Amos

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Luna's POV
Era passata precisamente una settimana, una settimana in cui ero uscita dalla stanza solo per cenare o pranzare in orari diversi da quelli di Tri...Orion, ero ancora confusa per tutto ciò che avevo scoperto la settimana prima; l'avevo incrociato solo due volte nel corridoio, ma non ci eravamo parlati, ci eravamo scambiati solo degli sguardi fugaci.
Alla fine lui era innamorato di Luna Rose, gli ricordavo solo chi aveva perso, ero solo un viso nei suoi ricordi e alla fine i ero attratta da un ricordo, di una memoria che non era mia, o almeno era solo ciò che pensavo.               

Non riuscivo nemmeno a dormire, avevo paura che addormentandomi avrei sognato qualcosa... avevo paura che tutto ciò che avrei sognato del passato, avrebbe potuto influire sul presente e sul futuro.
Tutti i miei pensieri furono interrotti da un bussare incessante alla porta della camera, il mio cuore perse un battito, mi alzai subito, ero in condizioni alquanto pietose, avevo una semplice camicia da notte a maniche lunghe, sopra l'indumento erano cucite le iniziali L.R, tutto mi riportava a lei e questo mi snervava.

Avevo delle occhiaie alquanto pronunciate, e non avevo nemmeno a portata di mano i miei trucchi, alla fine non ero lì per una vacanza, e non me ne sarei andata fino a quando non avrei scoperto tutta la verità, sul perché tutti i ricordi di quella ragazza fossero nella mia memoria, perché Amos era così simile ad Aiden, e volevo sapere di più fra la storia di Luna Rose e Orion.
Ma non potevo star troppo via, aspettavo una bambina e ne avevo un altro che mi aspettava a casa.
Andai alla porta e la aprì lentamente, a metà, non volevo che chi avesse bussato mi vedesse con una misera stoffa a coprirmi.
Appena la aprì due occhi viola mi colpirono, mi guardavano tristi, spenti.

Orion stava davanti alla porta, triste più che mai, aveva delle borse scurissime sotto gli occhi, guardarlo così riduceva il mio cuore in cenere... mi veniva da piangere, perché lui più di tutti riviveva il dolore del suo amore...
Mi squadrò, ma senza malizia, solo con malinconia e quel sentimento che vi  lessi mi fece rattristire ancora di più , perché in quel momento ebbi la conferma di non valere nulla per lui, ma di essere solo un'ombra dell'amore della sua vita...

<P-posso fare qualcosa per te?> gli chiesi abbassando lo sguardo, non volevo più vedere nei suoi occhi quel sentimento per L.R che mi feriva troppo e per qualche strano motivo.
<Posso entrare?> chiese con voce tremante, sembrava voler scoppiare a piangere da un momento all'altro e quel suo timbro di voce mi fece salire un groppo in gola, volevo piangere anche io.
<Ehm si...scusa le condizioni, ma non mi aspettavo di ricevere qualche visita...> arrossì, facendogli spazio per permettere di entrare.
Aveva sempre la testa bassa, nel tentativo di non incrociare il mio sguardo e gliene fui grata, ero troppo a disagio, non sapevo come comportarmi; i capelli gli ricadevano sul viso teso, coprendoglielo, le sue mani erano posizionate nelle tasche posteriori.
Gliel'avevo visto fare parecchie volte da quando ero lì, soprattutto quando si perdeva a fissare il vuoto o me.
<Sono venuto qui per dirti che la battaglia è finita> pronunciate quelle parole mi guardò negli occhi... ero in ansia di sapere tutti i particolari
<E...?> chiesi nervosa, mi iniziai a toccare ripetutamente i capelli, quando ero stressata o nervosa, li muovevo e toccavo continuamente.
Si avvicinò lentamente a me, come intimorito, non consapevole del fatto che fosse lui ad intimorire me, quando fu ad un palmo dal mio naso alzai il viso e lo guardai.
Mi mancava il respiro per la sua vicinanza, il suo profumo inondò i miei polmoni, rilassandomi, chiusi brevemente gli occhi per assaporare meglio ogni nota del suo profumo così maschile e virile, e in quel frangente sentì una mano fredda sfiorarmi il viso, tanto da provocarmi un brivido lungo tutta la colonna vertebrale, per spostarmi una ciocca di capelli.
<Cosa mi stai facendo...> lo sentì sospirare, quelle sue parole furono un sussurro che comunque riuscì a captare e il mio cuore si fermò.
Aprì di scatto gli occhi e mi ritrovai la sua bocca a pochi centimetri di distanza dalla mia, i suoi occhi erano puntati sulle mie labbra e i miei sulle sue.
Il mio cuore voleva quel bacio, voleva capire quale emozioni avrei provato assaggiando quel frutto del peccato, ma la testa mi ricordava continuamente che non ero la sua Luna Rose; mi allontanai da lui, rimase con la mano sospesa in aria... quella mano che tanto bramavo, volevo che mi accarezzasse.
Volevo che lui fosse attratto da me, non da lei...

Eternamente miaWhere stories live. Discover now