Epilogo.~

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'Di me non ho capito niente, di te non mi scorderò mai'.

Sei anni dopo.

-Mamma?- Una bambina dai lunghi capelli castani, strattonó la madre, che si girò di scatto.
-Si, tesoro?- Le domandó con dolcezza.
Nonostante la vita di Abigail Williams fosse costellata di fallimenti, Beth era la sua immensa gioia, la sua ragione di vita.
Se continuava a lottare per andare avanti, lo faceva solamente per l'amata figlioletta.
-Ma perché non possiamo più vivere in quella casa?-Le domandó la bambina, stringendo fra le braccia un peluche a forma di orsacchiotto.
Abby socchiuse gli occhi.
-Perché stiamo andando in una casa dove ci sono altre mamme e altri bambini...-Rispose la donna, stringendo la mano libera della sua bambina.
-E perché dobbiamo andare a vivere con altri bambini? Non voglio!-Si lamentó la bambina.
Abby si morse il labbro, in una smorfia di dolore.
Come poteva spiegare ad una bambina di nemmeno sei anni che andare nelle case comuni era l'unica soluzione?
Abby aveva perso l'umile lavoretto che si era trovata, i suoi quadri non li acquistava più nessuno, fatta eccezione per un signore sconosciuto che continuava a pagava mensilmente una somma elevata di denaro, e come se non bastasse, il proprietario dell'appartamento l'aveva buttata fuori di casa per mancato pagamento dell'affitto.
E Abby, non ci pensava minimamente a chiedere un prestito alle sorelle.
-Lo so, Beth. Magari stringerai amicizia con qualcuno, su.
Vuoi mangiare qualcosa, tipo un panino?- Le chiese, dopo aver notato che la bambina si stringeva la pancia.
Tutti i soldi che aveva li spendeva per l'insulina che serviva alla figlia a causa del diabete.
Era una bella gatta da pelare, ma Abby avrebbe sacrificato la sua stessa vita per la figlia.
La bambina annuì, e la sua mamma si guardò attorno.
Non c'erano supermercati, solamente un piccolo negozietto all'angolo.
La donna si diresse lì, ed entrò, seguita a ruota da Beth.
-Come lo vuoi il panino?-Le domandó Abby, elencandole i vari panini scritti nel menù.
La bambina, affamata, ne scelse uno al prosciutto e formaggio e la madre spese i pochi soldi che le rimanevano per acquistarlo.
Mentre aspettavano che qualcuno glielo preparasse, gli occhi di Abby furono catturati dalla televisione.
Non aveva bisogno di una presentazione dell'uomo che era comparso in televisione.
Era da sei anni che non lo vedeva, ma non era minimamente cambiato.
Stesso sorriso dolce e stessa sobrietà.
-Cosa farà adesso che l'infortunio lo bloccherà per mesi?- La voce del conduttore le giunse forte e chiara.
Era il solito programma in cui l'ospite giungeva nel salotto del conduttore televisivo, il quale gli poneva delle domande.
Uno di quei programmi statici e noiosi ma seguiti da tutto il mondo.
-Visto che è finito il Campionato, mi metterò sotto per ricuperare dall'infortunio.
E magari, mi occuperò di una faccenda più personale.-Mormorò James, con un sorriso nostalgico, mentre si aggiustava il colletto del completo.
'Perché è terribilmente bello?' Pensò Abby, con una smorfia.
Proprio in quel momento arrivò la cameriera con il panino.

-Proprio un bell'uomo James Rodriguez. Chissà come mai non è sposato.-Disse la giovane ragazza di colore, con un sorrisetto.

Abby non aveva mai smesso di pensare a lui, anche se con il tempo aveva accettato la sua stessa decisione di averlo abbandonato.
Una decisione presa a malincuore, ma che era servita a far diventare James grande nel calcio.
-Già.- Sussurrò appena mentre la cameriera spariva in cucina.

-Personale di che tipo?-Domandó il conduttore, curioso.
Quella domanda sembrò spiazzare James, che però sorrise.
-Devo cercare una persona.-Sussurrò James, mentre Abby trattenne il fiato.
La figlia, Beth, la guardò perplessa, addentando con ferocia il panino.
-Mamma, ti senti bene?- Le chiese la bambina, ma per la prima volta nella sua vita, Abigail sembrò non sentirla.
-Mi lasci indovinare...Abby?-Gli domandó con comprensione.
Bastò l'annuire di James a far piangere copiosamente la ragazza.
Lui non l'aveva mai dimenticata.

Serendipity « James Rodriguez.Where stories live. Discover now