diciannove

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19. "speranza"
2 gennaio

payton's pov
<è stata una sorpresa anche per me ma..ma io amo lei, ho sempre amato lei e so che se la lasciassi andare di nuovo farei la cazzata più grande della mia vita e me ne pentirei finché non sarebbe troppo tardi..ho già fatto una cazzata a lasciarla sola e devo- devo tornare lì immediatamente>
La ragazza mi guardò annuendo, non sembrava poi nemmeno così sorpresa o ferita.
<Payton tu non potrai amarmi mai come hai fatto con lei, come fai tutt'ora con lei, e io l'avevo già capito da tempo ma va bene così, domani parto per Washington ed entrambi ci rifaremo una vita..forse tu un po' più velocemente rispetto a me ma è giusto così>

<ora vai, avete un bimbo da far crescere> sorrise Isabelle.
Anche io sorrisi, la ringraziai e poi uscì da casa da casa sua, precipitandomi nella mia auto più veloce che potevo.

Parcheggiai velocemente davanti a casa nostra, scesi ed entrai immediatamente nella villa, probabilmente senza nemmeno chiudere la macchina ma non era il mio problema principale in quel momento.
<Jey!> urlai.

Sentì una porta chiudersi dal piano di sopra così corsi verso le scale, provai ad entrare in ogni stanza finché scoprì che l'unica che non si apriva era il bagno: Jessica era lì dentro.
<Jey ti prego apri> bussai insistentemente io.
<non ha senso Payton, vai da Isabelle, sono sicura che lei ti aprirà>
Voleva sembrare arrabbiata con quel tono di voce ma io capivo perfettamente che era solo molto ferita.
<è di questo che ti devo parlare> dissi, ancora bussando.
Poi mi fermai, era inutile, non l'avrei convinta bussando.
<ti prego> sussurrai, appoggiando la fronte sulla porta.
Ancora silenzio.
<almeno ascoltami, non devi aprire se non vuoi ma ti prego ascolta quello che ti dico va bene?>
Sentì un debole mugolio di approvazione da dentro, il che mi fece rasserenare almeno per un attimo.

<mi dispiace per averti fatto passare tutto quello che hai passato durante la nostra relazione, ho sempre scaricato su di te i miei problemi e ti ho trascinato al fondo insieme a me anche se non ce n'era ragione, non ti meritavi di soffrire così tanto per uno come me> dissi.

<ho fatto tante cazzate nella vita, davvero, ma tu non sarai mai uno di quelli così come il bambino o bambina che sia, sarete l'unica cosa bella che ho fatto nella mia vita e..e non voglio perdervi, non voglio perdere nemmeno te, non di nuovo Jessica, ti prego>
<tu sei andato da Isabelle, hai scelto lei..no?> domandò Jessica dall'interno, sembrava che stesse piangendo.
<cazzo no, non ho scelto lei, non avrei mai potuto farlo Jey> dissi velocemente <sono andato lì per spiegarle la situazione, lei partirà domani per Washington e si rifarà una vita esattamente come me la rifarò io..e spero di farla con te>

Il silenzio che ci fu in quegli istanti è stato probabilmente il più duro ed estenuante a cui abbia assistito in tutta la mia vita.
Questo però, si concluse nel migliore dei modi: la serratura girò e la porta si aprì.

Forse Jessica non era nelle migliori delle condizioni: una felpa larga, pantaloni della tuta, i capelli raccolti non in modo ordinato e un po' di mascara sulle guance.
Ma per me era sempre la ragazza più bella che abbia mai visto.
<oh dio> sussurrai quasi incredulo, avevo sinceramente perso le speranze.
La strinsi in un forte abbraccio, come l'avevo stretta poche volte prima.
Poi mi staccai subito, mettendomi una mano sulla bocca.
<non faccio male al bambino vero?> domandai spaventato.
Lei rise leggermente, scosse la testa e poi tornò fra le mie braccia.

<nonostante tutto il male che mi hai fatto, ho sempre avuto la speranza che saresti cambiato> sussurrò Jessica.
<io invece ho sempre avuto la speranza che mi avresti perdonato> mi staccai e le presi il viso fra le mani <ora sono quello di prima, sono quello di cui ti sei innamorata>
Lei sorrise.
<lo so Payton, lo so> sussurrò felice.

Poi le nostre labbra si unirono di nuovo.

s/a
so che mi odierete🤠
il prossimo è l'epilogo lol

hope | payton moormeier Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt