☘ 𝙶𝙻𝙰𝙲𝙸𝙴𝚂 ☘

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29.

<<Perfettamente uguali, condividendo un profondo bruciore in petto>>

«Taehyung? Ecco a te» il ragazzo richiamato si girò nella sua direzione, ritrovandosi davanti il volto sempre sorridente di un Hoseok con in mano due gelati, che sembravano sciogliersi passo dopo passo, sotto il sole rovente di agosto.

Taehyung afferrò il suo, con stupore in volto «Oh, questo è» lasciò la frase in sospeso e sorrise appena riportando lo sguardo sull'altro «Il tuo gusto preferito?» finì per lui la frase, per poi avvicinarsi il suo di gelato alla bocca e con il cucchiaino prenderne un po' e gustarselo. 

«Esatto. Come lo sai?» e Hoseok agitò una mano in aria, incamminandosi verso il parchetto lì vicino «Beh diciamo che in questi giorni ho cercato spesso di parlarti, quindi ti seguivo per cercare il momento più opportuno e ti ho visto sempre prendere il caffè quindi...» 

«Sei uno stalker» asserì Taehyung ma con tono divertito e nel frattempo si guardava attorno alla ricerca di una panchina all'ombra di un grosso albero che li potesse rinfrescare per qualche minuto «No che non lo sono, volevo solo scusarmi ma tu scappavi, ti aggiravi tutto furtivo e non sapevo come avvicinarmi» e lì Taehyung si rese conto del danno fatto. Chissà cosa avrà pensato? Sì, se lo chiese proprio e si diede anche una risposta. Sarò sembrato uno scemo. Così arrossì leggermente, infognandosi nella bocca più gelato possibile per stemperarsi il calore sul volto «Che figura, scusa»

Hoseok se la rise buttandosi di peso su una dannatissima panchina libera. Mancava un'asse, ma se ne fregarono altamente, l'importante era rimanere all'ombra. Incrociò le gambe. Quel ragazzo era molto portato nell'avere dei modi di sedersi un po' bambineschi al contrario di Taehyung che se ne stava molto spesso composto soprattutto in pubblico «Lo so di averti messo a disagio, cioè me ne sono reso conto solo dopo averti infilato una mano sotto la maglietta, però mi avevi anche dato il permesso quindi»

Sentendo quel discorso la sensazione delle dita di Hoseok sulla sua pelle, gli tornarono prepotenti in mente e sentì ancor più caldo e si imbarazzò all'inverosimile. Come poteva essere così sfacciato quel ragazzo? Gli puntò il cucchiaino di plastica contro «Tappati quella bocca»

Di certo, le sue guance arrossate, non passarono inosservate all'altro che rimase a bocca spalancata a guardarlo divertito «Ti sei imbarazzato? Quindi è per quello?» il motivo per cui lo stesse evitando? Sì, anche per quello. Soprattutto per quello e poi entrava sempre in gioco il fattore Jungkook. Taehyung aveva proprio paura del suo giudizio. Temeva di ferirlo, di farlo star male. 

Certo che l'artista, non potesse immaginarsi che in quel momento forse Jungkook li stesse osservando, all'ombra di un albero e se la stesse ridendo leggermente nel vedere la goffaggine di Taehyung nel rapportarsi con Hoseok.

«Hoseok!» lo richiamò forse con un tono di voce troppo alto ed il diretto interessato prese un nuovo boccone del suo gelato alla fragola «Okay, ho capito. Allora posso chiederti cosa vieni a fare in ospedale?» e lì il volto di Taehyung si rabbuiò leggermente, abbassò il capo e lo puntò sui suoi piedi. Il piccolo sorriso che aveva avuto fino in quel momento scomparì totalmente «È difficile da spiegare»

E la sua espressione era così tanto afflitta e avvolta da un'ombra di morte che Hoseok pensò al peggio. Quasi gli salirono le lacrime agli occhi «Oh cielo, non dirmi che» trattenne il respiro allungando una mano nella sua direzione, gliela poggiò sulla schiena, accarezzandola come se potesse confortarlo «Mi dispiace. Quanto ti resta?»

«Cazzo no» Taehyung si voltò a guardarlo all'improvviso «ma che vai blaterando? Non sono in fin di vita» che l'avesse scambiato per un malato terminale? Okay che il suo aspetto non fosse dei migliori in quel periodo però suvvia, che esagerazione.

𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now