Capitolo 5

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Non so esattamente quale fosse la reazione che mi aspettassi da Aidan, di certo non avrei mai potuto predire la sua frase a commento della mia confessione.

«Trasferisciti qui da me. Ti farebbe bene stare un po' lontana dai tuoi genitori.»

Lo guardai con gli occhi spalancati, mentre addentava con noncuranza una pesca. Una goccia di succo gli colò lungo il mento. Ero lì che rimuginavo sia sulla sua proposta che sull'ipotesi di asciugare quella goccia io stessa, ma lui mi precedette su entrambi i fronti.

"Sei lenta, Lia", mi dissi.

«Non sto scherzando. Ovviamente non smetteresti di aiutarli con il lavoro al bar.»

«Ah, no? E io che pensavo a un modo per non vederli per qualche mese!» scherzai, sapendo che era impossibile. Sia perché non mi andava di sottrarmi alle mie responsabilità nella gestione di un'attività familiare, sia perché avremmo pur sempre abitato nello stesso paese.

Aidan finì di gustarsi la pesca e si sporse verso di me, incalzando: «Che c'è, hai paura che vivendo con me ti verrà la voglia di saltarmi addosso nei momenti più improbabili?» Mi fissò con una luce ironica negli occhi scuri.

Finsi di essere indignata dalla sua domanda e lui mi lanciò un sorrisino compiaciuto. Il fatto che non mi avesse preso per una stupida quando gli avevo raccontato della mia relazione finita male mi faceva sentire più vicina a lui. Adesso conosceva la mia vera situazione e il mio punto di vista. Qualcosa mi diceva che potevo fidarmi di lui, come amico, che non mi avrebbe fatto del male. Del resto, forse ero troppo positiva, eppure mi piaceva Aidan come persona e tra due amici ci sarebbero state sempre meno complicanze che tra due amanti.

Quindi potevo permettermi di prenderlo un po' in giro a mia volta. Gli sfiorai il petto con i polpastrelli e lo spinsi, in modo che da seduto finisse sdraiato, poi mi misi a cavalcioni sopra di lui e mi chinai, così che le nostre fronti quasi si sfioravano.

«In effetti credo che non aspetterò nemmeno di venire a vivere con te, mi basta questa stupenda spiaggia privata.» Presi la sua mano e me la posai sul fianco, poi inarcai un po' la schiena, in modo che i nostri bacini si sfiorassero. «Quanto mi farai pagare di affitto?» chiesi, in tono suadente.

Eravamo così vicini che vidi le sue pupille dilatarsi per lo stupore – o l'eccitazione.

«Non starai facendo così per ottenere un prezzo di favore?» mormorò con voce roca e io avvicinai ancora un po' le labbra alle sue.

Ignorando il desiderio di farla finita con quei giochetti e dare sfogo alle nostre fantasie, afferrai la sua mano, che ora si stava spostando verso il mio fondoschiena, e mi ritrassi.

«Volevo solo farti capire che ho un grande autocontrollo, contrariamente a quello che pensi.»

Mi rialzai in piedi e feci per aiutarlo ad alzarsi. Aidan però mi afferrò per il polso e mi tirò giù, facendomi cadere addosso a lui. L'impatto del mio seno contro il suo petto mi tolse il respiro e le parole.

Non importava quanto ci provassi, era sempre una spanna avanti a me.

«Dov'è finito ora il tuo autocontrollo, eh, Leia?» mi punzecchiò, con tono derisorio.

«Lasciami andare!» esclamai, indispettita, tutta la spavalderia ormai svanita.

«Non ti sto tenendo. Fino a prova contraria, quella avvinghiata al mio corpo sei tu.»

Distolsi lo sguardo dal suo viso e vidi che aveva ragione. Aveva le braccia abbandonate lungo i fianchi, mentre le mie dita artigliavano le sue spalle. Allontanai la presa e gli scoccai un'occhiataccia.

Once Upon a SummerTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang