Non ti scordar mai di me

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Aiden's POV
Era il 19 marzo, il giono del funerale di Sun; quel giorno lo ricorderò per tutta la mia vita, non solo per aver seppellito mia sorella, ma anche perché una parte di me morì con lei quel giorno.
Pioveva tanto, tutto il branco era riunito nel bosco, nessuno parlava, si sentivano solo le gocce d'acqua cadere dalle foglie degli alberi; il vento soffiava forte come se volesse portare con lui il nostro dolore.
Il cielo rispecchiava l'angoscia dei nostri animi.
Lei era lì, di fronte a noi, stesa su un letto di fiori, i girasoli, i suoi fiori preferiti; mi ricordavo ancora il perché della sua preferenza per quel fiore e al ricordo mi veniva ancora da sorridere.
Quando le domandai perché proprio per fuori, fra tutti gli altri esistenti al mondo, lei mi rispose "I girasoli fioriscono solo se c'è il sole, come se fossero vivi solo grazie ad esso, e per dimostrare la loro gratitudine guardano solo lui; ecco perché dei girasoli, il mio nome vuol dire Sole, quindi quando vedo quei fiori, mi sento come se loro fossero solo miei e di nessun altro".
Era una piccola egocentrica, però era la mia piccola egocentrica; nostra madre quando vedeva la sua smania di protagonismo le ripeteva sempre "Mia cara Sunny, ricorda sempre, di essere umile, perché l'umiltà è la forza più grande", secondo voi lei l'ascoltava? Ovviamente no, anzi prendeva quelle parole come un'iniziativa per sfilare come se fosse su una passerella, e mostrare i suoi mille abiti colorati, su cui erano ricamati i "non ti scordar di me", perché nessuno si doveva dimenticare di Sun Blake.

E in quel momento rividi la mia piccola, quella stessa bambina che non perdeva occasione di irrompere nella mia camera, senza bussare, per mostrarmi i suoi fiori blu, li appoggiava sempre sul mio comodino, come per comunicarmi che non mi sarei mai dovuto dimenticare della sua presenza.
Per quei giorno decisi di farle indossare la copia di un vestito che era solita indossare ai balli che mio padre organizzava, era un abito lilla, corto, con la gonna di tulle (così l'aveva definito la sarta, che aveva dovuto confezionarlo in poche ore), su cui erano ricamati dei "non ti scordar di me" e dei girasoli.
"Non mi servono dei fiori per non scordarmi di te..."

"Alpha" i miei pensieri furono interrotti da Matha Mac Umotri, il capo dei druidi, alzai lo sguardo nella sua direzione, in attesa che continuasse a parlare "Se vuole possiamo incominciare"
"Se voglio? Non voglio cominciare una cerimonia in cui dovrò dire addio a mia sorella..." Pensai, ma non dissi nulla, mi limitai ad annuire soltanto.
Mi avvicinai a mia sorella, la osservai, i suoi bei capelli corvini riflettevano varie sfumature di colori diversi, frutto di varie tinte fatte nel corso degli anni.
Odiava tanto i suoi capelli, così simili a nostra madre, non odiava il colore in se, ma l'essere paragonata a nostra madre.
"Mia piccola Sunny, tu eri la reincarnazione di nostra madre...testarda ed impulsiva esattamente come lei...ora insieme  renderete matto papà".
La sua pelle aveva lo stesso colore della ceramica, le toccai una guancia
"Sei fredda come la ceramica..."
Luna l'avevo truccata, le aveva imporporato le sue guance, rendendola simile ad una bambolina.

Mi girai lentamente verso il branco, e ne guardai ogni singolo membro, su cui era presente la stessa espressione angosciata e sofferente;
Guardai Kyle, era dalla sera precedente che stava in silenzio, i sensi di colpa lo divoravano vivo e questo mi angosciava ancora di più, non avrei mai potuto prendermela con lui, perché l'unica colpa l'avevo io.
Poi spostai il mio sguardo in direzione di Luna, aveva il capo chino, non riuscivo più a leggere i suoi pensieri da quel momento in cui mi aveva chiuso fuori da se stessa.
Avevo provato a scusarmi per il mio comportamento e per le mie parole, ma lei si era limitata solo a guardarmi e a dirmi "le parole hanno un peso, non si possono cancellare. Da ora in poi sarò solo la Luna del branco, ma non più la tua Luna..."
avrei voluto aggiungere qualcosa, parlarle ancora di più, ma Nastia l'aveva allontanata da me, trucidandomi con lo sguardo, se avesse potuto mi avrebbe ucciso in quell'istante e me lo sarei meritato.
Ciò che mi ferì fu tutta la delusione che lessi negli occhi di Luna, la consapevolezza di averla ferita era sempre più opprimente dentro di me.

Eternamente miaWhere stories live. Discover now