Capitolo 27.~

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-James, che stai facendo?- Gli domandai, raggiungendolo da dietro.

Era seduto su una sedia dallo stile moderno, di un bel verde pastello, con la schiena ricurva mentre era intento a scrivere qualcosa sul tablet.

Non lo avevo mai così impegnato o preso, forse fatta eccezione quando giocava a calcio.

-Oh, ciao Gail! Già sveglia?- Mi domandó, senza prestarmi un minimo di attenzione.

Io sbuffai, sedendomi su una sedia blu mare.

-Si e quando non ti ho visto accanto a me, ho pensato che tu fossi uscito.
Magari a prendermi una brioche.- Lo pungolai, scherzosa.

Lui fece un mezzo sorriso, e senza distogliere lo sguardo dal tablet, mi fece cenno di andare in salotto.

-Alla marmellata va bene? Avevano finito quelle al cioccolato.- Mi chiese, e io alzai gli occhi al cielo, divertita.

Mi viziava in continuazione.
Andai in cucina, recuperando la brioche,  per poi tornare da James.

-Che stai facendo?-Ripetei, e questa volta, lui alzò lo sguardo dal tablet.
Non so cosa mi aspettassi, ma sicuramente, non di vederlo con le lacrime agli occhi.
Lui cercó di fare finta di nulla, accennando ad un sorriso, ma non la bevevo. C'era qualcosa che non andava.

-James, sputa il rospo.- Sussurrai, abbracciandolo stretto.

Lui appoggió la testa sulla mia spalla, spegnendo lo schermo del tablet.

-Non c'é nulla che non va, stavo solo scrivendo il mio addio al calcio.-

Annunció, teso come una corda di violino.
Non potevo credere alle mie orecchie.

-Cosa?- Sbraitai, visibilmente contrariata.
Lui fece un sospiro, incrociando le braccia al petto.

-È l'unica cosa possibile, Abby. Lo sai.- Tagliò corto lui, con decisione.

I suoi occhi, però, mentivano.
Erano tristi, urlavano di dolore e sofferenza, mentre io non trovavo la forza di rispondere.
Sapevo che era tutto un errore, che non era necessario arrivare a tanto.
Sapevo quanto per James fosse importante il calcio e il Real Madrid. Sapevo che era tutta colpa mia se stava lasciando tutto.
Ma il sapere spesso è un'arma a doppio taglio.

-Ci deve sicuramente essere un'altra soluzione.- Sussurrai, promettendo a me stessa di trovare un'alternativa alla folle idea di James.

Poi, come ero arrivata, sparii, ritornando sotto le lenzuola.
Non che avessi freddo, indossavo ancora una camicia da notte, ma sinceramente, volevo solo sotterrami sotto le coperte, mentre i sensi di colpa mi demolivano.

-Abby?- Mi chiamò James, dalla sua posizione.

Ci volle un po' prima che trovai la forza di rispondere

-Si? Sto dormendo!- Esclamai, cercando di non far tremare la voce.

-Oh, quindi non ti va di uscire per la città?- Chiese, piuttosto dispiaciuto.

-Vacci tu.- Dissi, forse un po' troppo rude.

-Cioé vai pure a fare un giro, e al tuo ritorno facciamo un video.-Dissi con più dolcezza, e lui si tranquillizzó.

-Okay, a dopo.- Mi salutó, mentre il suo viso faceva capolino dalla porta. Io sorrisi e gli lanciai un bacio, guardandolo scomparire.
Appena fui sicura che lui fosse andato via, mi alzai dal letto e andai alla ricerca del tablet.
Non feci neppure fatica, James l'aveva lasciato sul tavolo. Lo aprii con le mani tremanti, e subito iniziai a digitare la password per accedere alla pagina.
Provai con 'Real Madrid' ma non era esatta. Solo dopo tre tentativi provai con il mio nome, e fortunatamente riuscii ad accedere.
Quando andai nella sezione 'documenti', cercai subito lo scritto sull'addio ma non lo trovai.

-Uffa.- Sbuffai, ma mentre facevo cenno di voler spegnere il tablet, il mio occhio cadde su 'Dedicato a te, Abby'.

Aggrottai le sopracciglia, e cliccai su di esso, non sapendo cosa aspettarmi.
E infatti, mi sorprese ancora una volta.

Ciao Abby,
So benissimo che hai acceso il tablet alla ricerca del mio addio, ma probabilmente non lo troverai. So essere bravo a nascondere certe cose.
Ho scritto questo documento per dirti che non devi farti nessuna colpa.
Lo so, sembro un codardo a non parlarti face to face, ma sinceramente avevo bisogno di pensare, perciò ho preferito fare una passeggiatina a Central Park.
Mi aspetto di parlarne al mio ritorno.
A parte questo, ti amo, e per questo, ti ho dedicato questo video.
Lena mi ha insegnato a montarlo, perciò ho imparato dalla migliore.
Spero che lo apprezzerai, Abby.
Ci ho messo tutto il mio amore possibile.
Ti lascio alla visione, tuo James.

Con un sorriso, cliccai sul link del video che si aprii con incredibile velocità. (Sia benedetto il wifi).

Le immagini di me e James scorrevano sullo schermo, facendomi riaffiorare moltissimi ricordi.
Di alcune di loro non mi ricordavo neanche, altre erano anche su instagram e altre erano così buffe da strapparmi un sorriso.
James era una di quelle persone così dolci da non essere mai esagerate.
Quando il video terminò, strizzai gli occhi notando il riflesso di un ragazzo alle mie spalle.

Mi girai di scatto, beccandomi James Rodriguez con una rosa rossa in mano, così simile a quella che mi aveva regalato in aeroporto qualche tempo prima.

Il ragazzo me la porse, e io la presi, con un sorriso.

-Perché tutto questo?- Chiesi, sinceramente colpita.
Prima il video, poi la rosa...non mi sembrava di meritare tutte quelle attenzioni.

-Perché é la giornata di Sant'Abby, una curiosona che si è beccata un granchio immenso.- Disse, come se fosse una cosa ovvia e sensata.

Lo guardai confusa, mentre lui si limitava a farmi l'occhiolino.
Atteggiamento da figo che duró poco, poiché lo assaltai di colpo, con l'intenzione di fargli il solletico.

-Tu sei pazzo!!-Esclamai, cercando di fargli il solletico sulla pancia.

Lui mi bloccò, ammiccando, mentre io mi ribellavo con tutte le mie forze.

-Sono pazzo di te, infatti.- Mormorò il ragazzo, con un sorrisetto soddisfatto.

Io alzai gli occhi azzurri al cielo, sbuffando.

-No, tu sei pazzo e basta.- Brontolai, mentre lui mi lasciava libera per abbracciarmi.

-Dopo tutti questi pensieri, tu mi tratti così?- Protestó mettendo il broncio.

Non resistetti all'impulso di mordergli il labbro inferiore, gesto che lo fece sorridere.

-Ah Abby, nulla potrebbe essere più perfetto!- Esclamò, mentre i nostri occhi si incrociarono.

Non era altro che una cavolata, e i suoi occhi erano i testimoni della faccenda.
Erano ancora tristi e non avevo dubbi sul perché.

Serendipity « James Rodriguez.Where stories live. Discover now