diciassette

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17. "dylan"
2 gennaio

jessica's pov
<hey Jessica> sorrise la mia dottoressa, entrando nella stanza con un paio di fogli in mano.
Io sorrisi, continuando a giocare con l'anello che ho all'indice per il nervoso.
<come ti senti?>
Sono al terzo mese di gravidanza, ho baciato il mio ex che è in un'altra relazione, non mangio del cibo decente da troppo tempo e non ho ancora certezza su chi sia il padre del bambino che ho in grembo.
<bene grazie> sorrisi in modo falso.
Avevo davvero la possibilità di dire il contrario?

<abbiamo avuto i risultati delle analisi>
Ecco, di male in peggio.
<e sono positive, è lui il padre>
Ecco le parole che avrei sperato di non sentire, ho pregato per settimane ma a quanto pare non è servito. Lui è il padre.
<mi dispiace che tu debba affrontare questo ma- >
<ma tu non puoi farci niente, lo so> la interruppi io, guardando il soffitto.
Scossi la testa evitando il contatto visivo, sarei scoppiata a piangere se no.
<cosa diavolo devo fare?> sussurrai a me stessa più che altro, la dottoressa non poteva farci nulla.
<comincia a metterti sul lettino nel frattempo, facciamo l'ecografia>

Circa mezz'ora dopo finimmo l'esame, mi rivestì e dopo aver discusso un po', uscimmo dallo studio.
Ci rimasi un po' male quando non vidi Payton lì davanti; so che era a casa di Isabelle, per questo mi ha accompagnata Faith qui, ma questa mattina mi aveva promesso che sarebbe almeno venuto a prendermi dato che voleva essere presente anche durante l'ecografia.
<non è venuto a prenderti?> mi chiese dolcemente la dottoressa, vedendo il mio sguardo triste.
<a quanto pare no> scossi la testa.
La salutai velocemente ed uscì dal reparto, entrando nel parcheggio dell'edificio.

Mi guardai intorno per qualche istante poi, quando vidi che la sua auto non era da nessuna parte, tirai fuori il cellulare e mi decisi a chiamarlo.
Quando stavo per mettere giù dato che non rispondeva, sentì la sua voce dall'altra parte del telefono << ciao Jey >>
<< Payton? Payton dove sei? >>
<< dove dovrei- >> si bloccò subito e lo sentì imprecare sottovoce << merda Jey scusami, mi sono dimenticato..cazzo scusami, arrivo okay? Sto arrivando, sto uscendo adesso, aspettami nel parcheggio, due minuti e sono lì >>
<< certo >> dissi con tono ironico, poi chiusi la chiamata e sbuffai alzando gli occhi al cielo.

Fottuta Isabelle.

Poco più di dieci minuti dopo sentì il rumore del motore dell'auto di Payton passarmi davanti e subito dopo fermarsi; ne ebbi la conferma quando lo vidi uscire dall'auto correndo verso di me senza nemmeno chiudere la portiera.
<Jey scusami, il tempo è volato ed ero ancora da Isabelle e- >
Era come pensavo.
<va bene> dissi freddamente io, alzandomi ed entrando nella sua auto senza dire nient'altro.
Non sono la sua ragazza, Isabelle lo è, non potevo pretendere niente. Ma almeno un messaggio in cui mi avvisava che non poteva venire, beh quello poteva farlo.

Payton non accese nemmeno la radio e partì senza dire una parola, lasciando che il mio sguardo restasse fuori dal finestrino.
Era strano sentire la sua Supra senza neanche un po' di banale musica della radio, di solito era sempre rumorosa e allegra quell'auto.
Non questa volta evidentemente.

<ci sei rimasta male?> sussurrò lui, guardandomi con la coda dell'occhio.
No Payton, figurati, ti sei solo dimenticato della mia esistenza, va tutto alla grande.
Feci solo un piccolo sorriso ironico senza spostare lo sguardo, non avevo voglia di discutere sinceramente.
<okay ho fatto una domanda stupida, è evidente> sussurrò, forse più a sé stesso <Jey mi dispiace davvero, non hai idea di quanto>
<va bene così Payton, eri con la tua ragazza, non avevi tempo per me> dissi in modo molto freddo, non credo di avergli mai risposto così male prima d'ora.
<non è così, volevo essere presente anche all'ecografia ma era davvero importante> rispose lui, guardandomi per qualche secondo poi riportò gli occhi sulla strada <Isabelle partirà per Washington tra pochi giorni e- >
<non ho intenzione di parlare di Isabelle> dissi seccamente.
Come poteva essere così stupido da aprire davvero quel discorso? Pensa davvero che fosse la cosa giusta da dire?
Seconda cosa sbagliata Payton.

