Chitarra, basso e batteria

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Sono quasi due settimane che Valerie Becker si presenta ogni pomeriggio davanti casa Pratt, portandosi sulla schiena un basso grosso quasi quanto lei e nuovo di zecca, e tra le mani una mappa di Urbana. Ogni giorno dice che fa progressi e si ricorda sempre meglio la strada, ma nessuno dei Neftali's Heart ci crede davvero.

La band si ritrova come al solito nel garage di Jason; ormai passano tutti i giorni lì, fino a sera inoltrata, a provare, creare riff, suonare cover dei loro gruppi preferiti, e soprattutto a sincronizzarsi tra loro. Tralasciando quell'unica volta in cui i vicini hanno chiamato la polizia per il troppo casino, con conseguente fuga istantanea di John, le cose non vanno così male.

Il batterista sorride, mentre la ragazzina saluta Jason con un abbraccio, poi gli si avvicina e gli dà il cinque. Mentre lei sistema il basso, in gesti che iniziano a diventare abituali, Jason prende il quaderno con gli appunti e i testi per le canzoni; sfoglia le pagine, sovrappensiero. Ormai le prime canzoni sono complete, si tratta solo di riuscire a suonarle bene senza fermarsi e senza fare troppi errori.

«Ho imparato tutte le canzoni nuove, stanotte, quindi cercate di starmi dietro!»

«Allora proverò a non incasinare tutto con gli arpeggi, Val.»

Le prime volte che hanno suonato tutti e tre insieme Jason aveva grandissime aspettative, e come prevedibile era rimasto deluso dal risultato. È stato un casino coordinarsi, imparare a suonare anche insieme al basso quando è sempre stato abituato a seguire solo la batteria. Valerie fa pratica tutto il giorno a casa, o almeno così dice, ma non avendo un amplificatore fa fatica a sentire quello che suona e soprattutto come lo suona. Nonostante ciò è subito riuscita ad adattarsi, anche grazie ai suoi studi passati, concentrandosi quindi sulla velocità e sul farsi spuntare i calli sulle dita il prima possibile.

La prima canzone che hanno suonato insieme è stata, di nuovo, la cover di Where Eagles Dare, dove hanno cantato sia Jason che Valerie, alternandosi; lei spesso dimenticava le parole, sostituendole con altre totalmente a caso ma che facevano rima col verso precedente, arrivando sempre ad un punto in cui uno dei tre non riusciva più a trattenersi e scoppiava a ridere, coinvolgendo anche gli altri.

Mentre gli altri si preparano, John prende una bibita energetica dalla confezione da sei appoggiata a terra, gentilmente offerta dalla madre di Jason, e inizia a sorseggiarla rumorosamente.

«Sai, Pratt, tua madre è davvero una bella donna,» esclama all'improvviso, interrompendo le chiacchiere tra Jason e Val.

«Cosa?»

«Oh, sì. Davvero attraente,» aggiunge lui. Si va a sedere sullo sgabello dietro la batteria e inizia a dondolarsi. Nel frattempo, Jason sente i peli dietro al collo rizzarsi dall'imbarazzo e dal disgusto. «Dico sul serio, se solo non fossi già impegnato io...»

«John, ti prego.»

«Che c'è?» domanda lui, innocente. «Ti darebbe fastidio se diventassi tuo padre?»

«Che schifo,» sbotta lui, tirandogli addosso il quaderno con le canzoni. John se lo prende dritto in faccia, e scoppia a ridere da dietro le pagine imbrattate. Poi lo prende tra le mani e inizia a sfogliarlo, osservando con attenzione le loro canzoni, quelle ancora in bozza e quelle ormai complete.

A dirla tutta John non sa bene come sentirsi riguardo alla band al completo, nello specifico riguardo al loro sound. È qualcosa di totalmente... strano. Diverso dal solito, e non riesce ancora a capire se questo diverso sia in senso negativo o positivo. Lui suona la batteria come ha sempre fatto, Jason suona veloce ma non usa spesso i power-chord, in favore degli accordi normali, così fa risuonare tutte le corde rendendo il suono più ricco e meno smorzato. Poi ci sono gli arpeggi, che negli ultimi giorni ha provato a integrare in alcune canzoni. Ma la vera novità riguarda Valerie. La ragazzina suona linee di basso semplici e riesce a tenere bene il tempo, ma durante le canzoni è capitato più volte che, seguendo una linea di basso standard di quattro note suonate a ripetizione, suonasse qualche nota in più, aggiungendo un diverso groove nella canzone: improvvisava, e John e Jason la lasciavano fare. Non lo ammetterebbe mai, ma è contento di avere finalmente a che fare con qualcuno che ne capisce di musica. Meno fatica per lui.

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