Prologo

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Tutti conoscono John Chapman, da quelle parti.

Tipi come lui iniziano a creare problemi non appena imparano a reggersi in piedi da soli. Durante la sua adolescenza era stato più volte segnalato alle autorità, per i più disparati motivi, suscitando indignazione in tutto il quartiere.

Già allora era noto per essere un attaccabrighe, uno dei tanti ragazzini rapiti dall'ondata punk degli anni '80, che trascinava con sé disprezzo per l'autorità e una certa attitudine verso ogni tipo di comportamento autodistruttivo. Ai tempi aveva uno strano ascendente sulla popolazione dei ragazzini outsider di Urbana, Illinois: un mix pericoloso di fascino e repulsione, che contribuivano, insieme agli amici e alle ragazze di cui si circondava, ad alimentare ogni tipo di pettegolezzo sul suo conto.

La situazione in casa Chapman non era delle migliori; inutile dire che anche questo influì sul personaggio che si era creato. Una volta, ancora minorenne e in seguito alle segnalazioni dei vicini, gli assistenti sociali gli si erano presentati davanti casa: i suoi genitori li avevano minacciati con il fucile del padre, mentre lui iniziava a spacciare sul retro di quello stesso liceo che avrebbe dovuto frequentare.

Dal canto suo, Jason non era mai entrato in contatto con John – facevano parte di due mondi completamente differenti, e non sapeva nemmeno che aspetto avesse. La musica non era mai stato un interesse di Jason, che preferiva passare il giorno a disegnare e ideare fumetti, e non aveva mai davvero capito l'attrazione dei suoi amici verso quel tipo.

Per lui John Chapman era solo uno dei tanti argomenti di cui parlavano i suoi compagni di classe, quelli più fissati con la musica. Suonava in una marea di band differenti, quindi era impossibile non incrociarlo a qualche basement show, se frequentavi l'ambiente.

Poi un giorno lo beccarono davvero. Gli andò male, non aveva ancora ventun'anni e finì dietro le sbarre per spaccio. Gli diedero un anno, e ne uscì fuori dopo sei mesi e sei di lavori sociali.

Durante le ultime settimane di scuola, tra l'indecisione per la scelta del college e il desiderio di mollare tutto, Jason venne a sapere che un monolocale della palazzina di fronte casa sua era stato affittato: si trattava di una notizia particolare, poiché gli appartamenti Mayfield avevano una pessima reputazione da anni. Spesso mancava l'acqua corrente, e girava una voce secondo la quale i soffitti fossero così fragili e cadenti, che diverse volte i topi che infestavano l'edificio fossero caduti dritti in testa agli inquilini; un curioso fenomeno, noto nel quartiere come pioggia di topi. Nessuno conosceva la veridicità delle voci, ma da quelle parti erano tutti sicuri che fosse meglio non farsi troppe domande.

La notizia era giunta subito all'orecchio di Jason, che curioso com'era iniziò a uscire più spesso nella speranza di intercettare il nuovo inquilino e scoprire la sua identità.

Per quanto il piano potesse sembrare stupido, dopo diversi tentativi ci riuscì: dopo il breve tragitto per andare buttare la spazzatura, si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo che doveva essere poco più grande di lui. Indossava una maglietta bianca con su disegnato una figura stilizzata e la scritta Descendents. Aveva uno sguardo stralunato e i capelli arruffati, come se si fosse appena svegliato. Tutto di lui urlava: disordine.

I due rimasero a fissarsi in silenzio, poi il nuovo vicino di Jason si mise le mani sui fianchi ed esclamò: «Che c'è? Vuoi comprare?»

E fu così che Jason Pratt scoprì di avere John Chapman come vicino.

UrbanaWhere stories live. Discover now