Capitolo 9

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Aidan aprì il frigorifero per prendere qualcosa di fresco da bere e diede un'occhiata al contenitore che vi avevo appena riposto.

«Ho fatto della semplice insalata di pasta, perché al bar c'è stato un po' di movimento e non ho avuto tempo di preparare altro.»

«Non c'era bisogno che ti scomodassi» ribatté lui, sorridendomi.

Mi strinsi nelle spalle. «Stasera tornerò ben oltre l'orario di cena e volevo ricambiare la tua ospitalità di ieri sera.»

«Devi smetterla di considerarti un'ospite, Leia. Viviamo insieme, questa è casa mia quanto tua.»

Colsi la palla al balzo per passare all'argomento che mi ero ripromessa di discutere.

«Perché lo fai?» gli chiesi e lui mi guardò con un'espressione interrogativa, così precisai: «Ospitarmi, a me, che conosci a malapena, mentre hai lasciato tuo cugino a cavarsela da solo.»

«Scommetto che lo hai incontrato di nuovo» ipotizzò Aidan, facendosi serio.

Lanciai un'occhiata al grande orologio sulla parete di fronte e mi sedetti al tavolo. Avevo tempo e, nel caso, non sarebbe successo il finimondo se avessi tardato un po' a tornare al lavoro; un discorso come quello non poteva essere liquidato nel giro di due secondi.

Aidan si sedette a sua volta e Attila si sdraiò ai suoi piedi, un'enorme montagna di peli.

«Certo che hai scelto proprio un cucciolo da borsetta» commentai, alleggerendo di poco l'atmosfera.

«A chi piacciono quei cani talmente minuscolo che hai paura di calpestarli quando cammini?»

«Secondo me ad Amelia piacciono. Ce la vedo proprio con due o tre cani di quel tipo, a spasso a fare shopping.» Ridacchiai.

«È stata qui questa mattina, sai» Aidan si fece pensieroso e provai un'odiosa fitta di gelosia al pensiero che si fosse ritrovato solo in casa con quella strafiga.

«Cosa è venuta a fare, a cercare un cucchiaino d'argento di sua nonna finito chissà come nelle tue mutande?» sbottai, senza riuscire a trattenermi.

«Anche se mi avesse chiesto di cercare qualcosa nella sua biancheria intima, per te non dovrebbe fare alcuna differenza. Siamo conviventi, ma non c'è possibilità che diventiamo una coppia, né ora né mai, mi sembra che tu l'abbia già ribadito varie volte.»

«Non dico che non puoi divertirti come meglio credi, solo... proprio con quella? Pensavo avessi gusti migliori» lo punzecchiai.

«Forse hai bisogno di un bel paio di occhiali, dolce Leia. O non hai guardato bene Amelia.»

«Sai benissimo che non è quello che intendevo. Amelia è uno schianto e non so cosa darei per avere anche un decimo della sua bellezza.»

«Non ti servirebbe a nulla» commentò Aidan, facendomi innervosire ancora di più.

«Ok, non sarò mai affascinante come lei, me ne farò una ragione!» esclamai. «Comunque non è della tua ultima conquista che volevo parlare.»

«Infatti stavamo parlando della tua, no? Cosa ti ha detto Nathan, il mio caro cuginetto?»

«Non mi va che tu faccia certe insinuazioni, non quando conosci la mia situazione.»

«Qui la prima a insinuare qualcosa sei stata tu. Forza, dimmi cosa ti ha detto Nathan da renderti così suscettibile.»

«Ha detto che te la sei svignata, che non è stata tua moglie a lasciarti.»

Aidan sbatté un palmo sul tavolo, spazientito e ai suoi piedi Attila sollevò la testa, intuendo che qualcosa non andava. Il suo padrone gli accarezzò la testa, tranquillizzandolo.

Once Upon a SummerTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon