Capitolo 10.~

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James mi aiutò a scendere dalla moto, e gliene fui davvero grata.
Ero talmente assorta nei miei pensieri che, in caso contrario, avrei fatto tutto il vialetto di casa rotolando.
Ancora ero arrabbiata con mia madre.

E soprattutto con Jacob.

Ma perché diamine era corso da lei a dirle che ero con un altro? Non aveva mai fatto atti di gelosia. Mai.

Da mia madre potevo aspettarmelo. Era sempre stata super protettiva nei confronti miei e delle mie sorelle, poiché ci mancava una figura paterna. Mio padre aveva abbandonato mia madre quando era solo una sedicenne incinta di ben tre gemelle, non facendosi mai sentire.

Per questo mia madre cercava di non farci mancare niente, ma a volte esagerava un po'.

Tipo in quel momento.

James aveva appena lasciato la mia mano, quando si bloccò di scatto.

Lo fissai perplessa, e con mia grande sorpresa, notai che era diventato tutto rosso in viso.

-James, che diam--oh.-

Quando puntai lo sguardo nella direzione che aveva appena finito di osservare, compresi.
Se pensavo che la suoneria di Violetta fosse imbarazzante, vedere un gruppetto di persone spiarmi dalla finestra lo fu di più. Ebbene si, tutta la mia famiglia più Lena ci stavano osservando.

Distolsi lo sguardo, e feci una smorfia dispiaciuta.

-Oh mio Dio, mi spiace tantissimo. È così terribilmente imbarazzante! Cioé...dimenticatelo, ti prego.- Sussurrai, mentre desideravo ardentemente che il terreno si aprisse e mi inghiottisse in un sol boccone.

Sarebbe stato meno agonizzante.

Lui si grattó il capo e fece un cenno di saluto verso la finestra. Il gruppetto sembrò capire perché subito si sbrigó a scomparire.
Ovviamente Lena ci salutò senza porsi nessun problema, probabilmente l'idea di spiarci era stata sua.

-Dai, almeno hai una famiglia divertente.- Cercò di spianare la tensione che si era creata, ma riuscì solo a strapparmi un sorriso ben poco allegro.

-Divertente? Affatto.- Sbuffai.- Mi dispiace che sia andata così...

-Stiamo passando tutta la giornata a scusarci, e basta!- Rispose lui, togliendosi il casco.

Accennai ad un sorriso, e lo imitai.
Gli passai il casco, che prese e appoggió sulla sella della moto, ma oltre ad afferrare ciò, prese la mia mano e mi tirò a lui. Abbracciarlo fu ancora una volta qualcosa di unico.
Appoggiai la testa sul suo petto e sentí il suo cuore battere veloce, probabilmente allo stesso ritmo del mio. Con la coda dell'occhio vidi che ancora una volta ci stavano fissando dalla finestra con tanto di striscione.

Il contenuto dello striscione era così osceno che sbarrai gli occhi e feci il terzo dito a Lena, ovviamente non facendomi vedere da James.
Quando ci staccammo, mi sentí piuttosto strana. Avrei voluto che l'abbraccio fosse durato di più.

-Quindi vado...- Mormorò James.

-Ci vediamo ancora? Troveremo un modo...te lo prometto.- Dissi quasi supplicandolo.

Lui fece una smorfia e mi prese la mano.

-Partirò domani mattina. Sono stato già troppo qua...-

Avete presente quando qualcuno vi getta un secchio d'acqua fredda addosso? Ecco mi sentivo così.

-Pensavo partissi di sera e fra più giorni.- Ammisi, giocherellando con una ciocca di capelli.

Non sapevo che dire e neppure lui.
Il silenzio regnó per qualche minuto, fin quando qualcuno ci chiamò a gran voce.

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