e ha aperto la porta, la sua faccia era tipo: 👁️👄👁️ vai a dormire pls
E niente ahahah, in tutto questo mi è tornata la paura del buio dopo aver giocato a Doki Doki Literature Club.
E niente, se vi è piaciuto lasciate una stellina e al prossimo capitolo!
~Hikaru
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Dreams - Giomis (IN REVISIONE)
FanfictionÈ un peccatore... È orribile... È disgustoso... È... È... ... Il mio unico amico.
