☘FOEDERIS ☘

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16.

<<Conosci codesto segreto? Aprirà vedute inaspettate>>

Dormiva tranquillamente Jungkook, con il volto immerso nel cuscino ed il lenzuolo a coprirlo fino al collo. Ed intanto Taehyung lo guardava. Una braccio piegato sotto la testa e l'altra mano a spostare delle ciocche di capelli corvini ribelli dal viso di lui. Lo osservava e non capiva. Sembrava così tranquillo, in pace. Non si era mosso per tutta la notte, era rimasto nella stessa posizione nella quale crollò a dormire. Gli aveva detto di sentirsi sbagliato, ma più lo fissava più trovava solo perfezione su quel volto e si dannava perché non sapeva cosa fare per aiutarlo. Certo, avrebbe potuto ripetergli all'infinito che ciò che stesse facendo e bramando di fare non fosse sbagliato eppure in fondo sapeva che non avrebbe funzionato. Bisognava estirpare il problema alle radici. Ma domanda più importante: chi diavolo rappresentava quelle radici? Gli abitanti di Mora forse, con la loro mentalità ristretta. Ma di certo non poteva schierarsi contro centinaia di persone, tutto solo, sarebbe stata ovvia la sconfitta. Doveva pur esserci un nucleo dal quale fosse scaturito tutto quel casino. Ed aveva anche un'idea su chi potesse essere.

«Mi stai guardando» non se ne accorse nemmeno degli occhi di Jungkook che pian piano di spalancarono e venne ritirato su dai suoi pensieri solo da quella voce angelica che sorrise lievemente. Lo guardò ricambiando il sorriso e cercò la mano del corvino per poterla intrecciare con la sua «Lo sto facendo. Dormito bene?» si portò il dorso della mano dell'altro alle labbra per lasciarli un delicato bacio e nel mentre lo vide annuire leggermente «Sì, era tanto che non riposavo così bene» 

Jungkook si stropicciò un occhio ed emise un lungo sbadiglio, notando poi come Taehyung si fosse avvicinato per donargli un piccolo e soffice bacio sulla fronte «Ne sono felice. Allora, buongiorno» e si sorrisero nuovamente mentre il corvino si tirò a sedere stiracchiandosi «Giorn-» stette per rispondere ma la sensazione degli occhi di Taehyung brucianti sulla sua pelle lo fecero ridacchiare ed imbronciare al tempo stesso «Smettila di fissarmi»

Taehyung scostò le coperte per poi alzarsi, come se niente fosse «E perché dovrei?» si infilò le ciabatte ed aprì le tende facendo entrare il sole mattutino «Te l'ho già detto, mi imbarazza» l'artista roteò gli occhi al cielo per poi abbassarsi sul materasso e ritrovarsi a fronteggiare Jungkook «Ed io non ti ho già risposto che sei una magnifica opera d'arte e che quindi vai ammirato costantemente?» 

Jungkook di scatto si portò le mani sul volto, coprendoselo e borbottò un «Ci risiamo, odio le mie guance» come sempre le gote gli si colorarono di rosso e non poté far niente per bloccare quel processo. Taehyung delicatamente gliele scostò, afferrandogli i polsi ed abbassandole «Io le amo, soprattutto perché si colorano solo per me» e premette le sue labbra su quelle dell'altro, un bacio semplice, pulito e lineare. Sorrise sulla bocca di Jungkook e poi lo tirò all'in piedi «Dai andiamo»

«Dove?» chiese spaesato l'altro, non sapeva cosa avesse in programma Taehyung ed in un primo momento non fu veramente tanto contento di quello che propose «A fare una bella colazione abbondante e poi dal mio maestro, se sei fortunato incontreremo anche Jimin» asserì mentre lo trascinava per il corridoio, fino a sbucare in cucina «Evviva» borbottò cercando di non farsi sentire, ma fu inevitabile per lui non vedere quel ragazzo come...Rifletté. Come vedeva quel ragazzo? Come una minaccia. Allora lui, sì, era veramente geloso. Taehyung gli piaceva tanto, forse fin troppo, ma come poteva dare un peso ai sentimenti? Sono l'astrazione per eccellenza, ma lui si sentiva pieno a causa di essi. Seriamente...Come aveva fatto Taehyung ad interessarsi di uno come lui? Non aveva niente da offrirgli eppure l'altro gli donava l'infinito, ogni singolo giorno.