Entrammo nel viale di casa nostra, se così si può dire, e subito notai un Range Rover nero parcheggiato esattamente davanti alla nostra villa.
Anche Payton l'aveva notato, ne ero sicura, aveva stretto la presa sul volante e i suoi occhi erano molto più freddi, stava cercando di capire di chi fosse. O forse già lo sapeva.

Parcheggiò dall'altro lato della strada e scese dall'auto senza dire una parola; mi venne ad aprire la portiera continuando a guardare verso il nostro giardino, sembrava quasi spaventato.
<dammi la mano Jessica> disse freddamente.
Non mi chiamava quasi mai con il nome completo, doveva essere davvero qualcosa di serio.
<dammi la mano, non sto scherzando!> esclamò lui, guardandomi negli occhi e facendomi capire che davvero non stava scherzando.
Gli diedi la mano e lui la strinse forte con la sua, trascinandomi poi verso il giardino di casa.

<Dylan perché diavolo sei qui?!> urlò quasi Payton, come se sapesse già chi avrebbe trovato in giardino.
Era davvero lui.
<ciao ragazzi> disse timidamente Dylan, guardando entrambi, ma soprattutto me.
Io ho preferito stare in silenzio.
<non ti ho salutato, ti ho solo chiesto cosa ci fai nel giardino di casa mia Dylan!> esclamò Payton; sembrava davvero arrabbiato, la sua vena sul collo stava per esplodere probabilmente.
<voglio parlare con Jess> rispose guardandomi, sembrava più deciso ma aveva comunque un tono di voce basso.
Payton fece una piccola risata scuotendo la testa: non era divertito però, anzi era davvero furioso.
<tu non devi volere proprio un cazzo Dylan, fai schifo, che razza di uomo sei?! L'hai abbandonata in un momento così delicato perché non hai avuto nemmeno le palle di affrontare un discorso e adesso le vuoi parlare?!> esclamò Payton.
Non volevo entrare nel discorso, ma ci terrei che si ricordassero che io sono ancora qui.
<non credi sia in grado di dirle lei queste cose? La stai praticamente obbligando a non parlare di una cosa che riguarda solo ed esclusivamente lei e me, non te! Tu non c'entri nulla!> alzò la voce anche Dylan.
Certo Dylan, te e me.
<ragazzi per favore, smettetela> sussurrai quasi, cercando di calmarli.
Non servì a nulla però.
<oh davvero pensi che riguardi te Dylan? Davvero? Davvero credi che venendo qui tre mesi dopo le cose si risolvano e tu possa essere il padre del bambino? Non hai davvero capito un cazzo> rispose con un piccolo ghigno Payton <Jessica, ed esclusivamente Jessica sarà il genitore di questo bambino e lo crescerà in modo fantastico, sarà una madre stupenda e tu non avrai nemmeno il diritto di sfiorarlo quando nascerà. Se Jessica avrà bisogno di aiuto ci saremo io, la mia famiglia e i nostri amici, e tu non sei più uno di questi>
Le parole di Payton erano davvero taglienti, era più calmo ora e questo dava alle sue parole un tono ancora più duro.
<oh Payton, sei così ossessionato da Jessica da voler fare anche il padre adesso? Non ne saresti in grado, sei nato solo e morirai solo, ha fatto bene Jess a scoparsi me quando eri in coma>
Dylan lo stava provocando, non capivo perché, ma era davvero cattivo, riuscivo a vedere i suoi occhi iniettati di cattiveria: voleva far perdere le staffe a Payton, e ci stava riuscendo più che bene.

Payton fece uno scatto verso Dylan, mollandomi la mano per la prima volta: sapevo che non sarebbe finita bene.
Mollò un pugno sulla mascella di Dylan ma, prima che l'altro potesse ricambiare, ripresi la mano di Payton e lo portai più indietro.
Payton non stava ricambiando la stretta, stava ancora fissando Dylan con l'assoluta voglia di spaccargli la faccia, glielo si leggeva negli occhi.
<vattene Hartman> disse acido Payton.
Dylan fece un ghigno ironico, come se fosse venuto fino a qui solo per questo, nella speranza di mandare fuori di testa Payton.
<non sarai mai un padre Moormeier, non sei nemmeno un uomo, e spero che Jessica se ne accorga presto> sputò acido l'altro ragazzo.

<Dylan vattene> dissi seccamente io, ottenendo di nuovo lo sguardo del ragazzo dopo un po' di tempo.
<è ancora un cazzo di bambino immaturo Jessica, non è in grado di badare nemmeno a sé stesso, non sarà mai un padre>
Lanciò un ultimo sguardo di fuoco a Payton e poi se ne andò; lì capì che era venuto solo per ottenere questo: problemi fra me e Payton.

<vieni dentro Jessica> disse seccamente il ragazzo, mollando la mia mano con forza e rabbia.
Dylan voleva problemi fra me e Payton ed è esattamente quello che succederà.

hope | payton moormeier Where stories live. Discover now