Ricominciare

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Jason alterna lo sguardo dal fumetto che sta sfogliando a Val, poco più avanti a lui. Si trova accucciata in un angolo, davanti a un enorme ventilatore che aveva portato in garage qualche giorno prima. Il caldo inizia a farsi sentire sempre di più, a Urbana, e nonostante la sera si stia ancora freschi durante le prove pomeridiane a Jason sembra sempre più di stare in una serra.

Valerie si passa una mano sul collo, sporgendosi sempre di più verso il ventilatore. Dal giorno in cui aveva avuto quello strano episodio, avevano semplicemente aggirato l'argomento, più che altro perché Jason non ha idea di come introdurre la cosa e di come discuterne con lei. Lei si era limitata a dirgli che dopo una visita aveva cambiato qualche medicinale, e si rifiutava di raccontare oltre. L'importante è che Val ora sembra tornata come prima, solo più restia a parlare delle sue fantasiose teorie sugli alieni.

Jason sospira, mentre lascia perdere il fumetto e rientra in casa a prendere una bibita ghiacciata; quando ritorna in garage, trova l'amica chinata sul ventilatore, con i capelli dietro le orecchie per evitare che vi rimangano incastrati.

«Sono un robot,» canticchia Val, sorridendo all'effetto robotico che il ventilatore ha sulla sua voce.

Jason si passa la lattina sulle guance e sulla fronte, sempre più arrossate per il caldo.

«Ehi,» esclama Val, voltandosi verso di lui con un scatto. «Perché non usiamo un effetto del genere quando registriamo le canzoni?»

«Dici la voce robotica?»

Valerie annuisce, allora Jason sorride e va a sedersi accanto a lei.

«Non so se starebbe bene con la musica.»

«Secondo me dovremmo provarci.»

Senza dire altro, Jason e Valerie restano per un po' seduti davanti al ventilatore, con gli occhi chiusi, a prendersi il fresco e ad aspettare che sia possibile provare senza sciogliersi sul colpo. L'atmosfera è tranquilla, rilassata, e Jason pensa per un secondo che potrebbe quasi addormentarsi.

C'è silenzio, tranquillità, e nessuno l'ha ancora preso in giro per il fumetto che sta leggendo.

Così all'improvviso spalanca gli occhi, mentre una domanda istintiva si fa spazio dentro di lui.

«Ma dov'è finito John?»

Val alza le spalle e guarda l'orologio di Felix appeso al muro.

«Ci eravamo dati appuntamento quasi due ore fa,» osserva lei. «Forse ha troppo caldo per uscire di casa.»

«John non farebbe mai ritardo alle prove solo perché fa caldo,» sentenzia Jason, sospettoso. Spera che non c'entri Greta con la sua assenza, anche se ne dubita. Allora scatta in piedi, apre la lattina di gazzosa e ne beve un sorso, sovrappensiero. Se c'è una cosa che il suo batterista prende sul serio è la musica, quindi la teoria dell'amica non regge.

«Secondo te c'è qualcosa di strano?» domanda Valerie, quasi leggendogli il pensiero.

«Dico solo che non è da lui,» sentenzia l'altro. «Se si mette a fare stronzate perché gli manca Greta è la fine.»

Val spegne il ventilatore e si alza in piedi a sua volta, la gonna lunga del vestito nero e rosso che ha indosso le ricade sulle gambe pallide, e senza esitare va incontro a Jason. Gli prende la lattina dalle mani e inizia a bere.

«Dovremmo andare a verificare di persona.»

L'attimo dopo sono già per strada, nonostante il sole e l'afa insistente. Jason non entra in casa di John da un po' di tempo, perché per via dei loro impegni con la band e i part-time, negli ultimi tempi, non hanno avuto modo di ritrovarsi da soli a parlare, come facevano spesso agli inizi dei Neftali's Heart.

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⏰ Last updated: May 19 ⏰

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