☘RESPONSA ☘

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6.

<<La sete di conoscenza può essere distruttiva se non soddisfatta>>

Primo giorno di vacanza, prima domenica che Taehyung avrebbe passato a Mora, per questo quella mattina si permise di dormire un po' più a lungo e di restare sotto le coperte per godersi quel meritato riposo. Gli facevano a tratti male le braccia a forza di tenerle alzate per dipingere e la schiena non era da meno, un massaggio lo avrebbe accettato volentieri. A dirla tutta gli mancava la morbidezza del suo cuscino, in generale casa sua e la sua quotidianità gli mancava. Ma amava il suo lavoro e non avrebbe rinunciato ad esso, doveva solamente scendere a dei compromessi, tutto qui.
Si stava, in un certo senso, abituando a quei nuovi odori, sapevano di antico. Le persone si stavano rivelando più cordiali del previsto, ribaltando il suo pensiero iniziale. Ed una certa persona riusciva a tenerlo sempre sull'attenti, migliorando le sue giornate e donandogli un nuovo scopo aggiunto.

Sentì una notifica arrivargli sul cellulare ed allungò alla cieca una mano sul comodino di fianco per afferrarlo. Aprì un occhio soltanto ma poi si tirò velocemente a sedere, sveglio del tutto, quando lesse il nome di Jimin. 

JM: Sono andato a casa tua, ho fatto quello che mi hai chiesto. Appena torni mi aspetto che come minimo mi regali un pacco di tisane!

TH: Stanne certo!

Gli scrisse quel messaggio e gli scappò una leggera risata, subito dopo aprì la foto allegata. Buttò il capo contro la testata del letto e sospirò pesantemente nel constatare che sì, il volto che più volte rappresentò sulle sue tele, componendo quei magnifici quadri, era lo stesso posseduto da Jungkook. Non si era sbagliato, erano identici. Si passò una mano sul volto, smuovendo poi i capelli e lasciandoli ricadere ribelli sulla fronte. 

Non sapevo come interpretare tutto quel casino. Perché sì, non sapevo come altro definirlo, era un casino, tu eri un casino, come diavolo avevi fatto ad entrare nella mia mente dal nulla, senza mai esserti fatto vedere, senza che mai ci fossimo incontrati? Jungkook, io stavo impazzendo, mi si stringeva lo stomaco cercando di capire. Era un mistero. Il più grande interrogativo della mia vita. Ero ancora fin troppo acerbo per poter capire. Come mio solito, stavo correndo troppo alla ricerca di risposte che sarebbero arrivate solo col passare del tempo. Mi dispiace Kook, sarei dovuto essere più cauto, ma il bisogno impellente di sapere tutto di te, mi bruciava la pelle tormentandomi.


Ormai sveglio decise di impiegare il suo tempo in modo migliore, così spostò le coperte, si alzò e si preparò per uscire. Un paio di jeans ed una magliettina a maniche corte sarebbero state perfette, la temperatura incominciava ad alzarsi e si doveva adattare. Si passò le mani tra le ciocche dei capelli lasciandoli liberi per quel giorno. Prese la solita borsa e dopo aver fatto colazione volle fare una passeggiata per il paese con la solita speranza di incontrare una testolina familiare. Con la sua macchina fotografica di fiducia, scattò diverse foto alle cose che più lo attraevano. Taehyung era un po' un minimalista, gli piaceva la semplicità, la spontaneità. Tutte le immagini che creava, erano in bianco e nero. I colori erano bellissimi certo, ma distraevano dal vero significato che le cose portavano con sé. Trovava interessanti particolari che agli occhi degli altri potevano sembrare di ordinaria amministrazione, quasi inutili, futili, elementi che ogni giorno erano sotto gli occhi di tutti. Così immortalò dei fili, fuori dalla finestra dove vennero stese delle lenzuola; l'edera che si arrampicava sui muri, una donna che sbatteva i cuscini sul balcone, una botte di legno ricolma di vino. Poi svoltò l'angolo e sulla pellicola venne impresso per la prima volta il volto di Jungkook.

𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now