«Sì, esatto. Edmondo era il mio professore di pittura all'università» nel mentre che raggiungevano a piedi la loro meta, Taehyung si decise a parlare, almeno per far capire all'altro chi stesse andando a trovare. Jungkook annuì infilando le mani nella tasca della felpa «E lui ti ha preso a cuore» l'artista sorrise alzando una mano e facendola scorrere lungo la siepe che fungeva da recinzione al giardino del suo maestro «A quanto pare. Non so cosa abbia visto in me sinceramente» entrarono dal cancelletto e subito videro l'anziano signore, seduto in veranda, a pennellare, come sempre d'altronde «Ma in realtà ne sono contento, ho imparato molto da lui, adoro vederlo dipingere, resterei lì per ore»

Bussò per poi spalancare di poco la porta finestra «Ed?» lo richiamò e l'uomo non si girò nemmeno, riconoscendo quella voce e sapendo già che lo sarebbe venuto a trovare di lì a poco «Oh, Taehyung, entra, è andato bene il viaggio?» posò intanto la tavolozza di vetro sul tavolo di fianco «Alla perfezione, ma hai iniziato un quadro nuovo?» il ragazzo quasi corse nella sua direzione per poi abbassarsi leggermente in avanti per osservare come quell'uomo stesse dando, con la sua grande abilità, delle ultime pennellate «Direi di sì e smettila di scodinzolare»

«Io non sto-» cercò di giustificarsi, ma la pura verità fu che era d'obbligo divenire fin troppo entusiasta nel guardarlo lavorare «Sì lo stai facendo» fece decadere il discorso in poco tempo e si girò alzando impercettibilmente le sopracciglia, notando una figura nuova «Chi è questo giovane?»

«Salve signore, sono Jungkook, il figlio del pastore della chiesa di Mora» fece un veloce inchino ed Edmondo si aprì in un'espressione sorpresa, si asciugò le mani sullo strofinaccio poggiato sulle sue gambe «Per piacere non chiamarmi signore, mi fa sentire vecchio» e si sorrisero leggermente prima di sentire una voce acuta riecheggiare per la stanza «Taehyung!» il ragazzo venne fatto barcollare in avanti a causa del corpo del più piccolo che si ancorò con le braccia attorno al suo busto, dopo aver saltato ed essergli salito sulla schiena. 

Per poco non caddero entrambi sulla tela appena affrescata, motivo per il quale vennero fulminati dalla testa ai piedi da Edmondo «Jimin! Ma che diamine» ridacchiò facendolo poi scendere «Quando sei tornato?? Perché non mi hai avvisato??» Taehyung si girò a guardarlo e si mise la mani sui fianchi con fare fiero «Sorpresa!» 

Intanto Jungkook, rimasto a guardarli, schioccò la lingua e se la morse subito dopo per essersi fatto quasi scoprire. Si innervosì nel vedere tutto quell'appiccicume, perché diavolo gli era saltato di sopra? Non poteva salutarlo come ogni altro essere umano? Ma al contrario gli occhi di Jimin brillarono quando si posarono sulla sua figura, scansando malamente Taehyung e ritrovandosi il corvino di fronte «No. Wow, non posso crederci. È lui, vero?» quella storia lo eccitava da morire, sembrava tutto così surreale nel parlarne a telefono, ma l'avere una prova certa davanti i suoi occhi, faceva salire il mistero tutto su un altro piano.

Taehyung si risistemò la maglietta e fece un passò avanti «Esatto, Kook ti presento Jimin» quest'ultimo gli prese una mano tra le sue e la scosse su e giù «Onoratissimo. Comunque sei ancora più bello dal vivo!» e l'espressione di Jungkook mutò in un nano secondo, divenendo curiosa più che mai «Dal vivo?»

Taehyung lo guardò con un sopracciglio alzato, sentendo una brutta sensazione. Non stava per dire quello che pensava, giusto? «Sì, rispetto ai quadri intend- Ahia, che ho detto?» il pizzico sul fianco lo fece voltare imbronciato verso l'amico che aveva solamente voglia di incenerirlo dalla testa ai piedi. Gli aveva appena scavato una probabile fossa. 

Jungkook, in realtà, non stava capendo niente ed alternava lo sguardo tra i due, che continuavano a parlare attraverso solo espressioni facciali «Aspettate, quali quadri?» e Taehyung non poté far altro che passarsi una mano sconsolato sulla faccia e sospirare pesantemente «Dannazione Jimin, tu e la tua maledetta bocca»

Il ragazzo si sentì quasi in colpa, ma hey come avrebbe potuto saperlo che quello fosse un segreto, lo avrebbe dovuto mettere al corrente «Quindi tu non glielo hai detto?» chiuse la mano a pungo e con il pollice indicò il corvino «Domanda più intelligente?»

«E dai, scusa»

«Io- Io penso di essermi perso» la voce di Jungkook li fece girare tutti nella sua direzione, tranne Edmondo che riprese a dipingere già da un pezzo per volersi estraniare da quel discorso. Taehyung lo guardò, con sguardo colpevole, non sapeva veramente come risolverla tutta quella situazione, sperò solamente che la pura e semplice verità sarebbe andata bene a quel ragazzo «Tranquillo Kook, appena torniamo a casa, ti spiegherò tutto per bene»

𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏWhere stories live. Discover now