nove

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09. "la verità"
7 ottobre

payton's pov
Infilai una felpa nera e un cappello con la visiera al contrario, lasciai un semplice paio di pantaloni della tuta e poi tornai nella stanza di Jessica, dove lei stava guardando qualche serie sul computer.
<hey, esci?> chiese lei, sorridendomi.
Io annuì e presi il telefono dal comodino di fianco a lei, sedendomi sul letto poi ed accarezzandole una guancia.
<torno fra un po', va bene?> dissi io, guardandole il viso.
<okay, a dopo> sorrise.
Le diedi un bacio sulla fronte, poi mi alzai e scesi al piano di sotto, presi le chiavi della mia auto e poi uscì di casa.

Oggi incontrerò mia sorella, Faith, per parlare dei medicinali e della mia presunta depressione; avrei voluto parlarne con Jessica ma so che mi avrebbe tenuto nascosto qualcosa quindi ho puntato su Faith, spero che almeno lei sia sincera su una cosa così importante.

Parcheggiai davanti a Starbuck, chiusi l'auto e salutai con un bacio sulla guancia mia sorella che mi stava aspettando davanti al bar; la feci entrare per prima e poi ci sedemmo in un tavolino scaldandoci le mani con il fiato: oggi faceva davvero freddo.

<allora, come stai?> chiese per prima lei, una volta arrivate entrambe le nostre bevande calde.
<credevo di stare bene ma ora sono..confuso, sì lo sono molto> abbassai lo sguardo.
<lo vedo Payton> sorrise dolcemente <per quanto non vorrei in certi momenti, sei mio fratello e ti conosco bene>
Entrambi ridemmo, poi tornò di nuovo un silenzio imbarazzante fra di noi.

<Payton parlami, non posso aiutarti se no>
<voglio sapere la verità su Jessica, Faith> la guardai negli occhi e vidi la sua espressione cambiare.
<che intendi?> chiese lei, con un tono di voce molto più basso.
Presi un bel respiro, poi tirai fuori dalla tasca il biglietto con il numero dei medici di ieri e lo passai a mia sorella.
<Faith soffrivo di depressione> dissi, poi abbassai lo sguardo <o forse ne soffro ancora, non sto più capendo nulla>
La guardai: sembrava senza parole, forse per la prima volta nella sua vita.
<mi sembra di essere un'altra persona Faith e non ce la faccio più, mi sento parte di un fottuto teatrino e sapere che Jessica ne fa parte mi distrugge> aggiunsi, alzando un po' il tono di voce <o forse è proprio la protagonista>

Faith continuò a guardare il biglietto, tenendo un'espressione indecifrabile anche per me.
<Faith dimmi qualcosa>
Sembrò quasi una supplica la mia, che fece alzare lo sguardo a mia sorella.
<Payton non sai tante cose> sussurrò lei.
<è il momento giusto per dirmele Faith, non riesco più a vivere così>
Stavo davvero sperando che fosse tutto uno scherzo, le mani mi stanno tremando dall'ansia e nella mia testa c'è qualsiasi pensiero in questo istante.
<prima di iniziare voglio dirti che l'abbiamo fatto per te, solo per non farti stare male e perché pensavamo che l'avresti ricordato da solo> disse lei con un tono molto preoccupato <ma è giunto il momento di aiutarti a ricordarlo>

<tu soffrivi di depressione da molti mesi prima che facessi quell'incidente> disse lei <sono stati mesi terribili, oltre che per te anche per tutti quelli che ti stavano attorno e prima fra tutti Jessica>
<perché stavo così male?> chiesi.
Le si lucidarono gli occhi, prese un bel respiro e poi rispose quasi in sussurro.
<dalla morte della nonna>

<Payton la nonna non ce l'ha fatta>
Sentì le gambe cedermi dopo le parole di mia madre, mi dovetti tenere al muro per non cadere a terra.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e il cuore cadermi letteralmente nel petto, come se mi avessero appena sparato.
<no> sussurrai <no!>
Scoppiai a piangere prendendomi la testa fra le mani; non credo di aver mai sofferto così tanto come sto facendo in questo momento.
<mi dispiace amore> sussurrò mia mamma, abbracciandomi e facendomi sentire dei singhiozzi anche da parte sua.

