~Capitolo 3.

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-E tu non hai intenzione di fare nulla?- Domandó Lena sorpresa.

Avevo raccontato tutto del mio strano episodio con James, e nonostante Annie fosse ancora scettica, le altre mi avevano creduto.
Per tutta la durata del mio discorso avevo fissato Arya, che con mio grande stupore, continuava a farmi domande una dopo l'altra.
E io che avevo pensato ad una sua reazione negativa!!

-Cosa devo fare? Ho provato a scrivergli su tutti i social network ma non risponderà mai. Perché ho detto di chiamarmi Robin? Perché?- Mi lamentai, dandomi cuscinate in faccia.

Lena fece una smorfia e socchiuse gli occhi. Stava sicuramente pensando a qualcosa e questo non era un bene.
Quando aveva quell'espressione non augurava nulla di buono.

-Ho un piano geniale.-Disse la mora, con un sorrisetto stampato sulle labbra.

-No, Lena. Non vorrei essere cattiva, ma l'ultima volta che hai detto di avere un'idea geniale non è andata molto bene.-Annie diede parola al pensiero generale che aleggiava nella stanza.

Lena sembrò non sentire, e inizió a fare dei cerchi con il fumo di sigaretta, intossicando Annie, che tossí frenetica.

-Attireremo la sua attenzione.- Disse solennemente la mia amica, dopo attimi di silenzio.

-E come? Pubblicando foto scandalose di Abby?-Domandò con fin troppo interesse, Arya.

La fissai a bocca aperta e scossi ripetutamente la testa.

-Se questo é il tuo piano, non se ne parla.- Dissi decisa.

Lena era capacissima di farlo.

-No, credo che si spaventerebbe. Ho in mente di meglio.- Lena ghignó e ci elencó il piano.

Era decisamente folle e con numerose falle ma detto fra noi, non era poi così scandaloso.
Almeno non prevedeva atti osceni da parte della sottoscritta.
Decidemmo di fare un tentativo il giorno seguente, così avevamo tutto il tempo per prepararci e di cambiare idea.
A scuola, io e Lena ci accordammo di preparare bene il piano nell'ora di chimica, che fortunatamente condividevamo insieme.

Eravamo entrambe due schiappe, e la maggior parte delle volte facevamo esplodere le miscele, ma almeno insieme prendevamo almeno una D.

Avevamo chimicamente alla terza ora, con il Mr. Donald.

Quell'uomo era davvero corpulento e dall'aria un po' raccapricciante, a causa d'incidente che gli aveva riportato delle bruciature sul viso, eppure era una persona d'oro.
Cercava di venirci sempre incontro, e, nel caso non capissimo qualcosa, era sempre pronto a rispiegartelo.
Forse quell'insegnante era l'unico a provare una profonda stima verso me e Lena.

-Signorine, smettetela di chiacchierare a voce così alta!-Esclamò il professore, arrivato al banco mio e della mia amica.

-Agli ordini, capitano.-Lena si portò la mano alla fronte, come se fosse al cospetto di un superiore della marina militare.

Il professore sorrise sotto i baffi e si allontanò.
Io e Lena riprendemmo a parlare, abbassando solamente la voce.
Avevamo giusto deciso come attuare il piano, quando la campanella suonò e io corsi a lezione di arte.

Ovviamente chi c'era? Jacob.

Jacob era il mio ragazzo da ben sei anni.

C'era chi ci considerava la coppia più bella della scuola, ma secondo me era un'esagerazione.
Annie e Jason erano davvero carini.
Lei capo cheerleader e lui capitano della squadra di calcio della scuola. Coppia più perfetta di questa non esiste, no?

Rivolsi un sorriso al mio ragazzo e mi sedetti vicino a lui.
Non eravamo una coppia smielata e neppure una di quelle coppie che litigano di continuo. Eravamo forse un po' troppo statici.

-Ciao Abbie, come mai ieri non mi hai risposto?- Mi domandò lui giocherellando con la matita.

Merda! Mi ero dimenticata di farlo, ero stata troppo occupata a pensare alla conversazione con James.

-Scusa, mi é finito il credito!-Mentì accennando un sorriso.

-Abbie, hai il wifi a casa e il tuo ultimo accesso su whatsapp risale a due ore fa.-Lui scoppiò a ridere fragorosamente, ma non in maniera offensiva o crudele.
Jacob era fatto così. Lui era decisamente perfetto da non sembrare neppure vero.
Non se la prendeva mai (neppure quando mentivo spudoratamente), aveva una buona parola su tutti, voleva diventare medico ed era un bel ragazzo. Quasi mi irritava il fatto che non gli trovassi neppure un difetto.

Arya diceva sempre che lo trovavo perfetto perché me ne ero innamorata, ma sinceramente non era per questo. Lui sembrava davvero uno dei ragazzi perfetti delle pubblicità.

-Scusami tantissimo Jackie! Me ne sono davvero scordata. Dovevi dirmi qualcosa di importante?- Chiesi curiosa, appoggiando i gomiti sul tavolo e piegando il viso lateralmente, per vederlo meglio.

-No, tranquilla! Comunque hai saputo che sta succedendo ad alcuni calciatori? Sicuramente Arya te ne avrà parlato!- Esclamò Jacob.

Jacob era un po' come Lena. Si poteva parlare di tutto con lui, solo forse non di moda.

Non era raro che mi parlasse di calcio, ben sapendo che io non ne capissi nulla. Sperava solo di avere informazioni in più da Arya, che veniva considerata una gran esperta da tutti.

-No, che é successo?- domandai.

-Ci sono alcuni ragazzi che stanno fingendo di essere alcuni calciatori.
Sono così simili, che la gente ci casca.- Disse con serietà.

Il mio cuore sprofondò nel petto.
Quella era una risposta a tutto, eppure c'era ancora una speranza.

-Mi dici i nomi dei calciatori che sono stati vittima?

-Uhm, Cristiano Ronaldo, Neymar Jr, Marchisio...e basta credo.- Fece una pausa. -Ah, si! Anche James Rodriguez.

Mi bastó questa risposta a farmi perdere un battito.
Presi il telefono e mandai un messaggio a Lena.
Dovevo parlarle. Subito.

Due minuti dopo qualcuno bussó alla porta e quando comparve la testa bruna e scompigliata di Lena scoppiai a ridere.

-Abbie, può uscire? È importantissimo! Riguarda Annabeth, sta poco bene.-Esordì con un finto sorriso.

Certo che sapeva mentire proprio bene, lei.

-Due minuti soltanto.- Concesse la professoressa, ed io mi alzai di fretta, sotto lo sguardo perplesso di Jacob.

Non gli avevo detto nulla sull'argomento, ed ero del parere che fosse meglio così.

-Abbie, parla.- Mi ordinò Lena, dopo essere uscita dalla classe.

Le raccontai tutto, sotto il suo sguardo vigile e attento.
Lei non proferí parola per tutto il tempo, e quando pensai che stesse per dire qualcosa di profondo, esclamò un 'Bella Merda'.
Aveva descritto con due parole tutte la confusione che avevo in testa.

Serendipity « James Rodriguez.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora