Le ragazze

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«Non mi piace questa storia, Greta. Vogliono farmi suonare ska! Ska, ti rendi conto?»

La diretta interessata non sa bene come sentirsi, nell'ascoltare quel genere di discorsi. È come se non facesse altro da una vita; tra John e la sua migliore amica non può passare una giornata senza ascoltare lamentele sulle rispettive band.

Nel pronunciare quell'ultima frase, Greta capta la voce dell'altra abbassarsi verso la fine, come se stesse ammettendo qualcosa di cui vergognarsi terribilmente.

Seduta alla scrivania, l'amica le lancia un'occhiata indispettita, che in realtà sembra più una richiesta d'aiuto per la situazione in cui si è andata a cacciare. Senza aspettare riprende a guardare davanti a sé e a passare la decolorazione sulle ciocche che le incorniciano il viso, benedicendo il fatto che quella maledetta frangetta sia finalmente ricresciuta.

Greta non dice niente per un po'. Mentre l'altra completa il lavoro, lei si mette comoda sul letto e si accende un'altra sigaretta.

Summer è riuscita addirittura ad affittare una stanza in un appartamento condiviso con altri musicisti, con l'anticipo che l'etichetta ha dato alla sua band. Non è una cosa che succede spesso, di solito nessuno sgancia soldi per una band sconosciuta, ma c'è da dire che negli ultimi mesi, da quelle parti, i Twisted Mistress sono diventati una sorta di fenomeno. E ora, dopo aver passato anni a fumare e decolorarsi i capelli di nascosto a casa dell'una o dell'altra, con la sempre incombente minaccia di essere scoperte dai propri genitori, Summer ha finalmente trovato la libertà.

Il che vuol dire rifare da capo tutto quello che faceva in adolescenza, ma senza nessuno che le rompe le palle.

«Fammi indovinare, questa storia dello ska è stata un'idea di Casper.»

Summer stringe le labbra in un sorriso rassegnato che non ha nulla di allegro.

«È da quando avevo quindici anni che suono. La prima volta che sono scappata di casa era per vedere i Black Flag. Ho seguito i Ramones per tutta l'America durante i tour estivi, poi ho rubato un paio di bacchette e ho iniziato a fare pratica su degli scatoli vuoti. Sono in questa cazzo di scena da quasi dieci anni, ho visto di tutto, ho mollato la scuola, e ora che la mia band sembra finalmente ingranare, con il rilascio di un album che aspettano tutti da qui a Chicago... quel fattone del mio cantante vuole stravolgere il nostro sound.»

«Anche nei live?»

«Soprattutto nei live. Lui e Chris litigano da giorni per questa cosa. Casper si rifiuta di cantare le nostre vecchie canzoni, quelle dai demo e dall'album che sta per uscire, a meno che non siano il loro arrangiamento ska.»

Greta non ricorda che John le abbia detto qualcosa riguardo a questo repentino cambio di sound dei Mistress. Dev'essere una cosa parecchio recente.

«Senti, Sum, questo non è un problema di genere musicale, ma di buon senso... cosa che, come sappiamo, Casper non ha. Ma lo ska non è poi così male. Forse se cerchi di convincerlo ad aspettare almeno il tour, prima di iniziare con le nuove canzoni...»

«Non se ne parla,» tuona Summer. Con un sospiro frustrato avvolge la stagnola attorno a un paio di ciocche decolorate e si volta con sguardo offeso verso l'amica, comodamente distesa sul letto mentre tiene lo sguardo fisso alle scritte fatte sul soffitto con una bomboletta spray. Non riesce proprio a capire come ci sia riuscita. Non ha mai visto una scala in stanza.

«Avanti, lo ska non è un crimine,» risponde Greta, ancora con lo sguardo in alto.

Summer non aggiunge altro, limitandosi a esprimersi con un verso stizzito a metà tra una risata sarcastica e un grugnito.

UrbanaWhere stories live. Discover now