Capitolo 17

92 7 0
                                    

Quella notte rimasi sveglia a leggere il diario, che apparteneva a Ornella e raccontava degli episodi che erano riusciti a commuovermi fino alle lacrime, farmi sospirare per la dolcezza e la passione della relazione tra lei ed Elia e mi avevano provocato dei brividi quando ero arrivata alla tragica conclusione.

La mattina dopo, nonostante non avessi dormito, ero attiva grazie alla scarica di adrenalina legata a ciò che avevo scoperto e la prima cosa che pensai di fare fu chiamare Aidan, ma non ottenni risposta. Gli scrissi un messaggio e poi rimasi a lambiccarmi il cervello, pensando a come avrei dovuto comportarmi.
Quel diario conteneva la confessione di un omicidio, oltre che una storia d'amore che si era conclusa in tragedia. Non era morta solo una persona, ma ben tre.
C'era una cosa fondamentale che io e Aidan non avevamo capito leggendo solo le lettere e quando l'avevo scoperto, mi erano sembrati ancora più chiari quei riferimenti a una relazione che non poteva essere vissuta alla luce del sole e la sigla con cui a un certo punto Elia si firmava: S.
L'ostacolo più grande alla relazione tra Elia ed Ornella non era solo un matrimonio combinato dalla famiglia, ma che fossero entrambe donne. La S stava per Saffo, poetessa che veniva citata continuamente da Ornella, perché durante i suoi incontri con Elia ne avevano lette parecchie poesie, ritrovandovi i sentimenti che loro stesse provavano.
Il motivo per cui non avevano potuto rimanere insieme, a me, era sembrato tanto futile, pensando al periodo attuale, eppure in quegli anni passati due donne che si innamoravano, così come due uomini, non avrebbero avuto affatto vita facile.
Mi ero detta che avrebbero potuto lo stesso vivere insieme, fingendosi amiche, ma non sarebbe stato lo stesso, perché avrebbero dovuto nascondere quel che più di prezioso avevano, cioè il loro amore.
Poi, Elia si era dovuta sposare con un uomo imposto dalla sua famiglia, un individuo violento e possessivo, che non la lasciava uscire. Le pagine di diario seguenti al giorno delle nozze di Elia con quell'energumeno erano così piene di sofferenza, impotenza e frustrazione da parte di Ornella, che mi ero ritrovata a stringere forte quel libriccino, desiderando di poter fare qualcosa per loro, per strappare quella donna infelice da un matrimonio tanto ingiusto.
Ornella andava tutti i giorni a trovare la sua amata, ma le veniva negato di vederla. Sembrava che il marito fosse sempre in casa con lei oppure lasciasse un parente stretto a sorvegliare Elia.
Ornella però non si era mai data per vinta e finalmente, un giorno, era riuscita a incontrare Elia, rimasta per miracolo sola in casa. L'aveva trovata incinta, con un pancione di otto mesi. Eppure sul volto di Elia non aveva visto la luce che caratterizzava le future madri. Non c'era stato bisogno di chiederle, perché Ornella aveva capito che il frutto del grembo della sua amata era risultato di una violenza, l'ennesima a cui l'aveva sottoposta quel mostro del marito.
Le aveva preso le mani, desiderosa di lenire quella sofferenza che coglieva negli occhi di Elia e così facendo una manica dell'abito che lei portava si era scostata, rivelando dei lividi violacei.
Lui la picchiava regolarmente, che fosse incinta o meno non importava. La considerava una sua proprietà e riteneva lecito fare quel che voleva di lei.
Ornella aveva cominciato a pensare a come farla pagare a quel dannato che stava rubando gli anni migliori di Elia, facendola vivere nel terrore e togliendole ogni libertà.
Poi avevano sentito dei rumori. Il marito di Elia era tornato ed era accaduto tutto in un attimo. Un drammatico, fatale attimo.
Lui aveva minacciato entrambe le donne, aveva preso Elia e l'aveva strattonata, facendola sbattere contro il muro. Ornella non ci aveva pensato due volte, gli aveva fracassato un vaso sulla testa e lui era caduto, battendo il capo contro un tavolino di marmo, morendo sul colpo.
Ancora una volta Ornella aveva preso la situazione in mano. Aveva pensato di chiedere all'unica persona che per amor suo avrebbe tenuto un segreto tanto terribile: Sebastiano, il ragazzo che aveva cominciato a farle una corte spudorata già da mesi.
La richiesta di aiuto di Ornella era stata accolta ma a una sola condizione: lei avrebbe dovuto sposare Sebastiano.
Sicura di trovare il modo per temporeggiare e fuggire a quella promessa, Ornella aveva accettato, fissando la data delle nozze all'anno successivo, quando Elia avrebbe già dato alla luce il suo bambino e sarebbero potute scappare insieme.
Al momento del parto però c'erano state delle complicanze, sia Elia che il bambino erano morti, così Ornella si era ritrovata sola, lei e Sebastiano gli unici testimoni dell'omicidio che la donna aveva compiuto.
A pezzi e con il cuore straziato per la morte del suo grande amore, Ornella aveva sposato Sebastiano che, avevo intuito fosse stato il nonno di Amelia.

Once Upon a SummerWhere stories live. Discover now