<oh dio> misi una mano sulla bocca, sentendo gli occhi lucidarsi.
Un flashback.
<già> sussurrò lei <non l'hai mai superata e non ne hai mai voluto parlare con nessuno finché non ti abbiamo letteralmente obbligato ad andare da uno psicologo>

<non voglio stare qui> continuai a lamentarmi.
<Payton sarà tutto più difficile se fai così> disse l'uomo davanti a me <voglio solo aiutarti>
<non può aiutarmi> dissi seccamente.

Scossi la testa e tornai alla realtà.
<poi ti sei rifugiato nell'alcol e lì hai toccato il fondo> disse abbassando lo sguardo <hai toccato il fondo come persona, con noi, con i tuoi amici ma soprattutto con Jessica>

Aprì la porta della nostra stanza e Jessica si girò immediatamente verso di me; non la vedevo molto chiara, la testa mi girava parecchio.
<Payton non mi hai risposto ai messaggi, ero preoccupata>
La sua voce mi arrivava ma solo in parte, non riuscivo a collegare completamente.
<ero..impegnato, sì ero molto impegnato> scoppiai a ridere, tenendomi con la schiena al muro.
<dio sei di nuovo ubriaco> sbuffò lei, con un tono davvero esasperato.
Si alzò e mi venne incontro, prendendomi dalle mani ed andando verso il letto.
<Jey facciamo sesso? Sei davvero sexy> risi, stringendola a me e cercando di baciarla.
Lei si staccò bruscamente, facendo dei passi indietro.
<mettiti a letto, io vado a dormire sul divano>
Prese il cuscino, una coperta ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Mi presi la testa fra le mani, la sentivo esplodere.
<tutto quello che so è che lei non ha mai saputo dell'incidente ed era tornata in Georgia, lì si era rifatta una vita ed aveva un altro ragazzo>
<un altro?!> esclamai io.
Faith annuì tristemente, abbassando lo sguardo.
<dimmi chi è> dissi <dillo Faith>
<Dylan>
Dylan? Non può essere quel Dylan.
Eravamo amici, credevo lo fossimo ancora.
Come ha potuto tradirmi in questo modo? Mettendosi con la mia ragazza.
Non posso crederci.

<devi parlare con Jessica> disse Faith, e si alzò dal tavolino infilando il cappotto <non posso aiutarti più di così>
Restai a fissare il vuoto per altri secondi, poi lei mi abbracciò stringendomi forte a sé.
<mi dispiace di non avertelo detto prima, è stata l'unica opzione che avevamo in quel momento, non prendertela con lei, non lo voleva nemmeno fare all'inizio>
Jessica non voleva aiutarmi? È stata obbligata?
Quindi ha finto per tutto questo mese, mi ha preso in giro.
<ci sentiamo fratellino> mi diede un bacio sulla guancia e poi uscì dal locale.

Devo parlare con Jessica, mi serve capire completamente questa faccenda.

Presi il biglietto, pagai velocemente lasciando anche il resto e mi fiondai in auto entrando subito in strada.

Poi, un altro flashback.
<puoi smetterla di colpevolizzarmi per qualsiasi cosa Jessica? Puoi per una singola volta pensare anche a quello che fai tu, ai tuoi di errori, perché qui sembra che quello che sbaglia sono sempre e solo io e questa situazione è diventata fottutamente insopportabile, esattamente come te!>

Credevo di aver scoperto la verità grazie a Faith ma, in quel momento, capì che me ne mancava un altro grande pezzo e Jessica me lo avrebbe detto, in un modo o nell'altro.

hope | payton moormeier Where stories live. Discover now