È un peccatore...
È orribile...
È disgustoso...
È... È...
... Il mio unico amico.
O almeno, lo era.
Mi rannicchio il più possibile intersecandomi tra le coperte che mi tengono compagnia nel freddo della notte, le mani che tengono stretti i miei capelli sciolti posati sul capo e percorrendo la mia schiena, o il cuscino. Ne valeva davvero la pena? Forse avrei dovuto solo fare finta di nulla... No, Guido deve comprendere che non è una situazione normale quella che lo riguarda... Ma mi sento di nuovo solo... Come un anno fa.
I pensieri e preoccupazioni annidati nella mia mente occupano l'intera durata dell'oscurità della notte, permettendomi di riposarmi solamente per un paio di ore al massimo, svegliandomi la mattina, all'alba, con profondi segni scuri al di sotto degli occhi. Sospiro.
-Penso dovrò trascorrere la giornata in questo modo...-
Mi preparo per le lezioni e vivo per l'ennesima volta la mia routine giornaliera, con l'unica variabile in cui non oso mettere piede fuori dall'entrata principale, sotto le lamentele di Jolyne, speranzosa di poter di nuovo giocare con le spighe di grano, o con Guido.
-Dai Giorno, solo qui intorno! Voglio uscire con te!-
-Non quest'oggi, Jolyne, non me la sento di uscire.-
La bambina sbuffa e si ritira nella sua stanza. Sospiro sentendo già la stanchezza farsi sentire, ma decido di ignorarla e raggiungere la piccola.
Busso alla porta senza attendere una risposta, entrando lentamente nella camera. Raggiungo Jolyne intenta a disegnare poggiata ad un tavolino posto sul suo piccolo balcone e mi siedo accanto a lei.
-Perdonami, Jolyne... È che ho dormito per poco tempo questa notte e non riuscirei ad uscire, che ne dici se giochiamo qui?-
La bambina sembra rimuginarci con molto impegno, per poi annuire subito dopo e porgermi un foglio.
-Raccontiamo una storia!-
~
-Giorno, dobbiamo discutere di una faccenda molto importante e che ti riguarda.-
Mio padre prende improvvisamente parola, più serio e composto che mai. Siamo in sala da pranzo, in attesa delle portate principali, mia madre e mio padre a capotavola, io e Jolyne ai lati, uno di fronte all'altra, com'è sempre stato.
-Di che si tratta, padre?-
-Rammenti quel nostro discorso che avemmo riguardo alla tua dote?-
Annuisco, apprendendo velocemente dove vuole andare a parare.
-Bene, sono lieto di informarti che ti sposerai una volta compiuti i tuoi sedici anni, Giorno, tra quattro anni.-
-Mi auguro che avrò il piacere di vederla, almeno prima di incontrarla all'altare.-
-Stai tranquillo, Giorno, avverrà tra qualche anno, intendo comunque comunicarti che avrai la mano di Trish, figlia del capostipite degli Una, Diavolo. Ella è di un anno minore, sono certo che sia una pretendente degna di stare al fianco di mio figlio, Giorno.-
Annuisco in assenso.
-Va bene, padre, vi ringrazio per questa opportunità.-
Ho un'unica domanda... Che razza di nome sarebbe Diavolo?
~
Una volta terminata la cena mi dileguo e mi rifugio nella mia stanza, in preda ad un'ansia terribile e indomabile. Mi appoggio alla porta appena chiusa, abbassandomi sempre di più fino a rannicchiarmi in me stesso.
Perciò quella sarà la mia vita da quando avrò sedici anni. Beh, dovevo aspettarmelo. In fondo sono l'erede di una famiglia ricca, devo sposare una fanciulla degna del mio stato nella società. È la normalità, no? È ciò che tutti chiamano "nella norma", giusto? Allora perché mi sento così impotente... Così... Sbagliato, in qualche modo?
Il mio destino è stato deciso ancor prima di venire alla luce, prima del mio concepimento. Non ho mai potuto decidere nulla di significativo riguardo la mia vita futura... Non ho mai potuto compiere scelte a lungo termine, è stato tutto preparato dai miei genitori, no, dall'aristocrazia, sempre concentrata sul guadagno e i profitti, senza porre nemmeno uno sguardo ai propri figli... Per cui... Che senso ha la mia vita? Essa è utile semplicemente per del guadagno della famiglia? No, non posso pensare questo genere di cose, non posso, è semplicemente ciò che vivono tutti, devo abituarmi, dopo tutto.
Dopo una lunga riflessione percepisco improvvisamente le mie tempie doloranti, segno che mi sto preoccupando troppo e che non dovrei pensare a ciò, o almeno per troppo a lungo.
Odo la voce cristallina di Jolyne dall'alto capo della porta, intenta a chiamare il mio nome. Apro la porta e non scorgo il suo solito sorriso, bensì un viso molto preoccupato.
-Fratellone, ti senti bene? Te ne sei andato così in fretta...-
-Certo Jolyne, va tutto molto bene.-
Sforzo un sorriso e le scompiglio i capelli, non riuscendo però a farle cambiare espressione. Si avvicina lentamente e mi abbraccia, iniziando a parlare con una voce ovattata dalla stoffa dei miei vestiti.
-Hai qualcosa che non va... Non sei uscito oggi perché non volevi vedere Guido, giusto? Perché?-
Questa bambina a volte mi inquieta, è molto empatica, forse troppo...
-Va bene, va bene, hai vinto tu, mi hai colto con le mani nel sacco...-
La faccio entrare e ci sediamo sul mio letto, sotto le calde coperte. Sto seriamente per parlarne con una bambina di 6 anni?
-Vedi, Jolyne... La storia è piuttosto complicata... Potresti non capirne molto...-
-Tu racconta, Giorno, sono molto più matura di quanto pensi.-
Va bene, lo ammetto, Jolyne mi fa leggermente paura quando diventa seria.
~
-E così sono finito per allontanarmi da lui... Penso di pentirmene un poco...-
Un sospiro lascia le mie labbra, nel frattempo noto la piccola ridacchiare leggermente.
-Cosa c'è di così divertente, Jolyne?-
-Beh sai, fratellone... Il mio papà mi raccontava sempre di come da giovane, alla tua età, gli piaceva un maschio, sì, un maschio! Mi diceva che all'inizio pensava fosse solo confuso, dati i capelli lunghi e dorati che amava tanto... Ma poi ha dovuto semplicemente arrendersi ai suoi sentimenti.-
Rimango interdetto. Da quando questa bambina ha un lato filosofico e soprattutto serio?
-Giorno... Volevo solamente dirti... Di pensarci su. L'amore è amore, non ha differenze. Stai tranquillo, non farti problemi.-
La bimba se ne va chiudendo la porta cautamente, lasciandomi da solo, come unica compagnia i miei pensieri.
Angolo autrice
Bambina molto più intelligente di molte persone più grandi cheeeck
E niente, sapevo che dovevo fare Jotaro e non Jonathan, così parlavo di Kakyoin e Jotaro, vabbé lol, ehm non so cosa dire, a parte dire che non voglio sentire lamentele sulle ship che faccio 😩.
Detto ciò bye bye :3
~Hikaru
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Dreams - Giomis (IN REVISIONE)
FanfictionÈ un peccatore... È orribile... È disgustoso... È... È... ... Il mio unico amico.
